L’emergenza coronavirus ha fatto diventare tutti un po’ più buoni e soprattutto coscienti della vulnerabilità delle persone e del personale medico e paramedico. Il pericolo contagio è grande e non sempre ci sono gli strumenti per prevenirlo, come mascherine e visiere protettive. Ebbene, aderendo all’azione promossa dagli studenti croati, che con i printer 3D si sono inclusi nell’azione contro il coronavisur, la Città di Umago ha deciso di avviare la produzione di visiere protettive nella sala del Consiglio municipale.
Grazie ai printer 3D (dono precedente del Lions club di Cittanova alle scuole) e all’inventiva di Jani Štefanek, studente della terza classe del Ginnasio classico di Pisino e di sua madre Sonja Poropat Štefanek, la produzione di visiere è stata avviata per la soddisfazione di tutti.
Dopo che il giovane, volontario della Croce rossa e del Comitato locale di Muiella, aveva prodotto la prima visiera in 3D, La città ha messo a disposizione non solo le stampanti 3D delle scuole elementari, ma perfino la sala del Consiglio cittadino.
“Voglio ringraziare Sonja Poropat Štefanek e suo figlio per questa lodevole iniziativa – ha detto il sindaco, Vili Bassanese – perché si tratta di un aiuto insperato per il personale medico e paramedico della Casa della salute di Umago e di tutti gli operatori sanitari, che è arrivato al momento giusto, visto che sul mercato c’è carenza di questi articoli, utilissimi per evitare il contagio”.
Si lavora pure ad Albona
Pure la Scuola media superiore “Mate Blažina” di Albona partecipa, come molte altre scuole della Regione istriana, all’iniziativa promossa per la creazione degli elementi necessari per le visiere protettive, da realizzare con stampante 3D, per il personale medico e infermieristico per assisterlo nel suo lavoro contro il Covid-19.
A crearli nel caso della SMS albonese è il professor Sanjin Šumberac, il quale sta portando avanti l’impegno assieme alle lezioni di elettrotecnica, che si svolgono, come tutte le altre lezioni e materie scolastiche, online. Egli utilizza due stampanti 3D, entrambe di proprietà della SMS albonese, di cui una è stata donata dall’Associazione degli artigiani di Albona. Il processo produttivo è piuttosto lungo e serve portare pazienza. Gli apparecchi rimangono accesi tutto il giorno, quanto basta a creare non più di due o tre pezzi.
“Due giorni fa ho adattato i modelli copiati da un sito web alla nostra stampante 3D e ho creato il cosiddetto codice G, dopodiché è iniziato il processo di stampa, che è ancora in corso e continuerà fino all’esaurimento del materiale. Con il sostegno del preside, Čedomir Ružić e dei miei colleghi, per il momento utilizzo il materiale messo a disposizione dalla SMS, mentre presto cominceremo con l’acquisto di maggiori quantità dei cosiddetti filamenti”, ha dichiarato Šumberac.
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