Trichilo: «Nell’interesse di tutti continuare a coltivare la cultura italiana»

L'ambasciatore italiano a Zagabria, ieri 16 agosto, ha assistito al concerto di Sergio Preden Gato dedicato al maestro Piero Soffici e al poeta Ligio Zanini

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Trichilo: «Nell’interesse di tutti continuare a coltivare la cultura italiana»
Foto: Roni Brmalj

Nell’immaginario collettivo le serate estive, quelle più belle, quelle che rimangono impresse nella mente sono accompagnate da dolci melodie, ascoltate assieme ad amici, coccolati tepore estivo, sotto un cielo stellato. La visita di ieri, 16 agosto dell’ambasciatore d’Italia a Zagabria, Paolo Trichilo a Rovigno, quindi non poteva concludersi che a ritmo di musica. Una volta portata a termine la parte ufficiale, con la posa delle corone di fiori nel cimitero cittadino delle Laste sulle tombe di Antonio Borme, Virgilio Giuricin e Piero Soffici, nomi illustri delle Cni e con l’incontro con il sindaco Marko Paliaga, l’ambasciatore Trichilo ha assistito al concerto di Sergio Preden Gato “Sugnàndo caʃa mieia”.

Alla serata musicale, svoltasi presso la platea estiva “Vlado Benussi” della Comunità degli Italiani “Pino Budicin” di Rovigno, presentata in modo professionale da Roberta Ugrin, erano presenti anche il sindaco della Città di Rovigno, Marko Paliaga, il vicesindaco in quota Cni, David Modrušan, il presidente dell’Unione Italiana, Maurizio Tremul, il presidente della Giunta esecutiva dell’UI, Marin Corva, il presidente onorario dell’UI, Giovanni Radossi, il presidente dell’Assemblea dell’UI, Paolo Demarin, la presidente della CI “Pino Budicin”, Viviana Benussi, la presidente del Comitato esecutivo della locale CI, Gianfranca Blandini Šuran, i dirigenti delle istituzioni locali e la presidenza con tutti i consiglieri e i membri del Comitato esecutivo della CI “Pino Budicin” di Rovigno.

L’evento di grande spessore culturale ma anche di divulgazione e promozione di elementi d’identità comuni agli italiani d’Istria è stato organizzato dalla CI di Rovigno con il contributo finanziario dell’Unione Italiana e l’Ufficio per i diritti umani e i diritti delle minoranze nazionali.

Il concerto è stato aperto dal coro misto della Società artistico culturale “Marco Garbin” diretto dal maestro Riccardo Sugan. L’evento è stato anche l’occasione ideale per proiettare un video d’inquadratura dedicato a Piero Soffici, compositore musicale, dirigente d’orchestra e non solo, che ha lasciato una profonda traccia nel panorama canoro dialettale locale. Il maestro, esule istriano, eresse una ricca carriera musicale, componendo grandi successi del calibro di “Stessa spiaggia, stesso mare”. Negli anni ‘80 del secolo scorso fece ritorno nella sua amata Rovigno, dove iniziò a comporre brani dedicati alla sua terra natale, scrivendone anche i testi, dimostrando così di essere anche un grande poeta.

“Ci troviamo qui per rendere omaggio a una figura straordinaria che ha segnato l’immagine della nostra Rovigno, il grande maestro Piero Soffici. Un uomo il cui talento ha attraversato confini e decenni – queste le parole del sindaco di Rovigno, Marko Paliaga -. Soffici ha lasciato un’impronta permanente nella nostra terra e nella nostra comunità. Questa non è solo una serata di divertimento, ma anche un impegno a preservare le nostre radici, la nostra lingua e la nostra musica”.

“Sugnànado caʃa mieia” è stata concepita come un repertorio di poesie scritto da due illustri rovignesi quali Ligio Zanini e Giusto Curto e musicato dal Maestro Piero Soffici e interpretato dall’artista e cantante Sergio Preden Gato. Il perfromer rovignese è stato accompagnato, come di consueto, dalla sua band di “Volpi”, formata da 4 musicisti, nonché amici, concittadini: Francesco Salvi alla batteria, Eligio Bosazzi alla chitarra, Cristian Salvi al basso e Boris Licitar alle tastiere.

Foto: Roni Brmalj

Tra poesia e note musicali, la serata si è delineata come una passeggiata tra le calli di Rovigno, la sua riva, il suo mare cristallino e i suoi abitanti: pescatori e contadini affaccendati nelle fatiche quotidiane del loro mestiere che però rendono viva e autentica la città di Sant’Eufemia. Negli ultimi decenni la località marittima si è trasformata in un luogo di villeggiatura, ma la sua ricchezza si trova custodita sotto la superficie scintillante e rumorosa del turismo di massa, nascosta nella peculiarità dei suoi cittadini.

L’ultima parte della serata è stata dedicata a un repertorio di brani dai quali traspiravano emozioni sopraffini, nati dalla versatilità di Piero Soffici, attento osservatore e grande lavoratore. Preden Gato, suo caro e fedele amico, con il tempo è diventato la voce ideale attraverso la quale trasmettere e riproporre le creazioni musicali del Maestro. L’intensa collaborazione artistica ha visto unirsi a loro anche il compianto e mai dimenticato Maestro Vlado Benussi, con il quale nel 1983 Gato incise “Adeîo mar”, pezzo struggente dedicato a tutti coloro che se ne sono andati con le loro batane, raggiungendo l’altra riva dell’Adriatico, per ricostruirsi altrove una nuova vita.

Nel corso dell’incontro canoro, oltre a “El Gato e le Volpi”, all’estivo “Vlado Benussi” si sono esibiti anche due ospiti, quali Matteo Tromba e Patrizia Sfettina Jurman, interpretando rispettivamente “Sugnàndo caʃa mieia”, “Sira” e “Stasira el mar”, quest’ultima eseguita dalla cantante in duetto con Gato. Un breve fuori programma è stato dedicato a Rosanna Bubola, fedele “faina” del cantante, la quale lo ha spesso accompagnato nelle sue serate musicali dedicate a Zanini e Soffici. Bubola, interprete di grande spicco della scena culturale della Cni, è stata omaggiata con un bouquet di ortensie blu.

Foto: Roni Brmalj

Il momento più toccante dell’evento è stato riservato al gran finale, quando il cantante ha intonato la suggestiva “Curìva ʃeî pal mondo”, che narra l’esperienza di vita di Soffici, definita spesso scomoda e perfino bandita tra gli esuli di Trieste, in quanto, tra si suoi versi, il Maestro mette in dubbio la scelta di partire. Infine, prima di passare alla parte più distesa della serata, dedicata ad alcuni dei brani italiani più famosi, non poteva mancare il pezzo simbolo di Rovigno: “La viecia batana”, cantata in coro e a gran voce assieme a tutti i presenti.

Prima del congedo la presidente della “Pino Budicin” ha preso la parola per salutare gli ospiti e ringraziare l’ambasciatore Trichilo per la sua presenza: “Questa sera ci siamo ritrovati per omaggiare il Maestro Piero Soffici che a questa città ha lasciato un’eredità musicale straordinaria. Il Maestro ha collaborato anche a rinforzare il dialogo tra gli istriani delle due sponde dell’Adriatico e noi lo dobbiamo ricordare sempre. Oggi finalmente i rovignesi di qualsiasi luogo si trovano uniti da un’unica organizzazione che è l’Unione europea”.

Un pensiero è giunto anche da Maurizio Tremul, a nome di tutta l’Unione Italiana, il quale oltre a ribadire l’importanza del sostegno del Governo italiano per tramite dell’Ambasciata di zagabaria, ha voluto ricordare il ruolo che ha svolto la CI “Pino Budicin” nel delinearsi della CNI. “Rovigno, nel corso della nostra storia, ha dato un contributo inestimabile allo sviluppo della cultura, dell’identità e della politica degli italiani in Croazia e questo continua a farlo anche oggi con manifestazioni importanti, sostenute dall’UI per tramite dei Governi italiano e croato. I soldi sono importanti, ma senza le tradizioni alle spalle e una visione degli obiettivi che si vogliono raggiungere tutto ciò non sarebbe possibile”.

Infine l’ambasciatore Trichilo ha espresso la sua soddisfazione per la visita alla città e si è detto lieto di aver trascorso una bella serata, apprendendo molto anche sulla storia di un uomo attaccato alla sua terra, che attraverso le sue canzoni è riuscito a trasmettere questo legame indissolubile con l’Istria. “La presidente ha sottolineato un aspetto fondamentale che è l’Europa che oggi ci unisce tutti quanti e come ha detto il sindaco: Piero Soffici nelle sue canzoni ci fa toccare con mano una storia di questa terra difficile, ma anche il suo attaccamento e il suo amore. Incito la Cni a continuare a coltivare le proprie radici in un nuovo contesto che è quello dell’Unione europea che vede insieme la Repubblica d’Italia e la Repubblica di Croazia protagoniste del nostro presente e del nostro futuro . Del resto è stato sottolineato anche come il sostegno alla Cni giunga ormai in maniera significativa, non soltanto dal Governo italiano, ma anche dal Governo croato, uniti quindi nell’attuazione dei nostri più grandi valori europei”. L’ambasciatore ha poi concluso con un pensiero rivolto alla ricchezza etnica di queste terre. “Credo che la cultura italiana sia un arricchimento di questo territorio e quindi è interesse comune di tutti continuare a coltivarla”.

Foto: Roni Brmalj
Foto: Roni Brmalj

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