
È nel segno di Piero Delbello la tredicesima edizione del Premio Histria Terra, promosso dall’Unione degli Istriani “al fine di dare un tangibile riconoscimento a quelle personalità del mondo della cultura, dell’arte e della musica e dell’impegno pastorale che si siano distinte particolarmente per le loro opere e per i loro studi a favore della diaspora istriana”. La cerimonia di consegna si terrà venerdì 10 marzo, con inizio alle ore 16.30 nella Sala Maggiore di palazzo Tonello a Trieste. Dopo Aldo Cherini (2008), Luigi Papo (2009), Sergio Valentini e Claudio Antonelli (2010), Antonio Dessanti (2011), Giuseppe Cuscito (2012), Nidia Cernecca (2013), Riccardo Basile (2014), Giuseppe de Vergottini (2015), Provincia di Trieste (2016), Luigi Moro (2017), Annamaria Muiesan Gaspari (2018), Maximiliano Hernando Bruno (2019), Caterina Spezzano (2020) e nel 2021 all’attuale ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, il Comitato promotore, sostenuto dalla Giunta esecutiva, ha scelto di premiare il direttore dell’Istituto regionale per la cultura istriano-fiumano-dalmata “per il lunghissimo ed inesauribile impegno profuso con le sue molteplici attività di divulgazione della nostra storia”.
L’istituzione del Giorno del ricordo ha spinto l’opinione pubblica italiana a prendere coscienza delle tragedie che si consumarono al confine orientale del Paese verso la fine e dopo la Seconda guerra mondiale, del dramma delle foibe e dell’esodo, dell’accoglienza dei profughi giuliano-dalmati, del loro dolore profondo per lo sradicamento e la cancellazione della propria identità. Se prima di allora pochissimi ne parlavano, negli anni si sono moltiplicate iniziative, produzione storiografica e memorialistica, percorsi di studio, trasmissioni televisive… Come dirà in un’occasione Simone Cristicchi, autore e protagonista di un indimenticabile musical civile, che a distanza di dieci anni è tornato, tra gli applausi generali, sulle scene: “Bastava aprire le porte del Magazzino 18”.
E ad aprire le porte al cantautore romano, alle platee di tutta Italia, come pure di alcuni teatri della Croazia e della Slovenia, come a migliaia di visitatori e autorità, è stato Piero Delbello, direttore dell’Istituto regionale per la cultura istriano-fiumano-dalmata di Trieste. Ideatore e organizzatore di mostre memorabili e di numerosissimi eventi mirati a far riscoprire, conoscere e valorizzare i mille volti dell’Istria, di Fiume, della Dalmazia, di Trieste – tra passato, arte, letteratura, personaggi, tradizioni popolari, mestieri, aspetti di vita quotidiana –, è stato a lungo l’“angelo custode” delle masserizie abbandonate degli esuli, “ereditate” dall’Irci, ora confluite in un allestimento, da lui curato, presso il nuovo Civico Museo della Civiltà istriana, fiumana e dalmata, al Magazzino 26 nel Porto Vecchio di Trieste.
Classe 1961, figlio di esuli istriani – le famiglie dei genitori erano originarie di Cuberton di Grisignana e di Portole – trapiantati a Trieste e vissuti a lungo in un campo profughi, laureato in Filologia moderna, lavora all’Istituto regionale per la cultura istriano-fiumano-dalmata dal 1989 e ne è direttore dal 1992. Ha curato una cinquantina di esposizioni, e relativi cataloghi, ha scritto saggi, articoli, trasmissioni radiofoniche, tenuto conferenze, presentazioni… su una realtà che egli stesso ha in un certo senso recuperato appena in età matura, attraverso gli studi universitari, perché di esuli e Istria – ha spiegato in un’intervista – si parlava poco in casa, “certi argomenti erano stati toccati di striscio o, sussurrati a bassa voce”.
A lui il grande merito di una narrazione competente e appassionata della nostra storia e cultura, unita a una straordinaria abilità di trovare sempre nuovi aspetti capaci di attirare l’attenzione anche internazionale. Vista la sua approfondita padronanza della materia, ma anche all’ampia credibilità e fiducia di cui gode presso gli ambienti istriani-fiumani-dalmati-triestini e oltre, ha saputo offrire una prospettiva più ampia, europea, della nostra vicenda. A segnare una carriera più che trentennale, arriva ora questo prestigioso riconoscimento, ancora più significativo perché giunge da parte del mondo cui si è dedicato con professionalità, ma soprattutto con anima e cuore.
I sindaci di Muggia, Monfalcone e Gorizia, rispettivamente Paolo Polidori, Anna Cisint e Rodolfo Ziberna, sono stati invece insigniti del massimo riconoscimento dell’Unione degli Istriani, il “Vessillo della Libera Provincia dell’Istria”, assegnato ogni anno a chi contribuisce in modo esemplare a diffondere la storia dell’Istria con particolare riferimento alla tragedia delle foibe e dell’esodo. La motivazione è stata quella di “aver tenuto accesi i riflettori su una storia che fa parte della nostra identità e che non possiamo permetterci di dimenticare o di abbandonare a pericolosi giustificazionismi”.
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