Isola. Reporter di guerra: voglia di informare

Toni Capuozzo, inviato delle reti Mediaset, ospite dell’Associazione giornalisti nazionale

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Isola. Reporter di guerra: voglia di informare
Peter Verč, Matjaž Jazbar, Aljoša Mislej, Blaž Močnik e Tomaž Perovič. Foto: KRIS DASSENA

Palazzo Manzioli ha ospitato mercoledì sera il prologo dell’11.esima edizione del Festival “Avanti”, organizzato dall’Associazione dei giornalisti della Slovenia, che ieri ha fatto tappa a Maribor per concludersi questa sera a Lubiana. Manifestazione promossa con l’intento di favorire la discussione e lo scambio di idee su temi che riguardano il quarto potere e portare all’attenzione dell’opinione pubblica i rischi, i pericoli e i disagi che i professionisti del settore sono costretti ad affrontare. Che si tratti di giornalismo locale o di guerra durante questo primo appuntamento, che ha visto la partecipazione di ospiti di spessore della scena nazionale e internazionale, è emerso che ogni ramo ha le proprie peculiarità e i propri ostacoli.
La manifestazione è stata aperta con una tavola rotonda, moderata da Peter Verč del “Primorski dnevnik”, dedicata proprio ai media locali, alla quale sono stati invitati Aljoša Mislej, caporedattore responsabile del settimanale isolano “Mandrač”, Tomaž Perovič, caporedattore del mensile e del portale di notizie istriano “Obala Plus”, Matjaž Jazbar, caporedattore responsabile del portale online e della rivista “Lokalne Ajdovščina” e Blaž Močnik, giornalista del settimanale e del sito web di notizie della Comunità slovena nella provincia di Udine “Novi Matajur”.
Testate molto differenti che si rivolgono a pubblici diversi, ma le cui redazioni condividono una varietà di sfide: dalla difficoltà a essere critici in un ambiente molto circoscritto nel quale vivi e sei a contatto con molta gente al ricambio generazionale, dalla transizione digitale alla necessità di intercettare giovani lettori. La seconda parte della serata, invece, ha visto protagonista Toni Capuozzo, inviato di guerra per le reti Mediaset, che per trent’anni ha seguito conflitti in ogni parte del mondo. Spinto da un forte desiderio di vedere gli scenari di guerra con i propri occhi per poi raccontarli ai telespettatori, si è occupato delle vicende belliche che hanno tra l’altro riguardato l’ex Jugoslavia.
Un reporter che è riuscito a portare nelle case di milioni di persone le atrocità dei conflitti, anche di quelli considerati di “serie B”, che ha fatto del proprio lavoro la sua vita ma che, nonostante il suo importante bagaglio di esperienze, rimane una persona di grande modestia.
“Non c’è niente di eroico e missionario nel fare il corrispondente di guerra. Non ce l’ha ordinato il medico di andare. Siamo andati per passione, perché volevamo esserci”, ha affermato a Isola, conversando con le giornaliste di Radio e TV Capodistria, Tjaša Škamperle e Claudia Raspolič. Oltre agli inviati, una delle colonne portanti del giornalismo sono anche i corrispondenti. Ospite del terzo e ultimo incontro isolano Janko Petrovec, dal 2016 corrispondente da Roma per la RTV nazionale. Da allora ha seguito in prima linea le rotte di migranti nel Mediterraneo, i terremoti in Centro Italia e non per ultimo la pandemia, cercando, inoltre, di avvicinare al pubblico sloveno la politica italiana.

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