«Test negli ambulatori pericolosi per la diffusione del virus»

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«Test negli ambulatori pericolosi per la diffusione del virus»

Tanto rumore per niente. Potremmo definire così la questione relativa all’inclusione, da parte del Ministero della Sanità, degli ambulatori dei medici di famiglia nella realizzazione dei test rapidi antigenici e dei PCR. Nella Regione litoraneo-montana, in questo senso, nulla è cambiato e la situazione continuerà a rimanere tale siccome, per il momento, non è assolutamente necessario che i medici di base vengano oberati anche da quest’incarico. La proposta del ministro Vili Beroš non obbliga nessuno a metterla in atto, ma è semplicemente un’indicazione. A confermarcelo, ieri, il direttore della Casa regionale della salute, dott. Vladimir Mozetič, che ha chiarito la situazione. “Gli ambulatori dei medici di famiglia sono dotati di un determinato numero di test e possono effettuarli in caso di necessità. I test sono stati messi a disposizione quest’estate negli ambulatori turistici e nel novembre scorso, quando è stato introdotto l’obbligo del green pass o del test negativo per i dipendenti pubblici. Comunque, ogni medico di base può decidere in piena autonomia se effettuare il test in ambulatorio in caso di sospetto contagio, oppure indirizzare il paziente nei punti autorizzati per questo tipo di prelievo. In Regione ne sono attivi una trentina”, ha spiegato Mozetič. “Nonostante l’alto numero di contagi, la situazione epidemica in Regione è soddisfacente. I punti autorizzati per i test al Covid funzionano bene grazie a un’ottima organizzazione e a un’ugualmente buona collaborazione tra tutti i servizi inclusi. È importante rilevare che sia per quanto concerne i test, che le vaccinazioni, sono due anni che operiamo in questa maniera e non ci sono mai stati problemi. La Casa della salute gestisce 190 ambulatori di medici di famiglia e pediatri in Regione. Ognuno ha ricevuto uno stock di 20 test, che può usare a seconda della propria valutazione. Inoltre, è importante sottolineare che l’indicazione ricevuta dal Ministero non significa che gli ambulatori sono costretti ad assumersi l’obbligo di effettuare i test, bensì che questi vengano effettuati in comune, con tutti i servizi autorizzati coinvolti. Un tanto è stato ribadito a una riunione di qualche giorno fa. Dunque, ogni ambulatorio ha il diritto di decidere autonomamente, valutando la situazione. Direi che la decisione del Ministero riguarda altre parti del Paese, la nostra Regione non è sicuramente tra quelle”, ha concluso Mozetič.

Il direttore della Casa regionale della salute, Vladimir Mozetič. Foto Željko Jerneić

Nessun problema in Regione

Del medesimo parere il dott. Leonardo Bressan, coordinatore regionale della medicina di famiglia, il quale ha tenuto a precisare che “per il momento non è necessaria alcuna modifica nell’attività dei medici di famiglia. Ciascuno di noi dispone di una ventina di test. Li facciamo nel caso in cui un paziente giunto in ambulatorio accusi sintomi del virus, per diagnosticare quanto prima il contagio. Ci siamo organizzati a livello locale il 27 febbraio del 2020, sin dallo scoppio della pandemia, e in tutto questo periodo non sono insorti problemi. La nostra piccola task force è ben organizzata e la collaborazione è giornaliera. In questo periodo nei 30 punti autorizzati per effettuare i test ne vengono fatti in media 5.000 al giorno, in tutta tranquillità. I risultati vengono comunicati tempestivamente per cui non c’è alcun bisogno di apportare cambiamenti. Effettuare i test negli ambulatori, a parte i casi sporadici, è quasi impossibile perché non ci sono le condizioni adatte. Comunque questo non è un obbligo, anche se il Ministero sta facendo pressione”, ha spiegato Bressan.

“Il mio ambulatorio è rimasto sempre aperto durante la pandemia. Ho deciso di non chiuderlo perché sarebbe stato troppo complicato. Ciò significa che quotidianamente i pazienti giungono per le varie visite mediche. Non ci sono le condizioni per effettuare i test al Covid. Ciò significherebbe fare incontrare i pazienti regolari, anziani con malattie croniche, con coloro che, presumibilmente hanno contratto il virus. In questo modo si rischierebbe di fare diventare gli ambulatori dei potenziali diffusori del contagio”, ha spiegato la dott.ssa Eda Karlović, che gestisce l’ambulatorio di medicina generale in via Cambieri.

“In queste settimane le infezioni sono in forte aumento. Succede che dei cinque pazienti che invio a fare il test, quattro risultino positivi. Farli venire in ambulatorio sarebbe pertanto pericoloso, soprattutto ora con la variante Omicron, che si diffonde con grande rapidità e che colpisce anche le persone vaccinate tre volte. Devo dire che in Regione tutto funziona molto bene e non ci sono problemi. I direttori della Casa e dell’Istituto regionali di salute pubblica, Vladimir Mozetič e Vladimir Mićović, sono stati molto bravi a gestire questa situazione d’emergenza. Sono a conoscenza del fatto che a Zagabria i risultati dei test PCR si attendono una settimana, per cui forse in questo caso l’inclusione dei medici di famiglia ha un senso. Da noi i risultati sono pronti in meno di 24 ore. Direi che, in caso d’emergenza, sarebbe più logico che i medici di base offrano la propria disponibilità ai centri autorizzati per i test, dove esistono le condizioni adeguate per farli, a differenza degli ambulatori. Lo abbiamo fatto e continuiamo a farlo in riguardo alla campagna vaccinale e anche in questo senso non ci sono problemi”, ha concluso la dott.ssa Karlović.

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