UI. Unitarietà, tutti d’accordo

UNIONE ITALIANA La questione s’impone come principale tema politico di un’Assemblea che segna il ritorno alla normalità

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UI. Unitarietà, tutti d’accordo

Questo non è il tempo delle divisioni, ma della cooperazione, dice il presidente dell’Unione italiana, Maurizio Tremul. Ci vogliono dialogo, conoscenza e collaborazione reciproca, scambio di esperienze, concertazione. E, soprattutto, unitarietà: non poteva mancare un riferimento a questo tema molto delicato e sentito nelle ultime settimane e un importante messaggio di positività arriva anche dall’Assemblea dell’Unione italiana. Un ritorno alla normalità e, chissà, forse anche una nuova fase nei rapporti tra istituzioni diverse. I consiglieri Ui si sono riuniti ieri sera al Teatro Antonio Coslovich di Umago, per la prima volta in presenza, dopo un anno trascorso a lavorare a distanza, con collegamenti telematici.
”Siamo ancora traumatizzati da questa guerra in corso contro questo nemico invisibile che è il Covid-19 e mi trovo emozionato come fosse la mia prima Assemblea. Un po’ mi ero disabituato a guidarla”, ha esordito il presidente del “parlamentino” UI, Paolo Demarin, che ha colto l’occasione per un appello ai consiglieri. “Partecipate, questo è il luogo in cui si affrontano le questioni, i progetti, questo è il massimo organo, l’organo democratico, deliberativo e rappresentativo”, ha ricordato Demarin, rammaricandosi per il fatto che a oggi ci sono consiglieri che mai hanno preso parte alla sedute dell’Assemblea. Ieri sera hanno risposto all’invito in 38.

Numerosi gli ospiti

In sala, tra gli ospiti, il Console generale d’Italia a Fiume, Davide Bradanini, il deputato italiano al parlamento di Lubiana, Felice Žiža, il presidente della Comunità autogestita costiera della nazionalità italiana, Alberto Scheriani, la vicepresidente della Regione istriana per la Comunità Nazionale Italiana, Jessica Acquavita, il vicepresidente dell’Università popolare di Trieste, Paolo Rovis, e il segretario generale dell’Ente morale, Fabrizio Somma, e i vicesindaci umaghesi Floriana Bassanese Radin – quest’ultima presidente della locale Comunità degli Italiani “Fulvio Tomizza” – e Mauro Jurman. A Floriana Bassanese Radin il compito di fare gli onori di casa, trasmettendo i saluti a nome suo e della municipalità (che ha concesso lo spazio): “Finora abbiamo lavorato con una marcia ridotta, ma abbiamo comunque realizzato dei bei progetti, da ultimo l’itinerario storico-letterario dedicato a Tomizza”.

Ripartenza a Zara

Ed esce da un periodo travagliato sotto molti punti di vista la Comunità degli Italiani di Zara, con tante sfide davanti a sé, politiche, economiche, anagrafiche. E per la prima volta, dopo tanto tempo, i connazionali zaratini erano rappresentati in sede di Assemblea da un proprio esponente: la segretaria del sodalizio, Giulia Pezzano, la quale ha auspicato che le elezioni per il rinnovo degli organismi della Comunità, recentemente concluse, possa essere un punto di ripartenza, che consenta di andare avanti nel migliore dei modi. Il vicepresidente dell’UPT, Paolo Rovis – che ha salutato anche in nome del presidente Emilio Fatovic e del governatore della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga – ha espresso la volontà di recuperare, in collaborazione con l’UI, l’attività, il tempo perduto causa le restrizioni dovute alla pandemia.

Collaborazione con la CAN

Si diceva in apertura di segnali. In relazione alla partecipazione alla vita assembleare, la vicepresidente dell’Istria, Jessica Acquavita ha promesso “che ci sarà”. Il presidente della Costiera, Alberto Scheriani, ha voluto smentire il fatto che la CAN cerchi di rompere l’unitarietà. “Siamo un tutt’uno, anche se abbiamo diversi modi di vedere la cose, ma parlando insieme troveremo le soluzioni sulla strada dell’unitarietà”. Piena disponibilità alla collaborazione; nel tendere la mano Scheriani ha espresso la volontà di venire a spiegare la particolarità delle CAN e delle soluzioni adottate in Slovenia ai connazionali della Croazia. Sulla medesima lunghezza d’onda il deputato Žiža, il quale ha ricordato che nelle intenzioni gli ordinamenti giuridico-costituzionali in sostegno alla Comunità Nazionale Italiana dovevano essere uguali in Slovenia e Croazia: purtroppo così non è stato. Bisognerà capire come “rinforzare gli interessi del territorio”. Il deputato ha riconosciuto che l’Unione italiana è la “prima e unica” istituzione che riunisce i connazionali di Croazia e Slovenia, e questo “è un grande valore che stiamo difendendo ancora oggi”. La collaborazione tra l’UI e le altre realtà – ha concluso – deve avere una base solida, forte. L’accenno è a un accordo al quale UI e CAN avevano lavorato anni addietro, ma che non è stato mai realizzato.
Anche il Console generale Bradanini ha rilevato a necessità di esprimere al massimo livello l’unitarietà e la coesione della Comunità Nazionale Italiana autoctona, perché così si darà forza politica e peso a questa stessa nei rapporti con gli Stati, con le amministrazioni regionali e locali. Bradanini ha salutato il ritorno agli incontri anche perché la democrazia ha bisogno “di luoghi fisici in cui parlare, discutere”.
Il presidente della Giunta esecutiva dell’UI, Marin Corva, ha accennato ai momenti molti difficili vissuti dalla CNI, ma che comunque non hanno impedito la realizzazione di innumerevoli progetti, dall’Istria alla Slavonia, dal Quarnero alla Dalmazia, raggiungendo risultati davvero significativi. Il suo pensiero è andato in particolare ai ragazzi, alle scuole, alle Comunità degli Italiani. Corva ha quindi invitato a un momento di raccoglimento in memoria di Eliana Barbo di Buie e Antun Bruneta di Plostine, oggi non più tra di noi, ma che si sono spesi con abnegazione per la CNI.

Appello alla compattezza

Appello all’unità, alla solidarietà e alla compattezza, un invito a saper riconoscere quelli che sono amici veri: queste le parole chiave che il deputato italiano al Sabor, Furio Radin, ha trasmesso ai consiglieri UI e che è stato letto dal presidente Maurizio Tremul. “Abbiamo lavorato molto per superare l’isolamento fisico, per superare le barriere e mantenere i legami sui quali si fonda la nostra Comunità, ma abbiamo riscontrata poca sensibilità, soprattutto da parte della Slovenia”, ha dichiarato Tremul. Nel suo intervento, il presidente Ui ha sollevato la questione unitarietà, a suo avviso messa in discussione dalla richiesta della CAN costiera di entrare nel Comitato di coordinamento per le attività in favore della CNI. “Mi piacerebbe conoscere quale sia la motivazione”. Se l’UI è sempre stata l’unica a parteciparvi, c’è dietro un preciso storico (gli accordi del 30 marzo 1997, la deliberazione del 19 agosto 1998 che ha consentito la registrazione dell’UI in Slovenia). Sull’accordo UI-CAN, ha detto che lo statuto dell’Unione permette alle CAN di associarsi all’UI. Ad ogni modo, il presidente Demarin intende dedicare una seduta tematica dell’Assemblea al tema dell’unitarietà.
La Commissione per la verifica dei mandati ha stabilito il decadere dei consiglieri Eliana Barbo di Buie, Antun Buneta di Plostine, Roberto Grassi di San Lorenzo Babici, Rina Villani di Zara e Roberto Battelli di Bertocchi. Solamente Bruneta della CI “Libertà” di Plostine ha un ricambio automatico (Damir Bartoluzzi), mentre per gli altri seggi vacanti saranno indette elezioni supplettive. Per quanto riguarda il voto, ma quello delle recenti amministrative in Croazia, il consigliere polese Valmer Cusma ha chiesto un’analisi delle elezioni e il presidente dell’Assemblea ha incaricato la Giunta di fare una radiografia.

Palazzo Gravisi-Buttorai

Accolta la richiesta di ricorrere a un mutuo bancario fino a 600.000 euro per assicurare “l’indispensabile liquidità finanziaria per la realizzazione della ricostruzione” del Palazzo Gravisi-Buttorai a Capodistria, di proprietà dell’UI, nell’ambito del progetto europeo “Primis – Viaggio multiculturale tra Italia e Slovenia attraverso il prisma delle minoranze” (Interreg V-A Italia-Slovenia 2014-2020), di cui l’Unione è lead partner. L’UI cofinanzia con risorse aggiuntive il progetto di recupero dello storico edificio – destinato al primo Centro multimediale sulla storia e cultura della Comunità Nazionale Italiana in Slovenia e Croazia –, con propri mezzi di cui alla Legge 73/01, recepiti nelle Convenzioni con il Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale e l’Università Popolare di Trieste. La durata del prestito scade il 31 dicembre 2021, mentre i mezzi finanziari devono essere restituiti entro il 31 giugno 2023.
Approvate alcune modifiche di carattere tecnico allo statuto dell’Edit, è stato promosso all’unanimità il nuovo atto generale fondamentale del Centro di ricerche storiche di Rovigno e, considerato che questo porta da tre a cinque i membri del Consiglio d’amministrazione, sono stati nominati due nuovi membri in rappresentanza del fondatore UI, vale a dire Corrado Ghiraldo di Gallesano e Tullio Vorano di Albona (il loro mandato scadrà nel 2022).
È stato inoltre deciso che il presidente Tremul rappresenterà l’UI nel Comitato scientifico culturale dell’Università Popolare di Trieste, organo previsto dal nuovo statuto dell’Ente che fornisce pareri relativi – si legge nella comunicazione trasmessa da piazza Ponterosso – alle “iniziative tese al miglioramento della didattica e alla conservazione dell’identità del gruppo nazionale italiano nelle Repubbliche di Slovenia e Croazia e negli Stati successori dell’ex Jugoslavia, ai suoi rapporti con la Nazione d’origine e al mantenimento delle testimonianze connesse con la storia e le tradizioni”, nonché alla diffusione della lingua e della cultura italiane; inoltre, si esprime anche in merito all’”elaborazione del progetto culturale e formativo” dell’Ente, anche “proponendo seminari, conferenze, lavoratori e corsi da attivare durante l’anno”.

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