Dignità e diritti umani: un impegno quotidiano

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Dignità e diritti umani: un impegno quotidiano

PORTOROSE| “Siamo nati tutti liberi … per la libertà, per la dignità e per la pace”, questo il filo conduttore del 57° incontro nazionale dei sopravvissuti sloveni ai campi di concentramento nazifascisti. Un appuntamento tradizionale che si svolge a Portorose alla presenza di alte autorità politiche, quest’anno rappresentate dal Presidente della Repubblica, Borut Pahor e dal tutore civico, Vlasta Nussdorfer. Si assottiglia purtroppo sempre più, data l’età, il numero dei reduci ancora in vita. In Slovenia sono poco più di 200, di cui solo una ventina in grado di aderire alle celebrazioni o agli incontri. Ma chi può, viene con un impegno instancabile perché consci che tra pochi anni non ci saranno più, per cui “occorre far sì che la memoria resti viva tramandando ai giovani i valori della libertà e del rispetto per la Patria”. Unanime la preoccupazione per i nazionalismi e la crescente intolleranza che si manifesta spesso in parole di incitamento all’odio. “È nostro compito lasciare ai giovani un mondo sicuro e pacifico, da qui l’importanza del dialogo, della libertà di parola, ma quella parola non finalizzata a umiliare e offendere il prossimo. Soltanto così si potrà spianare la strada verso una pace duratura”, ha ribadito Pahor annunciando che in occasione del 75° anniversario della liberazione del lager di Auschwitz, incontrerà dei gruppi di alunni e studenti, come peraltro ha già fatto in passato per occasioni analoghe. “Dopo le guerre, le sofferenze nei campi di concentramento, continuiamo a ripetere: mai più! Eppure ancora oggi siamo testimoni di forme d’intolleranza verso il prossimo in particolare nei confronti dei migranti e profughi, senza riflettere sui motivi per cui scappano dalla propria terra in cerca di un mondo migliore. È importante opporsi alle ideologie estreme che purtroppo trovano spesso terreno fertile”, ha rilevato la Nussdorfer nel suo intervento, sottolineando che la soluzione non è da ricercare esclusivamente nella legge, nelle sanzioni penali in materia di incitamento all’odio, alla discriminazione razziale, ecc. “Ognuno di noi può contribuire al rispetto e all’attuazione dei diritti umani sia in casa propria che nel mondo. Non si tratta di una conquista fatta una volta per sempre, bensì di un impegno che va profuso ogni giorno per sé stessi e il prossimo”, ha concluso l’ombudsman, ricordando che proprio quest’anno ricorre il 70° anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani.

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