Alle 6.24 del 22 marzo 2020, in piena pandemia, Zagabria è stata colpita da un forte terremoto di magnitudo 5,5, che ha causato ingenti danni a numerosi edifici, con gli abitanti che si sono riversati sulle strade in quella fredda domenica mattina nel timore di nuove scosse. Una ragazza di 15 anni è morta e 27 persone sono rimaste ferite. Oltre 25.000 edifici sono stati danneggiati dal terremoto, tra cui case familiari, edifici, scuole, chiese, ospedali, musei, tribunali, edifici governativi e parlamentari, con danni stimati in 86,4 miliardi di kune (11,4 miliardi di euro). Si è trattato del sisma più forte degli ultimi 140 anni.
Le immagini delle donne incinte che scappavano dall’ospedale, la torre della Cattedrale danneggiata, strade e auto ricoperte di macerie hanno fatto il giro del mondo e sono rimaste incise nella coscienza collettiva dei cittadini.
A tre anni esatti di distanza sono ancora visibili le ferite che ha riportato la capitale croata, con la ricostruzione che è praticamente ferma. In questo senso, il governo ha cambiato tre ministri, ma i cittadini aspettano ancora che la macchina si metta in moto. Il ministro Bačić ha recentemente dichiarato che per la ricostruzione sono necessari 2,3 miliardi di euro.
Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.
L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.
