Ue, raggiunto l’accordo sul green pass

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Ue, raggiunto l’accordo sul green pass

Green pass, accordo fatto nel trilogo tra Consiglio Ue e Parlamento Europeo sul certificato Covid che dovrebbe consentire ai cittadini europei vaccinati, guariti da poco o in possesso di un recente test negativo al Covid di viaggiare nell’Unione, anche se si specifica che non sarà “una precondizione per esercitare il diritto alla libertà di circolazione”, si apprende da fonti parlamentari.

Partendo dalla proposta originaria dell’esecutivo Ue, le istituzioni di Bruxelles hanno concordato un lasciapassare che si chiamerà «Eu Digital certificate Covid-19». «Per avere accesso al certificato Ue occorre aver completato il ciclo di vaccinazione» e dunque aver ricevuto le due dosi o il monodose Johnson & Johnson, mentre «dipende dallo Stato membro decidere quale test accettare» quindi se dare valore o meno anche al risultato di un esame antigenico rapido, ha spiegato Juan Fernando Lo’pez Aguilar, eurodeputato e relatore per il Parlamento europeo del certificato Covid digitale.

Il certificato, dice in conferenza stampa a Bruxelles il negoziatore del Parlamento Fernando Lopez Aguilar (Spagna, Psoe), presidente della commissione Libe, dovrebbe far sì che l’estate del 2021 sia diversa “dall’incubo del 2020”, quando le vacanze degli europei furono segnate da forti restrizioni alla libertà di movimento nell’Ue.

Gli Stati membri hanno bloccato qualsiasi riferimento alla gratuità dei test necessari ad ottenere il certificato, se non si è vaccinati. La Commissione dovrebbe quindi stanziare 100 mln di euro per acquistare test rapidi per i lavoratori frontalieri e quelli considerati essenziali. Ulteriori restrizioni nei confronti dei viaggiatori titolari del certificato non sono possibili “in linea di principio”, tuttavia potranno essere imposte “ove necessario e in modo proporzionato, sulla base di evidenze, con notifica alla Commissione e ad altri Stati membri”.

Il certificato si applicherà anche ai cittadini Ue che risiedono fuori dall’Ue e che sono stati vaccinati con vaccini riconosciuti dall’Ema, un’opzione “che non era contemplata” nella proposta iniziale, e che può essere molto utile ai tanti cittadini Ue che risiedono nel Regno Unito o negli Usa, per esempio.

 

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