Fondi librari di valore grazie ai nobili Grisoni

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Fondi librari di valore grazie ai nobili Grisoni

CAPODISTRIA | Concluso ieri a Capodistria, dopo due giornate di intensi lavori, il convegno internazionale dedicato alla nobile famiglia capodistriana dei Grisoni e al suo lascito. Eminenti esperti di storia e letteratura hanno posto in risalto l’importanza del casato, il suo amore per la cultura e per i libri in particolare e la disponibilità ad aiutare i bisognosi. L’esponente più importante dei Grisoni fu il conte Francesco, facoltoso possidente terriero che si dedicò anima e corpo allo studio, per raccogliere poi nella sua dimora capodistriana oltre quattromila volumi di inestimabile valore, custoditi oggi dalla Biblioteca centrale. Il nome del casato rimbalza alle cronache anche per il Pio Istituto Grisoni, che assiste ed educa i bambini delle famiglie più povere della regione e continua a funzionare sino alla fine della seconda guerra mondiale. Nel Capodistriano è ancora in vita chi lo frequentò. Il valore del simposio, promosso dal Centro culturale italiano “Carlo Combi” di Capodistria, dalla municipalità, dalla Comunità Nazionale Italiana, dall’Istituto culturale italiano di Lubiana e da altri soggetti, ha avuto il pregio di radunare a Palazzo Pretorio e nelle altre istituzioni che hanno accolto il simposio, docenti, universitari e studiosi italiani, sloveni e croati, che hanno condotto studi su Grisoni, ponendo l’accento sulla sua passione di bibliofilo. “Abbiamo avuto modo di parlare approfonditamente di fondi librari istriani. La biblioteca è appartenuta a una famiglia nobile di rilievo a Capodistria, ma che con il passare degli anni è finita quasi completamente nell’oblio”, ci ha detto Kristjan Knez, direttore del “Combi”. “L’iniziativa ha avuto il merito di farli riscoprire e affrontare tematiche importanti come la collaborazione tra le due sponde dell’Adriatico sul traffico librario, le attività del settore e sulla libera circolazione del sapere. È stato posto l’accento sul ruolo culturale di Capodistria, che disponeva di altri importanti fondi librari come quello dei Gravisi e delle istituzioni religiose. Sono stati rinsaldati legami lunghissimi, come quelli con Rovigo. La nostra iniziativa vuol richiamare l’attenzione sull’esistenza dei libri Grisoni che, seppur mai nascosti, sono poco conosciuti dall’opinione pubblica”. Knez ha auspicato che gli studi sulla nobile famiglia e sulle sue iniziative in campo economico e umanitario proseguano. I punti centrali dell’evento sono stati anche la serata di giovedì a Palazzo Gravisi e la mattinata di ieri a Palazzo Brutti. I partecipanti, oltre ad ascoltare le relazioni, hanno potuto ammirare la mostra fotografica sui reperti rinvenuti, manoscritti e opere in italiano e francese del Grisoni. La Biblioteca centrale, rappresentata dal direttore David Runco e da Peter Štoka responsabile del reparto di storia e beni librari, ha aperto le porte per far ammirare gli armadi originali che contengono ancora oggi gli antichi libri e presentando altri documenti che testimoniano la presenza della famiglia in città e in regione. L’Archivio regionale ha allestito invece una mostra sui legami di parentela della famiglia con altri nobili casate, come quelle dei Gravisi.

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