
L’ultima sessione per via telematica dell’Assemblea dell’Unione Italiana è trascorsa tranquilla: i consiglieri hanno approvato a stragrande maggioranza dei voti il Bilancio consuntivo per il 2020 dell’UI di Fiume. Il presidente dell’Assemblea della massima organizzazione rappresentativa della Comunità Nazionale Italiana, Paolo Demarin, ha espresso soddisfazione per il fatto che i consiglieri abbiano partecipato in buon numero alla seduta per corrispondenza. Ha manifestato rammarico comunque per l’assenza di richieste di delucidazioni su qualche punto del consuntivo. Paolo Demarin si è riproposto in futuro di chiedere alla Giunta esecutiva dell’Unione Italiana di fornire in allegato al Bilancio una relazione sui punti salienti dello stesso che faciliti ai consiglieri la comprensione del documento e soprattutto delle questioni più rilevanti. Ovviamente, come sottolineato dal presidente dell’Assemblea, le sessioni per via telematica non sono certamente tali da favorire il dialogo e gli scambi dialettici.
Un’Assemblea in presenza a marzo
Per tale motivo, vista anche l’importanza di molti altri argomenti che dovranno essere trattati, Paolo Demarin ha fatto presente di stare preparando una seduta in presenza dell’Assemblea dell’UI, che dovrebbe svolgersi verso la metà di marzo in qualche sede che permetta di assicurare condizioni ottimali per quanto concerne il rispetto delle misure antiepidemiche. Per il prossimo futuro l’obiettivo è cercare di concordare con l’Università Popolare di Trieste e il Comitato di coordinamento delle attività in favore della CNI la direzione in cui muoversi, ovvero chiarire quali dei progetti proposti dall’Unione Italiana – accolti in sede di Assemblea – verranno approvati in via definitiva. Paolo Demarin ha rilevato pure che sarà compito della Giunta esecutiva riprogrammare la pianificazione finanziaria globale dell’Unione Italiana. In altri termini si deve sapere sì l’importo complessivo di tutti i progetti. Però, come evidenziato anche da singoli consiglieri nel corso di Assemblee precedenti, non è il caso, secondo Demarin, di avere in piano mezzi finanziari relativi a progetti gestiti da altre istituzioni, in quanto il denaro stanziato non entra nelle casse dell’UI. A questo proposito Demarin ha sottolineato che alcuni pensano che se taluni progetti non vanno a buon fine la responsabilità è dell’Unione Italiana: ma in realtà la gestione degli stessi spetta ad altri.
Entrate pari a 24 milioni di kune
Tornando al Bilancio consuntivo, si tratta di un documento che presenta lo stato dei beni e delle finanze con la verifica delle entrate e delle uscite in data 31 dicembre. L’Unione Italiana ha introitato nel 2020 circa 24 milioni di kune, in linea quindi con le entrate pianificate da parte dei finanziatori istituzionali, ossia MAECI, Regione Friuli Venezia Giulia, Consiglio e Ufficio governativo per le minoranze della Repubblica di Croazia, Ufficio della Repubblica di Slovenia per le nazionalità, Regione istriana oltre ad alcune entrate proprie derivanti in pratica da affitti.
Progetti per 45 milioni di kune
Anche se le entrate sul conto dell’UI sono di 24 milioni, il peso finanziario complessivo dei progetti che vede l’Unione Italiana quale proponente istituzionale è di 45 milioni di kune per l’anno di esercizio 2020. Per tale motivo, secondo il presidente dell’Assemblea Demarin, in futuro dovrebbe essere modificato l’assetto della pianificazione finanziaria, chiarendo meglio il fatto che i mezzi per i progetti gestiti dall’UPT non rientrano nel novero dei liquidi di cassa dell’UI. Se l’Unione Italiana ha chiuso il 2020 con entrate di 24 milioni di kune, quello che si trova in cassa a fine anno, come ha spiegato Paolo Demarin, dipende dallo stato di attuazione di ogni singolo progetto, dal fatto, ad esempio, se i fondi che l’Unione Italiana stanzia quali donazioni a terzi, come le Comunità degli Italiani, siano già stati rendicontati o meno.
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