Venezia e Istria: legame indissolubile

Negli ambienti della Scuola media superiore italiana «Dante Alighieri» ha avuto luogo l’inaugurazione di una delle tre esposizioni comprendenti i pannelli informativi sui contenuti dell’iniziativa, sviluppata nel concept Europa Adriatica Nordest

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Venezia e Istria: legame indissolubile
Il taglio del nastro al vernissage della mostra dedicata al patrimonio culturale della Serenissima. Foto Arletta Fonio Grubiša

Se l’Istria con Pola e Rovigno hanno portato con sè il sole e l’entusiasmo dell’iniziativa a Venezia, Venezia in questi giorni ha riportato il sole e bellissimi propositi e raggiungimenti sul nostro territorio peninsulare facendo luce su un progetto cresciuto rigoglioso nell’ambito delle istituzioni formative, ma superando i confini degli ambienti scolastici, per assumere una dimensione più ampia, dal pregio socio-culturale, ma anche politico transfrontaliero. Non esiste più un ponte tra Venezia e l’Istria. C’è un legame vero e inscindibile, costruito stavolta da giovani abilitatisi a fare tesoro del patrimonio della Serenissima, di valori in cui si è riusciti a riconoscere le radici di un passato, degli aspetti di una tradizione e di un vivere comune autentico e prezioso, ora senza confini e inserito nel contesto della grande famiglia europea. Non vi è stata pretesa di rinnovare alla grande il fasto della famosa Repubblica e il significato profondo delle tradizioni veneziane, ma volens o nolens, i promotori del progetto educativo-culturale dedicato al patrimonio culturale del mondo veneziano, che ha generato un gemellaggio senza precedenti tra istituti formativi da una all’altra parte della sponda, ha illuminato tutti di orgoglio collettivo, generato interesse e la riscoperta di un’identità a volte sopita, fino a ragionare nell’ottica dell’ulteriore valorizzazione dei beni comuni, che traggono origine da quella fu regina tra le capitali del Mediterraneo nei secoli che furono. Dopo il meeting dei partner per il progetto che vede le scuole venete e istriane riunite per (ri)scoprire assieme la “veneticità” (cultura, lingua, tradizioni, storia, arte ecc.), ecco anche la tappa polese, negli ambienti della Scuola media superiore italiana “Dante Alighieri”, dove ieri ha avuto inaugurazione una delle tre esposizioni comprendenti i pannelli informativi sui contenuti del progetto, sviluppato nel concept Europa Adriatica Nordest.

Vittorio Baroni, Diriana Delcaro Hrelja, Jessica Acquavita, Tiziano Sošić, Krešimir Vlasić e Germano Fioranti. Foto Arletta Fonio Grubiša

Il taglio del nastro

Anche ieri, come il giorno prima a Rovigno, si è lavorato di forbici per tagliare il nastro, quale simbolico e ripetuto atto di inaugurazione della mostra, che mediante materiali culturali prodotti in chiave contemporanea, ripercorre otto tematiche: sostenibilità, arte, gastronomia, commercio, architettura, etnologia, musica e produzione, generando una piccolo contributo di marketing territoriale attraverso la valorizzazione del patrimonio materiale e immateriale, nonché la logica dello sviluppo di relazioni entro il territorio dove la Serenissima ha lasciato la propria impronta più preziosa. Un anno di attività, 241 persone in cooperazione, 39 organizzazioni ed enti coinvolti e la partecipazione dei votanti del logo progettuale ha creato soprattutto comunanza, momenti di condivisione e reciproca considerazione. Dietro ai pannelli ci sta questo e tanto altro ancora di encomiabile, che non resta chiuso a livello di visione reale, dal vivo per un periodo limitato, ma diventa un bene ammirabile dal più largo pubblico, mediante l’approfondimento dato attraverso piattaforma digitale.

I ragazzi curiosi e sollecitati a imparare. Foto Arletta Fonio Grubiša

Ringraziamenti sinceri

Fiera di ospitare l’evento, Debora Radolović, preside della Dante, ha salutato i presenti nel salotto di una scuola non nuova ai legami generati da una spontanea simpatia e comunicazione con l’altra sponda. Benvenuto a Vittorio Baroni, spiritus movens della progettazione, Diriana Delcaro Hrelja, vicepresidente dell’Assemblea UI, Jessica Acquavita vicepresidente in quota CNI della Regione istriana, Tiziano Sošić Console onorario d’Italia, Germano Fioranti, guida turistica alla Basilica di San Marco, connazionale responsabile per la cooperazione internazionale del Rotary Club di Pola, il presidente del Club Krešimir Vlašić e Ardemio Zimolo in rappresentanza dell’Assemblea della CI di Pola. L’attenzione della direttrice scolastica è andata subito in direzione di Vittorio Baroni. “Ha ideato, reso fattibile e coordinato un nostro sogno di lunga data”. L’autore del progetto ha viceversa rivolto il proprio ringraziamento a Debora Radolović, ricordando quella prima riunione di un anno e mezzo fa, in direzione scolastica, quando si era cominciato a ragionare in merito a dei propositi che poi hanno iniziato ad assumere una forma sempre più definita e apprezzabile grazie all’entusiasmo della cooperazione mediante il sostegno della Regione Veneto, all’ente capofila, Fondazione Engim Veneto con l’Istituto Tecnico Marinelli Fonte di Venezia, SFP CIF Engim Venezia, SFP Turazza Engim Treviso, SFP Patronato Leone XIII Engim Vicenza in partnership con la SMSI Dante Alighieri di Pola e la SMSI di Rovigno, l’Unione Italiana, la Comunità degli Italiani di Pola e la CI Pino Budicin di Rovigno.

Un patrimonio di tutti

Baroni ha poi passato in rassegna uno ad uno i pannelli della mostra, illustrandone i contenuti e gli aspetti tecnici della loro realizzazione (curati con il supporto della giornalista Nadia De lazzari), dopo aver fatto incetta dei lauti contributi degli allievi delle scuole. La “collezione” di informazioni che ne è scaturita risulta ora un omaggio a un singolare patrimonio. “Non è il patrimonio di Venezia – ha precisato – non è un patrimonio dell’Istria, di Pola, di Rovigno, della Croazia o dell’Italia. È un patrimonio di tutti”. Plauso quindi alla nuova realtà del riconoscimento reciproco, all’idea di stare assieme, dando segnale di superamento del trauma generato dalle disgrazie del 900, rendendo merito all’Unione Italiana che ha retto al botto di un periodo difficile. Esempio di cultura condivisa sarà anche una prossima iniziativa, per cui Baroni ha annunciato la pubblicazione di un libro sul presente progetto in versione bilingue, italiana e croata, a tutto vantaggio della divulgazione del patrimonio veneto. A seguire l’invito pubblico ai presenti per sfruttare questo utile aspetto digitalizzato della mostra al fine di estendere le conoscenze acquisite. Qui pure una curiosa anticipazione: si parla di viaggio e promozione della cultura veneta via mare a bordo della Ammiraglia, una nave di propositi tra Venezia, Pola e Lussino ancora in gestazione. Ma si tornerà a parlarne in una prossima occasione, come pure dell’intenzione di estendere l’attuale progetto con una seconda puntata in direzione del settore formativo universitario.

Un lavoro senza frontiere

A seguire il “grazie ai ragazzi” dedicato per voce di Diriana Delcaro, il compiacimento di Germanio Fioranti per questi momenti importanti di rafforzamento di legami storico-culturali, ma anche politici e lavorativi, mentre Jessica Acquavita ha invitato tutti a “puntare i riflettori su coloro che hanno lavorato”, i ragazzi, i loro mentori e tutti quelli che hanno permesso di toccare con mano la lingua e cultura veneta. Onorato di rappresentare lo Stato italiano in un’occasione come questa, Tiziano Sošić, ha lodato l’approccio moderno all’operazione di recupero compiuta ripudiando la solita, classica narrazione storica, generando amicizia tra coetanei all’insegna della riscoperta di veri e genuini legami. “Finalmente un lavoro senza frontiere” ha tra l’altro commentato Ardemio Zimolo nel leggere cotanto di veneziano vivere concentrato in questa serie di pannelli. Ammirare per credere.

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