CAPODISTRIA| La Società per l’osservazione e lo studio degli uccelli (DOPPS) ha segnalato alle forze dell’ordine un residente nell’entroterra capodistriano che da tempo cattura e detiene illegalmente alcune specie di uccelli protetti. Gli agenti di polizia hanno perquisito la casa del sospettato, rivenendovi una trappola per la caccia dei volatili con tanto di richiamo vivo. Sono stati confiscati, inoltre, degli attrezzi per la tecnica di bracconaggio col vischio “parany”, nonché 20 esemplari di uccelli appartenenti a cinque diverse specie protette, ossia lucherino, cardellino, zigolo nero, passero e verdone comune. La stessa persona era stata indagata dalla polizia già nel 2013, ma allora l’ipotesi di bracconaggio si rivelò infondata.
All’operazione di polizia ha partecipato anche un collaboratore esterno del Museo di storia naturale della Slovenia, che ha identificato ed etichettato gli uccelli in modo appropriato. Gli agenti hanno rinvenuto, inoltre, un coniglio selvatico, vietato secondo la legge sulla caccia e la fauna selvatica. Da questo nuovo episodio di detenzione illegale di volatili, emerge che tali crimini in Slovenia sembrano sottovalutati.
Si stima che annualmente vengano catturati dai 2.500 ai 16.000 esemplari di uccelli. Le specie più ambite sono quelle canterine. Gli episodi si registrano soprattutto nella parte occidentale della Slovenia a fini commerciali. Nel comunicato stampa, la Polizia presuppone che tali pratiche controverse siano indirizzate in particolare al mercato nero italiano.