Willkommen und… Spasibo. Pola torna a parlare turistico

La lenta e timida ripresa risveglia le vie, le piazze e i ristorantini

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Willkommen und… Spasibo. Pola torna a parlare turistico

Miracolo. Per strada si sente parlare tedesco. Dopo tre mesi di assordante silenzio, ecco che Pola torna a popolarsi di cittadini stranieri. Nella fattispecie, turisti. In prevalenza, manco a dirlo, germanici. Quelli che girano in T-shirt e calzoncini corti anche in inverno, scalzi prima di tutti gli altri popoli del pianeta, resistenti a tutte le condizioni meteorologiche avverse. Il primo pomeriggio in città non è più quel deserto urbano che ci siamo lasciati alle spalle con il lockdown.
Timidamente e senza troppe aspettative, i ristoranti di piazza Foro hanno riaperto i battenti e steso le tovaglie sui tavoli. Sono tornati a servire i fritti di carne e di pesce, che non sono il massimo della gastronomia locale, ma hanno il pregio di essere resistenti a ogni urto. I locali di via Sergia non osano ancora, ma in questo caso si tratta in prevalenza di pizzerie e ristoranti precipuamente stagionali, che vivono solo di turismo di massa e non accettano le mezze proposte (o i mezzi ricavi). In compenso, in via Kandler c’è del fermento che promette. Alcuni ristoranti avevano aperto un paio di settimane fa, al primo via libera della Protezione civile, ma sono rimasti generalmente inoperosi fino a questa settimana. L’altro ieri il leggendario “Dva ferala” ha servito i “primi due tavoli” di turisti stranieri: russi amanti del pesce e tedeschi amanti della carne. Solo piatti di portata, per capirci, ottime scelte. Insomma, cibo fresco di giornata e ricette provate che affondano le radici in tradizioni anche secolari.

Riaprono i locali commerciali stagionali

Folla… relativa
Così Pola sta tornando la Babele di un tempo. D’accordo, non esageriamo. In condizioni normali, a quest’ora le presenze straniere in città si conterebbero a decine di migliaia, mentre oggi andiamo a caccia di famiglie sparute e piccole comitive che suscitano la sorpresa dei locali solo perché fino a qualche giorno fa non c’era ancora anima viva. La percezione che abbiamo delle cose e dei fenomeni è così: sempre relativa a un contesto, a una condizione temporanea, mai oggettiva fino in fondo. L’anno scorso Pola è stata visitata da mezzo milione di turisti o poco meno, che hanno realizzato qualcosa come 2,3 milioni di giornate presenza. Anche l’anno scorso i record sono stati battuti per qualche punto percentuale rispetto all’anno precedente. Come andrà a finire quest’anno? É difficile a dirsi, se non impossibile. Lo scorso fine settimana sono entranti in Istria 16.000 vacanzieri che si sono distribuiti tra le mecche turistiche della costa (Rovigno, Umago, Parenzo, ecc…) e le villette con piscine dell’hinterland (Montona, Pisino e compagnia bella). Qualcuno è passato anche per Pola.
Più che affari, affarucci
In linea di massima, c’è del lavoro per qualcuno ma non c’è lavoro per tutti, e infatti i locali commerciali che campano di vendite stagionali sono ancora in buona parte chiusi. Tuttavia ci sono anche i primi sintomi di lenta ripresa della vita di tutti i giorni. Con i primi turisti, sono tornati in attività gli sportelli del cambio della valuta straniera che praticano tassi di cambio sensibilmente più svantaggiosi per i turisti rispetto a quelli delle banche. Sono tornati anche i rivenditori di quadri negli androni dei palazzi storici adibiti a bancarelle estive. E sono tornati anche alcuni dei rivenditori di cappelli di paglia e teli da spiaggia, ma non tutti. Quanto alle gelaterie, si stanno appena appena svegliando. Qualcuna è già pronta per servire le masse (che non ci sono) e altre sono ancora ferme ai lavori di manutenzione dei locali. Beh, qualcosa si muove, dopo tutto. Vedremo con quali risultati.

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