Un futuro «polare» per il 3. maj

A colloquio con il direttore dello stabilimento navalmeccanico di Cantrida Edi Kučan dopo il ritorno della petroliera dall’Uljanik. Ora la «Santiago» si trova sotto la lente dei tecnici fiumani. E in esclusiva una rivelazione: già si pensa a nuove eccezionali commesse

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Un futuro «polare» per il 3. maj

“La ‘Santiago’ è arrivata e sono molto contento che sia di nuovo nel nostro bacino”. Lo ha affermato Edi Kučan, direttore del 3.maj, dopo il rientro a Fiume (avvenuto nella tarda serata di giovedì) della petroliera in costruzione che per quasi tre anni era rimasta ormeggiata all’Uljanik di Pola.
Alla domanda se la nave allo Scoglio Olivi sia stata “cannibalizzata”, come temevano gli operai di Fiume, il direttore ha risposto: “Stiamo verificando la situazione in questo momento. Noi abbiamo la lista di tutto ciò che era stato montato fino al momento in cui l’Uljanik se ne è impossessato. Quando avremo verificato ogni dettaglio, sapremo per certo a quanto ammonta il danno. Perché già dalla prima occhiata alla sala macchine abbiamo visto che mancano alcuni dettagli del motore principale (a Pola li hanno tolti per montarli sulla propria nave in costruzione)”.
Controlli a tappeto
Kučan si è rivolto per ulteriori dettagli a Sveto Zurak, a capo del settore approntamento, il quale ha ribadito che “appena avremo installato l’elettricità sulla Santiago potremo procedere con i controlli a tappeto. Abbiamo la lista, qui ci sono le stesse persone che avevano provveduto a montare le apparecchiature, i tubi, i cavi, i filtri e così via, perciò sapremo con certezza, fin nel dettaglio, se qualcosa è stato prelevato a nostra insaputa”.
Arrivano TIR carichi da Pola
Il direttore dello stabilimento navalmeccanico di Cantrida ha specificato che da martedì stanno arrivando i TIR con il materiale per l’allestimento della Santiago che 3 anni fa era stato trasportato a Pola. “A suo tempo, avevamo spedito 120 TIR carichi. Ci attendiamo che ritornino tutti”. Per quanto concerne la dinamica, Zurak ha rilevato che “arrivano circa 8 TIR al giorno. Speriamo che entro la fine della prossima settimana tutto il materiale sia di nuovo qui. Questo è un lavoro molto complesso. Temevamo che a Pola avrebbero caricato i TIR a metà, oppure che non avrebbero fissato bene i tubi o altro materiale frangibile. Invece, stanno veramente facendo un ottimo lavoro”.

Il direttore del cantiere fiumano, Edi Kučan. Foto: Željko Jerneić

Il rimorchio
Secondo la tabella di marcia, la petroliera “Santiago” avrebbe dovuto arrivare a Fiume giovedì verso le ore 16. Invece, è giunta alle 21 circa “e proprio quando doveva entrare nel bacino, uno dei due rimorchiatori si è guastato. Abbiamo dovuto attendere che ne giungesse un altro, da Castelmuschio sull’isola di Veglia. Perciò le operazioni di attracco sono iniziate soltanto alle 23,30. Di conseguenza, sono terminate appena alle 5 del mattino. Tutto sarebbe stato più semplice se avessimo potuto piazzarla in un altro punto, ma dovevamo ormeggiarla in maniera che potesse rientrare nel raggio d’azione delle gru. Senza contare che, a causa delle condizioni mutevoli del tempo, doveva essere assicurata molto bene”, ha puntualizzato Kučan.
Per quanto concerne il ritardo nella navigazione della petroliera “Santiago” verso Fiume, cioè il tempo perduto nelle acque al largo del parco naturale di Promontore, nell’estremità meridionale dell’Istria, sia il direttore, sia Zurak sono stati concordi nell’affermare che “quando la nave doveva andare a Pola, noi ci eravamo preparati a puntino e avevamo fissato bene tutto ciò che era stato montato sulla nave. Nel procedimento dei preparativi, rientrava anche l’asse dell’elica, che però a Pola non è stato controllato ed è rimasto bloccato. Di conseguenza, qualcosa – dobbiamo ancora verificare nel dettaglio – ha ceduto, per cui i rimorchiatori si sono dovuti fermare”. Kučan ha voluto fare un passo indietro per spiegare che “a nessuno del 3. maj era permesso di entrare all’Uljanik e così non abbiamo potuto effettuare i debiti controlli. Nel momento in cui abbiamo preso in consegna la ‘Santiago’, abbiamo deciso di arrestare il rimorchio per verificare tutto quanto era possibile fare. Perché sarebbe stato un vero peccato se, dopo tante tribolazioni per rientrare in possesso della nave, fosse accaduto qualcosa di spiacevole durante la navigazione”.
Si guarda al futuro
Il governo ha deciso di aiutare il 3. maj a rimettersi in piedi imperniando il piano d’azione sull’ultimazione delle tre navi che ora sono tutte nel bacino del cantiere di Cantrida.
La visione del direttore, però, non si ferma al momento della consegna dell’ultima delle tre unità in costruzione, ma, com’è sempre stato, guarda molto più lontano.

Il 3.maj costruirà anche navi per crociere di lusso nei mari artici

Un «gelido» avvenire
Lo sguardo lungimirante di Kučan, in questo caso, è puntata su un “gelido” futuro, ovvero sulla costruzione di navi da crociera per le rotte artiche. “Stiamo trattando, ma l’armatore interessato ha chiesto che per il momento non si faccia il suo nome. Ma chi sa fare due più due e si ricorda che allo Scoglio Olivi stavano costruendo una di queste navi, saprà di chi sto parlando”, ha rilevato il direttore dello stabilimento navalmeccanico quarnerino, chiedendo di rispettare l’anonimato dell’armatore finché non sarà stato sottoscritto il contratto. Sembra che si stia concordando una commessa un po’ speciale, perché “noi dovremmo costruire lo scafo e allestirlo, mentre la sovrastruttura, cioè le suite, i ristoranti e tutti gli altri contenuti ameni, saranno allestiti direttamente dall’armatore. Per poterlo fare, gli dovremmo concedere in subappalto una parte della riva affinché abbia a disposizione uno scalo e spazi sufficienti per immagazzinare il materiale necessario. È un po’ presto per parlarne, anche se posso affermare che la firma del contratto non è troppo lontana. Entro tre mesi, infatti, dovremmo iniziare a tagliare le prime lamiere per la nostra prima nave di lusso”, ha spiegato il direttore.
Niente assegno natalizio
Il dialogo con il direttore Edi Kučan ha toccato poi un tasto doloroso: le gratifiche natalizie di quest’anno ai cantierini. “Purtroppo, non posseggo il denaro necessario per poterle erogare. D’altro canto, i ‘miei’ dipendenti sanno benissimo che sono state rimborsate tutte le paghe arretrate, che però non hanno potuto guadagnarsi, ma certamente non per colpa loro, in quanto non disponevano del materiale indispensabile per procedere con la produzione. Perciò, sono in pochi a farmi questa domanda, qualcuno forse a mo’ di scherzo. In ogni caso, io ritengo che erogare l’indennizzo ferie e la gratifica natalizia sia un dovere. Finora i ‘miei’ ragazzi ne sono stati decurtati non di uno, ma di due indennizzi e gratifiche. Ne tengo conto eccome e, non appena potrò disporre di una cifra decente, li erogherò, poco a poco, fino a quando anche l’ultimo assegno non sarà stato corrisposto ai ‘miei’ cantierini”.

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