Zona industriale di Kukuljanovo: la produzione non si ferma

Malgrado la difficile situazione legata al coronavirus, alle spalle di Fiume si continua a lavorare regolarmente. «Dovremo recuperare il tempo perso e richiamare gli investitori», sottolinea la direttrice Linda Sciucca

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Zona industriale di Kukuljanovo: la produzione non si ferma

C’è un paziente che fin dal primo giorno dallo scoppio dell’epidemia si trova sotto stretta osservazione. È l’economia. Colpita e affondata dallo tsunami coronavirus, che ha travolto tutto e tutti. Uno shock confermato anche dai numeri: le stime indicano infatti un potenziale crollo del 10 per cento del Pil nazionale qualora l’emergenza non dovesse rientrare in tempi brevi. Una flessione ben più grave anche di quella registrata nel 2009, in seguito alla grande recessione. Tra i vari settori, a soffrire maggiormente il lockdown è l’industria, sulla quale ricade circa un quinto del Pil croato. Il rallentamento della produzione, le chiusure forzate delle fabbriche e il calo degli investimenti sono le conseguenze più evidenti. Dopo che le misure di contenimento hanno iniziato a dare risultati incoraggianti, portando a un deciso miglioramento del quadro epidemiologico in tutto il Paese, in questi giorni si sta procedendo a un graduale allentamento delle restrizioni per far ripartire l’economia soffocata dal Covid-19. Tuttavia, al momento non è ancora possibile prevedere quando e in quale misura i ritmi produttivi torneranno alla normalità. L’unica cosa certa è che la ripresa sarà lenta e limitata rispetto alla caduta.
Malgrado la crisi, c’è chi ha saputo adattarsi molto rapidamente alle nuove circostanze venutesi a creare. È il caso della Zona industriale di Kukuljanovo, la più grande del Paese, dove l’attività produttiva non si è mai fermata.
Si continua a costruire
“Prima della pandemia avevamo intrapreso delle trattative con una decina di nuovi investitori, che ovviamente adesso hanno tirato il freno – spiega la direttrice della società Industrijska zona, la connazionale Linda Sciucca –. Purtroppo le nostre attività più remunerative, come la vendita dei terreni e la concessione dei lotti di costruzione, è venuta meno. Ad ogni modo, non ci siamo mai fermati e stiamo continuando a lavorare al rilascio dei vari permessi e al prosieguo delle opere di costruzione. Al pari della Città di Buccari, impegnata nella realizzazione di due strade, con relative infrastrutture di supporto, per una superficie complessiva di 28.962 metri quadrati, che verranno messi a disposizione dei nuovi investitori. Un progetto del valore di 25 milioni di kune, di cui 10 stanziati attraverso i fondi europei. A Škrljevo, all’ingresso sud della Zona, sta sorgendo la caserma dei Vigili del fuoco. Un investimento di 11 milioni di kune che assicurerà un maggiore livello di sicurezza all’intero polo industriale. Infine, procedono pure i lavori di costruzione del nuovo centro logistico delle Poste croate, attualmente il cantiere più grande della Zona industriale, per un valore complessivo di 60 milioni di kune”.
Il fatto che le opere di costruzione continuino nonostante tutto, rappresenta un aspetto cruciale in un momento così delicato, ma guai a cantar vittoria perché, come detto, è ancora troppo presto per poter stimare l’impatto della crisi, che con ogni probabilità sarà molto pesante. La priorità è quindi cercare di limitare i danni.

La direttrice Linda Sciucca

Nessun taglio degli stipendi
“Sono convinta che gli investimenti intrapresi non si fermeranno – prosegue la direttrice –, pertanto nel corso dei mesi seguenti vedremo crescere nuovi capannoni e nuove strade, con la fisionomia della Zona che continuerà a cambiare, come del resto ogni anno. Sicuramente mancheranno nuovi investitori in veste di acquirenti o concessionari dei terreni edili, che di norma sono una decina ogni anno. Dato il periodo necessario per la progettazione e l’ottenimento dei permessi di costruzione, che varia da 6 a 12 mesi, gli effetti di questa crisi si vedranno appena l’anno prossimo. Se la società chiuderà in rosso il 2020? Molto dipenderà dal fatto se verranno o no stipulati nuovi contratti di vendita o di concessione. Quest’anno abbiamo avuto una vendita e abbiamo attivi dei contratti di concessione con alcuni investitori, perciò confidiamo che queste entrate saranno sufficienti in termini di liquidità, ma qualora non ci dovessero essere nuovi contratti e se a ciò aggiungiamo spese di natura contabile, allora c’è il rischio di chiudere l’annata in rosso. Taglio degli stipendi? Al momento non c’è stata la necessità di ricorrere a questa misura. Essendo la nostra società di proprietà della Città di Buccari, ci siamo confrontati direttamente con essa. Assieme abbiamo rivisto i numeri delle entrate e delle uscite pianificate, nonché ridotto i costi laddove è stato possibile farlo. Se le entrate rientreranno nei parametri prefissati, e se al contempo il quadro generale si normalizzerà tra maggio e giugno, allora non ci sarà bisogno di abbassare i salari”.
Aziende responsabili
Anche a Kukuljanovo hanno dovuto giocoforza riorganizzarsi e adottare le necessarie misure di contenimento. “Seguendo le disposizioni del Comando della Protezione civile nazionale, ci siamo divisi in due team, uno al lavoro e l’altro a casa in ferie (vecchie e nuove), in turni da 15 giorni. Le varie aziende operanti nella Zona si sono organizzate ognuna a modo suo e la metà dei 4.500 dipendenti è presente fisicamente. Tutte le misure per fronteggiare la pandemia sono state prese e coordinate con il Comando regionale della Protezione civile, della quale io sono peraltro membro attivo. La società Industrijska zona ha il compito di verificare come e se le imprese hanno implementato tali misure, e devo dire che tutte le aziende si sono dimostrate responsabili nell’adottarle. Anche la Città di Buccari ha approvato una serie di misure di sostegno all’economia locale, tra cui la dilazione di determinati obblighi”.
Fiducia e ottimismo
In questo momento la parola d’ordine è ripartire. “Sono fiduciosa e ottimista, soprattutto alla luce di quanto fatto finora dal governo nel contenimento dell’epidemia. Torno a ripetere, noi non ci siamo mai fermati e continuiamo a lavorare. Confidiamo in una rapida ripresa. Dovremo tuttavia essere più veloci nel momento in cui si tornerà alla normalità per recuperare il tempo perduto e per richiamare gli investitori. Tengo infine a sottolineare che nella Zona ci sono anche aziende di capitale estero, tra cui due italiane: la Adria Čelik, fondata dalla Carpenteria Viganò S.r.l., e il Gruppo Sincro di proprietà Soga S.p.a. Nessuna delle due ha mai sospeso la produzione, e tantomeno le loro sedi operanti nel Bel Paese, e i loro prodotti vengono regolarmente esportati sul mercato italiano”, conclude Linda Sciucca.

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