I cittadini croati custodiscono nelle proprie case un patrimonio stimato a oltre mezzo miliardo di euro. Si tratta di denaro che nella forma nella quale si manifesta non può essere speso. Infatti il capitale al quale ci stiamo riferendo è costituito dalle banconote e dalle monete di kune che in seguito all’adozione dell’euro da parte della Croazia non sono ancora confluite nel caveau della Banca nazionale (Hnb) appositamente allestito nella base militare “Croatia” (la caserma intestata alla Prima brigata della Guardia nazionale – Tigrovi/Tigri), a Zagabria.
Il Consiglio dell’Ue ha dato il via libera all’adesione della Croazia all’area dell’euro il 12 luglio del 2022. Al momento dell’introduzione dell’euro, il 1° gennaio 2023, la Croazia (diventata il ventesimo Paese membro dell’Eurozona) aveva circa 36 miliardi di kune in circolazione, suddivisi tra monete e banconote. Stando ai dati (aggiornati al giugno scorso) dell’Hnb, in circolazione si trovano ancora 75,4 milioni di banconote (per un valore complessivo di circa 3,2 miliardi di kune) e 2,2 milioni di monete (per un totale di circa 1,2 miliardi di kune). Un tesoro “paralizzato” che alla fine dell’anno prossimo rischia di “svalutarsi” drasticamente.
La kuna ha smesso d’avere corso legale alla mezzanotte tra il 14 e il 15 gennaio scorsi. Per tutto il corso del 2023 è stato possibile convertire le kune senza pagare provvigioni in qualsiasi banca e in tutti gli uffici postali della Croazia. Dal 1º gennaio al 28 febbraio del 2023 anche le banche centrali nazionali degli altri Paesi dell’area dell’euro hanno cambiato le banconote denominate in kune a titolo gratuito, al tasso di conversione fisso.
Una sola possibilità
Dal 1º gennaio di quest’anno le kune possono essere convertite esclusivamente dall’Hnb. L’operazione può essere svolta agli sportelli della Banca centrale. Questi sono ubicati a Zagabria, in via Nikola Jurišić 17, a due passi dalla centralissima Piazza bano Josip Jelačić. Dopo il 31 dicembre del 2025 però non sarà più possibile convertire le monete di kune (e di lipe, una lipa è la centesima parte di una kuna) in euro. Il termine per la conversione delle banconote, al contrario, non è soggetto a limitazioni temporali. Lo sancisce lo scadenzario del passaggio dalla kuna all’euro come unica valuta a corso legale nel Paese. In altre parole, per come stanno attualmente le cose, il 1º gennaio del 2026 quasi 160 milioni di euro rischiano di andare in fumo per sempre.
L’esperienza maturata dai Paesi che hanno adottato l’euro prima della Croazia c’insegna che una percentuale delle monete e delle banconote del vecchio conio non sarà convertita. Basti considerare che una parte delle kune ancora in “circolazione” sono divenute souvenir trattenuti dai turisti stranieri. Un’altra parte di questo denaro è finita nelle collezioni dei numismatici. Un certo numero di monete e banconote i cittadini le hanno conservate per ricordo. In tutti questi casi si tratta di importi tutto sommato irrisori, però il grosso del “tesoretto in kune” è costituito da quelle smarrite, distrutte e soprattutto dagli importi i cui possessori ignorano l’esistenza e che magari rispunteranno durante un trasloco.
Un’attesa di pochi minuti
Il mese scorso abbiamo testato di persona il funzionamento della procedura di conversione delle kune agli sportelli dell’Hnb. L’iter ci è apparso semplice e veloce. Arrivati nell’edificio del centro di Zagabria che ospita una parte degli uffici dell’Hnb (realizzato nel 1906 su progetto dell’architetto Lav Kalda – all’epoca impiegato nell’Atelier Pilar, Mally e Bauda – su commissione della Banca austro-ungarica – in croato Austro-ugarska banka, in tedesco, Osterreichisch-ungarische Bank, in ungherese Osztrák-magyar Bank –, insomma la Banca centrale dell’Impero asburgico), bisogna recarsi in portineria ed esibire la carta d’identità.
Dopo aver preso le vostre generalità gli addetti vi indirizzeranno alla macchinetta tagliacoda. Preso il biglietto con il numero ci si sposta in uno spazio adiacente e si aspetta il proprio turno per entrare nella sala degli sportelli, il cui orario di apertura è dal lunedì al venerdì, dalle 8 e 30 alle 15 e 30. Nel nostro caso l’attesa è durata pochi minuti. Arrivati allo cassa abbiamo sistemato il denaro nello spazio apposito, affinché il bancario potesse ritirarlo, verificarlo e contarlo.
L’importo che siamo riusciti a racimolare per procedere all’“esperimento” era notevolmente inferiore al limite massimo stabilito a 14.999,99 kune. Nel sacchettino contenente le kune recuperate nell’abitacolo della nostra automobile, sotto al divano del soggiorno e dietro a un mobiletto del ripostiglio di casa si erano “intrufolate” due monete da 20 centesimi di franco svizzero e una moneta da 5 para (una para era la centesima parte di un dinaro jugoslavo). Queste tre monete “aliene” ci sono state rese assieme all’equivalente in euro (1,93) delle kune consegnate (14,56).
La conversione è stata eseguita applicando le regole sul computo e l’arrotondamento sancite dalla legge sull’introduzione dell’euro quale valuta ufficiale nella Repubblica di Croazia.
Il tasso di conversione applicato era quello standard, fissato a 7,53450 kune per 1 euro. Oltre agli euro abbiamo ricevuto un documento (“Conferma sulla conversione in euro di kune in denaro contante”) firmato dall’addetto dell’Hnb. La ricevuta viene emessa in duplice copia. Una rimane a noi, mentre l’altra, che abbiamo dovuto firmare anche noi, è rimasta alla Banca centrale.
Operazione a distanza
Chi non ha il tempo o la possibilità di recarsi di persona a Zagabria per effettuare questa operazione può optare per un’altra procedura. L’Hnb ha previsto la possibilità che le kune ancora in circolazione siano rese tramite posta. Il denaro (anche in questo caso il limite ammonta a 14.999,99 kune) va spedito all’indirizzo (riportiamo di seguito il recapito indicato sul sito istituzionale della Banca centrale): “Hrvatska narodna banka – Direkcija za pohranu, obradu i opskrbu gotovim novcem – Trg hrvatskih velikana 3 – 10002 Zagreb”. Per evitare l’insorgere di situazioni spiacevoli l’Hnb suggerisce che le spedizioni provenienti dall’estero siano effettuate ricorrendo ai servizi di posta assicurata o che il denaro sia consegnato di persona ai suoi sportelli.
Oltre al denaro che si desidera far convertire, nella busta (o pacco) è necessario inserire alcuni dati. Servono il nome e cognome della persona che ha inviato il denaro (o in alternativa il nome della persona giuridica), l’indirizzo di residenza (città, via e numero civico), il numero di telefono e l’indirizzo di posta elettronica della medesima. È inoltre necessario fornire le informazioni relative alle modalità di consegna della somma convertita, ossia degli euro in contanti emessi al posto delle kune ritirate dalla circolazione.
Esiste anche la possibilità di convertire somme maggiori, come pure monete e banconote danneggiate, macchiate o le cui condizioni potrebbero rappresentare un potenziale pericolo per la salute. In casi del genere è necessario compilare un modulo scaricabile sul sito dell’HNB. Allo stesso indirizzo si trovano informazioni più dettagliate sulle procedure legate alla conversione delle kune ancora in circolazione, come pure alla sostituzione degli euro danneggiati.
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