Attestato alla catechista Ondina Gregorich Diabaté

Il riconoscimento della Diocesi di Capodistria ottenuto dalle mani dal parrocco Primož Krečič per il pluriennale impegno e l’opera divulgativa in lingua italiana

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Attestato alla catechista Ondina Gregorich Diabaté
Il conferimento del riconoscimento. Foto: ELENA BUBOLA

Alla presenza del vicario vescovile Janez Arneš, uno dei riconoscimenti della Diocesi di Capodistria, dalle mani del parroco Primož Krečič, è andato alla catechista Ondina Gregorich Diabaté, ultimo baluardo che promuove valori cristiani in lingua italiana. L’attestato conferito al Duomo tra i molti fedeli, ne valorizza la collaborazione di lunga data e l’esclusivo supporto divulgativo nella lingua madre paritetica sul territorio. La connazionale, attiva a tutto tondo con una vocazione per l’insegnamento, è impegnata da sempre in ambito culturale e sociale non soltanto minoritario. Fa parte del Consiglio pastorale della parrocchia di Capodistria, dove è molto attiva dal ‘94. Praticante e devota, insegna fede, tradizioni, usi e costumi della religione presenti nell’area istriana. “Ricordo che la mia assidua frequentazione della Cattedrale dell’Assunta e San Nazario di Capodistria non passò inosservata e fu l’allora parroco Aleksandar Škapin, che arrivava da Sesana, a indirizzarmi al percorso da catechista, proponendomi per un ruolo in lingua italiana che tra i banchi aveva un solo bambino”. Reminiscenze degli esordi in seno alla chiesa la Gregorich Diabaté accoglie oggi settimanalmente 16 tra bambini e ragazzi, suddivisi in due gruppi, a un passo dai consacri. “Ho accettato per la congruità di avere e dare un apprendimento della dottrina cristiana in italiano ai tanti di giovani che altrimenti rischiavano di allontanarsi o perdersi perché sarebbe venuta a mancare la parlata locale”. Educazione paritetica nel diritto comunale, la Gregorich Diabaté catechista prepara oggi ragazzi per la prima Comunione (età 8-10 o dopo 3 anni di catechesi), la Cresima il cui sacramento viene impartito tra gli 11-13 anni o ultimati 6 anni di catechismo, ma pur in assenza di un oratorio – in funzione di un rito cattolico – non c’è un limite alla frequentazione dei suoi corsi in italiano, aperti a tutti anche in età adulta. Non subordinata a testi rigorosi “molti ragazzi restano o ritornano nei gruppi misti perché frequentarli non è soltanto una questione di religione, ma è aggregazione”, così la Gregorich Diabaté che precisa “è una proposta aperta intrisa delle nostre radici, quelle con cui festeggiamo i Santi seguendo il Calendario liturgico”. È doveroso trasmettere conoscenza dei luoghi di culto che in regione non sono pochi. “Ognuno di essi ha una storia pregressa, una leggenda da raccontare ed è giusto a mio avviso non perdere di vista un trascorso che rappresenta l’unicità della nostra identità da tramandare”. Un passato da insegnante sino alla decade scorsa, ha insegnato inglese per 37 anni alla media “Pietro Coppo” di Isola prima del meritato pensionamento, ecco perché, confessa, “i ragazzi sono il mio pane, è una crescita reciproca che ci mantiene e, anche se al momento sono l’ultima catechista in italiano, cercherò di portare avanti questa mia missione di fede finché mi sarà possibile”. Nel labirinto di vicoli capodistriani svelati nelle chiesette i molti Santi che dal patrono San Nazario ritrovano simboli e curiose trame, ad esempio la riscoperta della “festa de la Semedela”, un pellegrinaggio di devoti che mantengono vivi tramandi religiosi con ritrovo in quest’ultimo caso nella chiesa della Beata Vergine delle Grazie risalente al 1639. La Gregorich Diabaté in questo periodo rievoca tra l’altro con i suoi adepti anche vecchie abitudini famigliari. “Dell’albero addobbato a candele e frutta secca alle frittole come dolce tipico natalizio, dalle figure del nostro presepe alle usanze della vigilia natalizia, parliamo pure di San Nicolò che non portava regali e, a sostituire la Befana c’erano i Tre Re a segnare il momento che chiudeva le feste portandosi via le rappresentazioni del Natale”. C’è gioco, complicità, ilarità e qualche brano dei tempi andati legato a chiesa e religione. Educazione del culto, oltre alla funzione di catechista la Gregorich Diabaté si distingue sin dalla fine degli anni ‘80 anche in ambito comunitario, ma è la tutela in toto del patrimonio culturale materiale e immateriale d’impronta cristiana di una “Caput Histriae” che le è valso il prestigioso riconoscimento dalla Diocesi capodistriana proprio nella domenica liturgica che ha preceduto la prima dell’Avvento.

Ondina Gregorich Diabaté.
Foto: ELENA BUBOLA

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