La via di mezzo, sguardo a ritroso di Rudi Pavšič

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La via di mezzo, sguardo a ritroso di Rudi Pavšič

Uno spaccato della Comunità nazionale slovena in Italia negli ultimi decenni, oltre vent’anni passati alla guida della Comunità economico culturale slovena (SKGZ), i rapporti con la Nazione Madre e con la Comunità nazionale italiana. Sono i contenuti del libro “Ho scelto la via di mezzo”, firmato da Rudi Pavšič, presentato a Palazzo Gravisi. Giornalista e redattore del Primorski dnevnik, da sempre in prima linea per l’affermazione dei diritti degli sloveni in Friuli Venezia Giulia. Assieme alla senatrice Tatjana Rojc e al presidente dell’Unione Italiana, Maurizio Tremul, ha raccontato la sua esperienza, a tratti difficile, in altri momenti entusiasmante. È ritornato indietro negli anni, soffermandosi sul delicato periodo dell’indipendenza della Slovenia, l’edificazione del suo nuovo ordinamento statale, il conseguente assestamento dei rapporti con Lubiana e tra le due anime della minoranza slovena, l’SKGZ di Pavšič e l’SSO-Confederazione delle organizzazioni slovene, guidata oggi da Walter Bandelj, anch’egli presente in sala. Pavšič ha posto l’accento sui compromessi necessari per raggiungere traguardi importanti, come la Legge di tutela globale e la restituzione del “Narodni dom”, quest’ultima favorita dagli eccellenti rapporti italo-sloveni e dall’amicizia tra i Presidenti Sergio Mattarella e Borut Pahor. Alla base vi è stato, però, un incessante lavoro dei dirigenti sloveni in Italia. C’è stato bisogno di pazienza e di dialogo, per scegliere una via di mezzo, che ha caratterizzato del resto tutta la vita di Pavšič, a partire dalle scelte politiche giovanili, che lo portarono a simpatizzare con i Socialisti, avendo come esempio la figura di Olaf Palme. Dei rapporti tra la sua comunità e quella italiana in Slovenia e Croazia, ha discusso assieme a Maurizio Tremul. Questi ha ripercorso i frequenti contatti, non sempre facili, ma improntati a un dialogo costante che ha prodotto importanti risultati. Tremul ha ribadito pieno appoggio a favore di una rappresentanza garantita agli sloveni in Parlamento a Roma. Il seggio che arrivava dalla collaborazione con le forze politiche di sinistra in Friuli Venezia Giulia, con la riduzione del numero dei parlamentari, infatti, appare a forte rischio. Nel corso della serata è stato rilevato ancora come il confine che ha diviso i gruppi nazionali debba oggi unirli e come siano maturi i tempi per collaborazioni con le organizzazioni degli esuli.

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