
La Commissione della Cultura della Città di Fiume, che si riunisce solitamente in vista della seduta del Consiglio cittadino, questa volta non vedrà discusso nel suo ambito nemmeno uno dei suoi punti all’ordine del giorno. Nonostante ciò, la presidente della Commissione Maša Magzan ha aperto la 28ª seduta ed elencato i punti della riunione. Si è parlato in primis di alcuni punti della 30ª seduta del Consiglio cittadino appunto, che riprende giovedì, 26 settembre, dopo la pausa estiva.
Prima, il rapporto semestrale sull’esecuzione del bilancio cittadino per il 2024 e, come secondo punto, il rapporto semestrale sull’operato del sindaco Marko Filipović da gennaio a giugno del 2024. Maša Magzan ha espresso il suo disappunto per il fatto che giovedì non verranno trattati temi legati alla cultura.
Maša Galešić del Dipartimento amministrativo per le finanze ha presentato il bilancio, in cui le entrate ammontano a 92,9 milioni di euro e le spese a 78,8 milioni di euro, il che significa che c’è un surplus di 14,1 milioni di euro. Il surplus di denaro viene già ridistribuito in base ad alcune nuove priorità a seguito alla manovra finanziaria del bilancio. Ad ogni modo, il rapporto semestrale offre solo un quadro generale della situazione, in quanto alla fine dell’anno, nel rapporto annuale, ci saranno molti dati aggiuntivi e tutti i dipartimenti dovranno fornire un proprio resoconto per programma, in modo che l’immagine complessiva sia più chiara.

Foto: ŽELJKO JERNEIĆ
Bocciato il sindaco
La Magzan ha concluso che nel primo semestre dell’anno, per quanto concerne le attività del sindaco, non ci sono stati miglioramenti: “La città è sporca, d’estate si sente l’odore della fognatura dai cantieri a cielo aperto lungo le principali vie della città, e l’Autotrolej è il simbolo di una gestione fallimentare – ha osservato –. Oltre al caos comunale e al fatto che le esigenze dei cittadini vengono trascurate in seguito alla mancanza di un servizio adeguato, continuiamo a riscontrare problemi riguardanti l’insufficienza di posti negli asili, nonché lo status e il numero degli educatori negli asili stessi, un tema che, nonostante le soluzioni da me proposte, non è mai stato affrontato seriamente. Inoltre, c’è stato anche l’incendio a Pehlin nel centro di riciclaggio di qualche giorno fa. Non definirei questo un successo per il lavoro del sindaco. Ciò che mi dà maggiormente fastidio è l’accento posto sugli incontri protocollari del sindaco e delle persone da lui delegate. Mi chiedo cosa abbiano effettivamente portato in termini di risultati tutti questi viaggi, soprattutto all’estero? La vicesindaco Sandra Krpan ha partecipato a Miami a una conferenza sull’istruzione aziendale e internazionale intitolata ‘La forza della protesta’, ed è stata attivamente coinvolta in alcuni workshop. Vorrei sapere esattamente quali conoscenze e idee abbia portato in città e quali innovazioni potrebbero essere applicate qui. Anche il sindaco è stato in Corea del Sud, ma ci chiediamo quali siano i risultati di quella visita”.
Il rapporto sull’operato del sindaco è stato bocciato con tre voti contrari (Antonija Marković, Maša Magzan e Mihail-Petar Lukić) e uno favorevole (Zlatko Meić).

Foto: ŽELJKO JERNEIĆ
Rischio di frane all’ex Cartiera
La presidente della Commissione ha ricordato che uno dei temi discussi la scorsa primavera era la devastazione di due spazi cittadini che potrebbero tornare a splendere come un tempo, se solo si fermasse la loro distruzione. Tema già affrontato, ma che non ha mai trovato riscontri concreti in termini di risposte o proposte su cosa fare. Maša Magzan è stata particolarmente infastidita dal fatto che la risposta alla domanda posta tramite il Consiglio cittadino ad aprile sia arrivata solo ad agosto. Quattro mesi per una risposta che, per legge, sarebbe dovuta arrivare al massimo in una settimana, e che, tra l’altro, non era nemmeno ben curata. Vi si leggeva solo che “la città non ha una vera risposta su come sanare l’eventuale rischio di frane nell’area dell’ex Cartiera”.
In questo contesto, Meić ha espresso i suoi dubbi sul fatto che in quella zona ci sia davvero il rischio di frane. Mihail-Petar Lukić ha detto che spesso ci complichiamo inutilmente la vita: basterebbe mettere un cartello “vietato l’accesso” e coprirsi legalmente. Antonija Marković, sempre molto cauta nel parlare e nel far mettere a verbale le sue parole, ha affermato di non essere un’esperta per poter esprimere un giudizio, ma che, in ogni caso, bisognerebbe indagare sulla situazione e vedere cosa si possa fare, in modo da destinare poi con certezza i fondi adeguati. Comunque si è detta favorevole alla verifica delle condizioni di tutta l’area, aggiungendo che la Commissione per la cultura non dovrebbe trattare questo problema più di tanto. Meić ha confermato che questo tema non ha a che fare con la cultura, ma ha sottolineato che si tratta comunque di un pericolo per i cittadini e per i beni culturali e vitali della città. Quindi la commissione ha votato affinché si faccia un’indagine sulla situazione e poi si proceda con ordine per tutelare i beni e cittadini.

Foto: ŽELJKO JERNEIĆ
Un gioiello in rovina
Si è parlato in seguito dell’annosa questione del Teatro Fenice, che si trova in una situazione di stallo. “Nel 2021, il Dipartimento per la Conservazione aveva emesso una decisione che imponeva un intervento urgente di risanamento dell’edificio, ma non è stato ancora fatto nulla – ha spiegato Magzan –. Poi, a settembre dello scorso anno, quando ci siamo incontrati di nuovo, i conservatori avevano rilasciato un’ulteriore conferma delle misure di protezione urgente emesse il 30 luglio 2019, secondo le quali i proprietari dell’edificio sono obbligati a prendere provvedimenti di tutela. A seguito di ciò, è stato presentato un ricorso da parte dei proprietari contro la decisione dei conservatori, e i lavori sono stati bloccati con l’approvazione del ricorso”.
Si è discusso in seguito dell’obbligo legale per il sindaco di nominare un amministratore temporaneo per il bene di cui il proprietario non si prende cura. È stato poi chiesto perché la nomina dell’amministratore sia stata bloccata e perché la questione sia rimasta in sospeso per così tanto tempo. Si è arrivati a un tira e molla per capire, grazie all’intervento di Plamena Šarlija, responsabile del settore per la Cultura, che il sindaco ha fatto sapere di non avere intenzione di spendere i soldi dei contribuenti per opere di risanamento di beni che non sono di proprietà della Città. La discussione è diventata più accesa ed è stata avanzata la proposta di espropriare il proprietario o di obbligarlo a occuparsi della sua proprietà. Antonija Marković ha detto che non è possibile che la leadership cittadina, come uno struzzo, nasconda la testa sotto la sabbia. “Se il proprietario privato ha dei diritti, ha anche dei doveri. Se non ha fondi, bisogna pianificare come risolvere la situazione e reperire i mezzi necessari”.
Fare pressione sul proprietario
Anche Meić ha sottolineato la necessità di risolvere la questione, poiché sta diventando pericolosa. “Non è un problema recente e il pericolo non è di ieri,” ha detto Magzan. “La città non può permettersi di esporre i propri cittadini al pericolo,” ha aggiunto Marković. La responsabile del comitato per la gestione del patrimonio cittadino, Denis Šulina, ha dichiarato che “abbiamo un proprietario in vita, ed è a lui che dobbiamo ordinare di agire; la nomina di un amministratore sarebbe inutile”. Šarlija ha osservato che la Città di Fiume è stata recentemente impegnata nella realizzazione del progetto del Quartiere artistico Benčić, che ha richiesto ingenti fondi.
La commissione ha verbalizzato la sua insistenza nell’applicare la legge a chi è responsabile dei beni materiali: tutto è stato approvato.
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