Capodistria nell’Associazione «Città del vino»

L’adesione sottoscritta dal sindaco Aleš Bržan e dal presidente Angelo Radica in concomitanza con i festeggiamenti nei palazzi locali per San Martino

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Capodistria nell’Associazione «Città del vino»
Aleš Bržan e Angelo Radica. Foto AIA

Capodistria è entrata nel novero del circuito internazionale dell’Associazione “Città del vino”. L’adesione, nel corso della cerimonia a palazzo Pretorio, è stata siglata dal sindaco Aleš Bržan e dal presidente Angelo Radica. Prima in Slovenia, terza extra-italiana, Capodistria segna la 510esima iscrizione all’Associazione istituita a Siena nel 1987, che nel suo entourage enumera una rete di Comuni a vocazione vitivinicola depositari di almeno una denominazione di origine o indicazione geografica protetta. “Per entrarvi”, così Radica, “occorre produrre una tradizione enologica connessa a valori ambientali, storici, culturali e produttivi documentati e non è da molto che la nostra Associazione si è allargata ad altri Paesi. Ogni nuovo membro tra l’altro deve vantare rapporti di comunicazione linguistica e culturale con l’Italia e Capodistria corrisponde appieno a standard che ci hanno fatti sentire davvero a casa”. Nell’itinerario virtuale che tocca paesi e città, custodite tradizioni, storia e cultura del vino che nell’Istria trovano “terra fertile”. L’obiettivo è di promuoverne il potenziamento dell’uva e le sue linee produttive locali di tipicità. Essere “Città del vino” significa collaborare attivamente a progetti di sviluppo sostenibile con particolare attenzione alla tutela del paesaggio e all’assetto territoriale per un turismo enologico “senza datazione” o limitazioni stagionali. Nel valorizzare le produzioni enologiche di vitigni autoctoni, l’Associazione concorre pure alla stesura di atti e norme a fondamento e tutela del vino di qualità. “L’adesione a tale realtà permetterà a Capodistria di promuovere, rappresentare e presentare la propria unicità condividendone valori, scopi e ideali già insiti e nostri”, così il primo cittadino Bržan. Impronta internazionale, progetti e attività vengono sostenuti a livello istituzionale grazie all’apporto del console generale d’Italia a Capodistria, Giovanni Coviello. Le “Città del vino” favoriscono la crescita economico-sociale del territorio, ma grazie a collaborazioni con enti e istituzioni di ricerca vinicola, riescono a offrire anche mirate soluzioni e appoggi di settore. L’evento, a cui hanno partecipato vari ospiti e autorità, partner della vicina Buie (spartiacque nella Confederazione) e del Friuli Venezia Giulia, dirigenti di aziende legate al calice, ma anche viticoltori, vinai e cantine vinicole in regione, ha già inquadrato Capodistria quale prossima meta del concorso “Notti del Vino”.

Impronta barocca al Museo regionale. Foto AIA

La piazza centrale, assieme ad altri edifici storici, è stata oltretutto teatro nel fine settimana dei festeggiamenti per San Martino. Nell’ambito della ricorrenza simbolica dei 1500 anni della località, l’Ente per i giovani, la cultura e il turismo ha inteso dare alla ricorrenza legata al vino una impronta architettonica pregna del passato e diversa dalle precedenti edizioni. Concetto innovativo di promozione del patrimonio, l’offerta di degustazione abbinata a spunti culturali è stata traslata in quattro realtà rappresentative della storia di Capodistria. Previo acquisto di appositi talloncini, nei palazzi di spicco Pretorio, Gravisi Buttorai, Tiepolo Gravisi e Tacco che ospita il Museo regionale, si sono presentati una trentina di cantine locali e produttori provenienti dall’Istria, dal Carso e dal Friuli-Venezia Giulia che hanno superato il centinaio di etichette nei prodotti, novelli o riserve, usciti dalle raccolte. Bianchi, rossi e rosati sono stati abbinati all’offerta di piatti a tema a seconda delle relative cornici collaterali. A palazzo Pretorio, ad esempio, sinuose movenze danzanti e letture poetiche vitivinicole bilingui hanno allietato gli ospiti. Nella sala centrale di palazzo Tiepolo, sede dell’ex Armeria, è stata rievocata la figura degli schermitori che hanno incrociato le lame a riproporre vecchie scuole d’armi accanto al simposio “Scienze e vino nel corso dei secoli”. A ravvivare palazzo Gravisi Buttorai, sede della Comunità degli Italiani “Santorio Santorio”, un quartetto d’archi al femminile ha creato dolci atmosfere nella sbalorditiva proposta pop di grandi successi. Impronta barocca, invece, nell’offerta del Museo regionale di Capodistria, grazie anche al gruppo in costume “Al tempo di Tartini” che opera in seno alla CI di Pirano, ricreata nel salone centrale con sottofondo di note classicheggianti. Il denso programma pomeridiano ha preceduto l’intrattenimento serale di musica. Uno stop al proprio ruolo di produttori e coltivatori delle pregiate uve ha tramutato vinai o osti in ospiti d’eccellenza che, riversatisi nelle strade a rianimare calli e vie, hanno raggiunto la piazza centrale di Capodistria invadendola con auto d’epoca ad affiancare la “carrozza” in bella mostra. Affidata al cantautore locale Rudi Bučar l’apertura nel brindisi, con il prosieguo musicale dell’ottetto Aljaž e del Dj Alex de Groove, la serata ha portato a conclusione di successo l’edizione speciale di “Altroke San Martino”.

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