È scattato ieri il periodo della tratta dei cefali nelle baie di Portorose e Strugnano. La tradizionale pesca è consentita soltanto in gruppo e non ai singoli operatori del settore. A guidarla sarà quest’anno Matjaž Radin. La sua flottiglia conterà 11 pescatori professionisti con altrettante imbarcazioni. Sono tutti titolari di un valido permesso di pesca commerciale da almeno un anno e hanno presentato domanda al Ministero delle Politiche Agricole, Forestali e Alimentari per la partecipazione alla tratta. Oltre ai cefali potranno trarre a riva anche il pesce bianco che rimanesse intrappolato tra le loro reti. Potranno scendere in mare sino al 30 aprile, scegliendo i giorni migliori per le battute al largo, in genere quando le acque diventano più fredde e i banchi di pesce si avvicinano alla costa.
Le prospettive sono incoraggianti. Il capo pesca Radin ritiene che il pescato rimarrà ai livelli dello scorso anno, oscillando, quindi, tra le due e le tre tonnellate.
I cefali e gli altri pesci saranno offerti nelle pescherie della fascia costiera, ma anche dell’interno del Paese. Non sarà consentita, almeno per ora, la loro preparazione sul molo e la vendita diretta alla cittadinanza. Nell’indire il bando, i responsabili del Ministero per le Politiche agricole hanno sottolineato che lo scopo della tratta è anche quello di mantenere in vita una tradizione secolare che, specialmente una volta, accomunava per alcuni giorni tutti i pescatori della zona e quando le reti venivano ancora tratte a riva a mano, richiamava molti curiosi per osservare gli sforzi coordinati degli uomini.
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