
La violenza sulle donne non è solo un problema sociale a livello di Unione europea, ma una crisi che riguarda i diritti umani. In occasione della Giornata internazionale della donna che si celebra domani, 8 marzo, il relatore del Parlamento europeo per la nuova strategia per la parità di genere, Marko Vešligaj, ha presentato i risultati del focus tematico dell’indice sull’uguaglianza di genere per il 2024, elaborato dall’Istituto europeo per l’uguaglianza di genere (EIGE). La conclusione è purtroppo scontata: la violenza di genere resta un fenomeno presente, grave e poco denunciato in tutta l’UE.
I dati del rapporto
I dati sono particolarmente preoccupanti per quanto riguarda la Croazia. Dal rapporto si evince che:
- 1 donna su 4 ha subito violenza fisica o sessuale dall’età di 15 anni
- Ci sono 6,5 casi di femminicidio ogni milione di abitanti
- 1 donna su 2 vittima di violenza subisce le conseguenze sulla propria salute
- Più di un terzo delle donne non racconta a nessuno la violenza subita
- Il 50% degli uomini in Croazia ritiene che sia accettabile controllare le finanze della moglie
- Il 54 % degli uomini in Croazia e il 51% delle donne ritengono che le donne, se condividono privatamente le proprie immagini intime, siano almeno in parte responsabili se queste vengono condivise online senza il loro consenso
- Il 24% degli uomini in Croazia ritiene che se una donna subisce violenza sessuale sotto l’effetto di alcol o droghe, sia almeno in parte responsabile
- 1 uomo su 5 in Croazia pensa che le donne spesso inventino o ingigantiscano le accuse di abusi o stupri
L’UE ha adottato misure significative per combattere la violenza di genere, principalmente con la direttiva sulla lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica (maggio 2024) e con l’adesione alla Convenzione di Istanbul (2023). Nonostante ciò, cinque Stati membri (Bulgaria, Repubblica Ceca, Ungheria, Lituania e Slovacchia) non hanno ancora ratificato la Convenzione di Istanbul e l’attuazione della direttiva è ancora in corso.
Accesso ai servizi di supporto
Per le donne vittime di violenza, l’accesso ai servizi di supporto è fondamentale, ma i nuovi dati europei mostrano che i rifugi sono ben al di sotto dei livelli raccomandati dalla Convenzione di Istanbul: solo 7 Stati membri soddisfano il requisito minimo di un posto letto ogni 10.000 abitanti e solo 7 Stati membri forniscono sufficienti centri di consulenza femminile, ben al di sotto del numero raccomandato di un centro ogni 50.000 donne.
Questa ricerca rivela anche che i Paesi con punteggi più bassi nell’ambito dell’uguaglianza di genere tendono ad avere livelli più elevati di accettabilità sociale della violenza contro le donne. Ciò suggerisce che i progressi in materia di uguaglianza e gli sforzi per combattere la violenza contro le donne devono andare di pari passo.
Sensibilizzare la cittadinanza
“In qualità di relatore del Parlamento europeo per la nuova strategia europea per la parità di genere, ritengo sia fondamentale garantire che la lotta alla violenza sulle donne resti una priorità assoluta per l’UE e per tutti gli Stati membri. Il primo passo è sensibilizzare la cittadinanza sul problema della violenza e modificare gli stereotipi di genere consolidati, che spesso sminuiscono la portata e la profondità di questo problema. La violenza contro le donne affonda le sue radici nel controllo, nel predominio e nelle disuguaglianze. Sebbene l’UE abbia adottato misure legislative rigorose, la lotta per ottenere progressi concreti richiede un’azione urgente da parte dei legislatori nazionali, della società civile e dell’opinione pubblica. Credo che in Croazia non ci sia una vera volontà di affrontare questo problema né a livello governativo, né sociale. Non esiste ancora una massa critica che si opponga davvero al patriarcato. Una cosa è emanare leggi, un’altra è mettere in pratica tutto ciò che queste dicono e garantire risorse adeguate a tale scopo. Ma la lotta non si ferma, ed è uno dei motivi per cui domani mi unirò alla Marcia notturna di Zagabria e invito tutti i cittadini a fare lo stesso”, ha concluso Marko Vešligaj.
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