Valutazione degli insegnanti: «Non inizierà il 1° gennaio»

Lo rende noto il ministro Fuchs

0
Valutazione degli insegnanti: «Non inizierà il 1° gennaio»
Il ministro Radovan Fuchs

Il ministro della Scienza, dell’Istruzione e della Gioventù, Radovan Fuchs, ha dichiarato al tg di HTV che la valutazione dei dipendenti del sistema educativo, contro cui i sindacati hanno protestato sabato 14 dicembre, non partirà il 1° gennaio, poiché i regolamenti necessari “non sono ancora stati adottati”.

Sabato, tre dei quattro sindacati del settore della scienza e dell’istruzione, hanno organizzato a Zagabria l cosiddetta “Protesta dell’Avvento”, a due settimane dall’entrata in vigore del Decreto sulla valutazione dei dipendenti nei servizi pubblici. I manifestanti ritengono che il personale del sistema educativo dovrebbe essere escluso da questa misura, poiché la valutazione del loro lavoro rischierebbe di creare divisioni nei collegi docenti e di peggiorare i già fragili rapporti tra insegnanti e genitori. Inoltre, esprimono insoddisfazione per i coefficienti salariali, definiti ingiusti.

Il ministro Fuchs ha chiarito che l’informazione secondo cui la valutazione inizierà il 1° gennaio è errata. “Affinché il decreto possa essere applicato, i ministeri competenti devono adottare regolamenti che stabiliscano i criteri di valutazione per i vari settori. Finché questi regolamenti non saranno pronti, la valutazione nelle scuole non potrà iniziare”, ha spiegato Fuchs, aggiungendo che il Ministero sta lavorando alla loro stesura.

Ha inoltre sottolineato che il tema sarà oggetto di ulteriori discussioni e che ci sono ancora margini di tempo per definire come procedere con il sistema di valutazione.

Le preoccupazioni nelle scuole professionali

Fuchs ha affrontato anche il malcontento nelle scuole professionali, in particolare riguardo alla riduzione delle ore dedicate a materie obbligatorie per l’esame di maturità nazionale, come la prima lingua straniera.

“Prima di tutto, gli esami di maturità nazionale non rappresentano il punto finale del percorso educativo per gli studenti delle scuole professionali. Sono obbligatori solo per gli studenti dei licei, mentre chi intende proseguire gli studi universitari deve comunque sostenere gli esami di maturità”, ha precisato Fuchs.

“Le scuole professionali non sono pensate per preparare tutti gli studenti all’università. Anzi, molti di loro, una volta iscritti, abbandonano gli studi universitari perché mancano loro alcune competenze fondamentali”, ha aggiunto. Tuttavia, per i percorsi professionali in cui è necessaria una conoscenza approfondita delle lingue straniere, come nel settore dell’ospitalità, le scuole hanno la possibilità di aumentare il numero di ore tramite i propri programmi.

Piccola maturità per l’ingresso alle scuole suuperiori

Riguardo all’introduzione di una “piccola maturità” come test di ammissione alle scuole superiori, Fuchs ha spiegato che sarebbe relativamente semplice trasformare il sistema degli esami nazionali in un test d’ingresso, ma che al momento non si è scelto di adottare questa soluzione per evitare di creare ulteriore stress agli studenti.

Il fenomeno dei «super eccellenti»

Il ministro ha anche commentato il crescente numero di studenti con una media perfetta di 5.0. “I cosiddetti super eccellenti emergono all’interno delle scuole. Confrontando i loro risultati successivi, possiamo valutare se i voti riflettano realmente le loro capacità. Chi può giudicare meglio uno studente, se non i suoi insegnanti? Invito i docenti a dare valutazioni realistiche e a non cedere a pressioni esterne”, ha concluso Fuchs.

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display