Tre croati cercano di contrabbandare materiale radioattivo dalla Serbia: arrestati

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Tre croati cercano di contrabbandare materiale radioattivo dalla Serbia: arrestati
Il valico di confine Batina-Bezdan tra Croazia e Serbia dove sono stati fermati i tre croati. Foto: Davor Javorovic/PIXSELL

Tre cittadini croati sono stati arrestati sabato sera, 4 marzo, in Serbia, al valico di frontiera di Bezdan, da dove hanno cercato di entrare in Croazia trasportando la testata di un parafulmine radioattivo.

Come riportato dal portale locale di Sombor, Soinfo.org, i sensori installati al valico di frontiera hanno rilevato la presenza di materiale radioattivo nell’auto dei tre croati.

L’autista ed entrambi i passeggeri sono stati immediatamente arrestati e molto presto, secondo Soinfo.org, gli esperti dell’Istituto di scienze nucleari di Vinča sono arrivati al confine, confermando la presenza di materiale radioattivo nella vettura.

Secondo informazioni ufficiose, tutti coloro che si trovavano nelle vicinanze del materiale radioattivo, compresa la polizia di frontiera serba e gli ufficiali doganali, hanno dovuto togliersi l’uniforme e sono stati poi sottoposti ad accertamenti nell’ospedale di Sombor. Per ora non presentano alcun sintomo di sindrome acuta da radiazioni, come vomito, nausea, mal di testa, alterazioni della pelle, ecc., ma saranno ulteriormente esaminati come misura preventiva presso l’Istituto di medicina del lavoro di Belgrado, che dispone di tutte le apparecchiature diagnostiche necessarie per rilevare se si è verificata la penetrazione di radiazioni nel corpo.

In Serbia sono stati installati in passato oltre 3.600 parafulmini radioattivi su edifici pubblici, residenziali e commerciali. Sebbene dovessero essere rimossi da tutti gli edifici nel 2014, secondo il portale Novosti.rs del 2018, “i parafulmini radioattivi si trovano su 632 edifici: edifici residenziali, sale commerciali e altri edifici in tutta la Serbia”.

Negli anni passati, l’Agenzia serba per la protezione contro le radiazioni ionizzanti ha portato avanti un’iniziativa per rimuoverli, ma è chiaro che fino ad oggi i lavori non sono stati completati

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