Tanto fumo e poco arrosto: tra Rijeka e Hajduk vince la noia (0-0)

Termina a reti bianche l'attesissimo scontro al vertice che ha deluso le aspettative

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Tanto fumo e poco arrosto: tra Rijeka e Hajduk vince la noia (0-0)

Un punto a testa e primo posto in classifica che resta condiviso: a Rujevica vincono la noia e la paura di perdere. L’attesissimo scontro al vertice dell’ottava giornata di campionato tra Rijeka e Hajduk delude le aspettative finendo con uno scialbo 0-0 al termine di un match con zero emozioni e pochissime occasioni. In classifica le due squadre restano imbattute e proseguono la loro corsa a braccetto salendo a quota 18 punti. E la Dinamo ringrazia, con gli zagabresi che ora si portano a due lunghezze dalla coppia di testa.

Nessun problema per Radomir Đalović, che schiera la formazione tipo. C’è però Rukavina nel ruolo di ala sinistra con Janković spostato al centro in coppia con Fruk alle spalle della punta Andrić. Dall’altra parte Rino Gattuso si affida all’esperienza di Rakitić, Krovinović e Livaja (fischiatissimo dal pubblico), come pure ai talentini Hrgović e Prpić, nonché all’enfant prodige Durdov.

Noia e sbadigli

La posta in palio è alta e la tensione in campo si fa sentire, con le due squadre guardinghe in avvio e ritmi piuttosto bassi. La prima occasione è una conclusione fuori misura del 16.enne Durdov dopo un errore in fase d’impostazione dei biancocrociati. L’Hajduk costruisce sempre dal basso rischiando qualcosa sul pressing avversario. Entrambe le formazioni giocano col freno a mano tirato. In panchina Đalović e Gattuso danno continuamente indicazioni ai propri giocatori. La partita stenta a decollare, spezzettata da continui falli a centrocampo. Il cross di Biuk finisce comodamente tra i guantoni di Zlomislić, dall’altra parte il sinistro a giro di Pašalić viene murato: primi 20 minuti di sbadigli e noia assoluta… Il Rijeka insiste soprattutto sulla fascia destra sperando in qualche guizzo di Pašalić, il quale però è ben marcato e costretto a giocare spalle alla porta. Nemmeno le rimesse “a catapulta” nel cuore dell’area di capitan Smolčić sortiscono effetti. Allo scoccare della mezz’ora il primo vero brivido: cross di Radeljić dalla destra, Uremović anticipa Galešić, la palla resta lì ma la difesa spalatina riesce a spazzare. Le squadre iniziano finalmente a sciogliersi un po’. I dalmati si fanno vedere con Livaja che difende palla servendo l’accorrente Hrgović sulla cui botta si immola Devetak deviandola in calcio d’angolo. I padroni di casa rispondono con una capocciata di Rukavina che però è facile preda di Lučić. Stessa sorte poco dopo per il sinistro di Pašalić. Si chiude qui un primo tempo bloccato: tanta tensione e agonismo, ma zero emozioni (e occasioni).

Doppia interruzione

Un solo cambio all’intervallo con Gojak che prende il posto di Rukavina e Janković che migra così sulla sinistra. Si riparte sulla falsariga dei primi 45 minuti: in campo succede poco o nulla. Zlomislić non trattiene il pallone sugli sviluppi di un corner, ma Uremović non ne approfitta spedendo a lato la sua girata da posizione invitante. Poco dopo il centrale degli spalatini finisce sul taccuino di Čulina per un duro intervento ai danni di Andrić. Gran fuga del neoentrato Dajaku, che si fa 70 metri palla al piede prima essere chiuso in angolo dalla difesa fiumana. La partita viene interrotta due volte: la prima a causa del fumo dei bengala accesi dall’Armada, la seconda per il lancio degli stessi da parte della Torcida. Doppio cambio per Đalović che lancia Perica e Djouahra al posto di Andrić e Pašalić, poi nel finale spazio anche per Selahi e Majstorović a rilevare Fruk e Smolčić. Nei sei minuti di recupero non succede nulla: finisce 0-0 tra qualche fischio comprensibilissimo.

 

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