Vergarolla. Commovente omaggio alle vittime

Oggi a Pola la cerimonia di commemorazione dei 64 morti e delle decine di dispersi della strage avvenuta il 18 agosto di 78 anni fa sulla spiaggia cittadina, ora porto della Marina militare

0
Vergarolla. Commovente omaggio alle vittime
La cerimonia in piazza San Tommaso. Foto: Daria Deghenghi

Era domenica e faceva un caldo tremendo anche quel 18 agosto di 78 anni fa, quando la spiaggia di Vergarolla venne stordita da una serie di boati, inghiottita dalle fiamme e soffocata dal fumo per trasformarsi in un sepolcro di innocenti. Ieri mattina a Pola le due cerimonie in ricordo delle 64 vittime identificate e altre decine di dispersi e feriti di cui la storia disgraziatamente non ricorda i nomi. Prima in ordine di tempo, la toccante cerimonia del lancio di una corona di alloro nello specchio di mare di quella che un tempo è stata la spiaggia e oggi è il porto della Marina militare di Vergarolla. Il gesto simbolico è avvenuto a bordo del battello Martinabella noleggiato dall’Associazione Italiani di Pola e dell’Istria Libero Comune di Pola in esilio. Livio Dorigo – uno degli ultimi superstiti della strage che, scampato il pericolo, è ancora in grado di narrare l’evento vissuto – ha lanciato la corona in mare in un atto di commovente ricordo dell’ecatombe.
Le commemorazioni si sono poi trasferite sulla terraferma grazie alla Città di Pola, sotto la cui egida oggi tutti ricordano l’immane tragedia. Prima la Messa in suffragio delle vittime al Duomo e poi la lunga cerimonia della benedizione e della posa delle corone di fiori ai piedi del cippo con le orazioni delle autorità. Al sindaco Filip Zoričić si deve il merito di essersi preso l’impegno di completare il monumento con i nomi delle vittime, cosa che in passato le altre amministrazioni hanno omesso di fare.

Un Parco della Pace e i nomi delle vittime

“Quest’evento ha segnato la storia della nostra città e le conseguenze della tragedia hanno cambiato le vite e i destini di molte persone. Sta a noi preservare la memoria di quel triste giorno, affinché le generazioni future non dimentichino. Lo faremo attraverso incontri come questo, ma anche rendendo noti i nomi delle vittime che saranno incisi sul cippo commemorativo”, ha detto il sindaco, cui hanno fatto eco, a turni, autorità e ospiti con messaggi dello stesso tenore e tono. Il presidente dell’Unione Italiana Maurizio Tremul ha ribadito l’importanza della memoria: “Siamo il nostro agire, ciò che apprendiamo, gli insegnamenti che ci hanno indicato il cammino, gli esempi che abbiamo seguito o rinnegato, le scelte che abbiamo compiuto nell’esercizio del nostro libero arbitrio. Siamo il nostro vissuto, le esperienze che abbiamo compiuto, la memoria collettiva che condividiamo, la memoria personale che reinterpreta i nostri ricordi nella narrazione che vogliamo conservare della nostra vita terrena. Siamo la nostra lingua che contribuisce a determinare la nostra identità, siamo la nostra cultura, l’identificazione con una civiltà, un popolo e la sua storia. Rispettiamo le memorie degli altri anche se diverse dalle nostre. Sono trascorsi 78 anni da quella tragica domenica, eppure non è dato ancora sapere cosa sia realmente accaduto. Il perché è ancora senza risposta. La ricerca della verità deve però proseguire, lontana da forzature strumentali”, ha concluso Tremul lanciando la proposta di creare a Vergarolla un Parco della Pace, “del pentimento e del perdono, valori determinanti per ogni riconciliazione”.
“Ricordare Vergarolla è un obbligo e un dovere – ha affermato Jessica Acquavita, vicepresidente della Regione istriana in quota CNI –. Lo dobbiamo a coloro che hanno lasciato questa terra; lo dobbiamo a tutti quelli che, nonostante le difficoltà, in questa Regione hanno deciso di rimanere; lo dobbiamo a quelli che forse un giorno la lasceranno; lo dobbiamo fare per tutti coloro che questa Regione ha accolto e che continua ad accogliere. Perché soltanto ricordando, dimostreremo quando sia importante coltivare il rispetto per il dolore delle ferite subite e provocate”.
Il console onorario Tiziano Sošić ha citato Primo Levi e non a caso: “Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario” per dire che “conoscere per ricordare, per testimoniare e per diffondere un messaggio di pace” è un dovere morale per cui va reso il merito all’amministrazione cittadina che “ha colto appieno il significato di questa commemorazione”. Emozionato il vicepresidente del Sabor e deputato al seggio specifico della CNI Furio Radin, che ha rievocato il ricordo dei nonni residenti alle “baracche”: “Pensavamo che sia scoppiata di nuovo la guerra. Bisogna ricordare queste cento vittime che hanno lasciato la vita in un giorno caldo come questo facendo gare sportive in una città che ai quei tempi, essendo in zona A, era ancora una città italiana. Non vogliamo fuggire nel passato, ma dobbiamo ricordare”, ha concluso Radin, mentre la presidente dell’Assemblea della Comunità degli Italiani di Pola, Debora Radolović, ha ribadito il concetto: “Ricordare la strage di Vergarolla è un dovere civile e morale perché la memoria crea giudizi e valori e aiuta a orientarci nel presente”. “Che non abbia a ripetersi mai più”, ha detto il presidente dell’Associazione antifascisti di Pola Boris Siljan, dopo aver ripercorso date e fatti di quel 18 agosto che vestì la città di lutto.

L’Ospedale intitolato al dott. Micheletti

Infine, il presidente del Consiglio regionale della minoranza italiana autoctona Ennio Forlani ha dato notizia del fatto che su iniziativa del Consiglio, Regione e Unione Italiana, si sta formalizzando la richiesta al ministero della Sanità di intitolare l’ospedale di Pola al dottor Geppino Micheletti, il chirurgo-eroe della strage di Vergarolla. Commosso, anche in questa sede, Livio Dorigo: “Ho vissuto momenti che non posso neanche descrivere a parole e allora ditemi voi se questi incontri possono essere dei semplici riti? La storia ha bisogno della consapevolezza di quello che si sta facendo e del perché lo si sta facendo. Non il rito, ma la consapevolezza di un impegno degli uomini per il futuro della pace. Vergarolla dev’essere un impegno per la pace”. Tra i messaggi uditi anche quello della senatrice della Repubblica italiana Tatiana Rojc (Pd), trasmesso dalla moderatrice Tatiana Šverko: “Noi tutti continuiamo a chiederci il perché di tanta premeditata crudeltà. Quando ci sono oltre cento vittime, bambini, giovani, famiglie intere e parenti che non hanno potuto avere una tomba su cui piangere, s’impone il dovere di ricordare, coltivare questa memoria e tramandarla ai posteri. La storia ha lasciato nelle terre adriatiche esempi terribili per chi volesse imparare a non ripetere errori e orrori. Sorde purtroppo sono troppe orecchie di potenti, che oggi scatenano guerre e provocano nuovi esodi di massa. E allora imponiamoci di ricordare”, dice nel suo messaggio Rojc, che rivolgendosi allo Stato italiano si rammarica per il fatto che questa tragedia “non è ancora entrata nella coscienza collettiva nazionale al pari di altre stragi che commemoriamo”. Infine, invita a “inchinarsi con profonda commozione a figure eroiche come il grande dottor Geppino Micheletti” verso cui auspica “la città di Pola saprà rendere giusto onore”.
A completare il quadro delle orazioni, quella conclusiva di Graziella Cazzaniga Palermo, presidente dell’AIPI LCPE, che ha ringraziato tutti per la partecipazione, ma soprattutto il sindaco per l’impegno preso di completare il monumento con i nomi delle vittime.

 

Le autorità in prima fila durante la messa in suffragio delle vittime. Foto: Daria Deghenghi
A bordo del battello Martinabella. Foto: Daria Deghenghi

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display