Capodistria. Generazione 1956/57: un’allegra rimpatriata

Serata dedicata ai ricordi dopo quasi sette decenni dall’ingresso a scuola. Ricordato chi non c’è più con un commosso omaggio alla maestra Nives Mandič

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Capodistria. Generazione 1956/57: un’allegra rimpatriata
L'allegra tavolata. Foto gentilmente concessa da Aurelio Juri

CAPODISTRIA | Tanti ricordi e allegria, con qualche punta di malinconia. È trascorsa cosi la rimpatriata degli alunni della prima classe della Scuole elementare italiana, a 68 anni dai loro esordi sui banchi di scuola e a sei decenni dalla fine della scuola dell’obbligo. Correva l’anno 1956 e nelle aule del Collegio dei nobili si presentò una nutrita scolaresca. “Eravamo molto uniti grazie alla nostra compianta maestra, Nives Mandič, ma anche perché eravamo affiatati e amici. Rivalità e bullismo all’epoca non erano di moda”, scrive nel suo ricordo della serata Aurelio Juri, ex deputato e sindaco della città. “Siamo rimasti insieme nell’intero percorso elementare, sino all’ottava. Con qualcuno ci si conosceva già dall’asilo. Alcuni si aggiunsero a noi strada facendo, qualcun altro si sarebbe stufato prima e ci avrebbe mollato. Ma saremmo sempre rimasti in contatto. Poi ognuno ha scelto il suo percorso: chi al Ginnasio, chi all’Economica di Isola e chi il mondo del lavoro. Qualcuno si trasferito, seguendo i genitori, oltreconfine, a Trieste e più in là, qualcun altro, invece, venne da noi perché eravamo una classe di geni”, scherza ancora Juri. “Ci siamo ritrovati per ricordare insieme i nostri 60 anni dalla fine delle elementari. All’inizio abbiamo rivolto un pensiero a chi non è più tra noi: Guglielmo Gortan, Annamaria Giacovincih, Egidio Maranzina, Renato Coslovich, Marino Orlando, Elio Verardo, Sergio Scheriani, Franco Steffe e Gianni Vincoletto. Attorno alla tavolata eravamo, invece, Franca Apollonio, Dario Gregorich, Franco Železnjak, Gianfranco Defaveri, Bruno Prassel, Graziella Gandusio, Liviana Apollonio, Alda Basiaco, Claudio Battelli, il sottoscritto e Pino Giuseppe Bresich. Assente Mariella Zorzet”, specifica ancora Juri.
“Per la cronaca, non è stata la nostra prima rimpatriata. Personalmente voglio ringraziare Claudio e Alda per ricordarci regolarmente le tappe il nostro percorso a scuola, ma anche al Circolo di cultura ‘Antonio Gramsci’ (oggi Comunità degli Italiani ‘Santorio Santorio’) col coro, la mandolinistica, la filodrammatica, i corsi di economia domestica, qualche spunto d’arte e sport, a rinfocolare la presenza e l’identità italiana e istroveneta. Nella nostra città, un’identità che si sente oggi molto, al di là di quello che è il nostro peso numerico. Insomma, ci siamo dati da fare”, conclude il suo ricordo Aurelio Juri.

La scolaresca con la maestra Nives Mandič. Foto gentilmente concessa da Aurelio Juri

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