Supercomputer Bura, via col vento

Installato alla fine del 2015, ha permesso all’Ateneo fiumano di compiere un decisivo salto di qualità nel campo della ricerca. È diventato in breve tempo uno degli strumenti più richiesti in diversi settori scientifici

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Supercomputer Bura, via col vento

La scienza è una luce fioca e tremolante nel buio che ci circonda, ma è la sola che abbiamo. Rispondeva così Marvin L. Cohen, docente presso l’Università di Berkeley, quando gli si chiedeva di descrivere la ricerca. “Trapiantando” questa sua citazione in Croazia, la luce risulta ancora più fioca. E il buio ancora più impenetrabile. E non potrebbe essere altrimenti quando il Paese sfiora a malapena l’1% per quanto riguarda la spesa del PIL nella ricerca scientifica, che lo relega nei bassifondi della classifica UE, ben distante dalla media europea del 2% e lontana anni luce dai Paesi nordeuropei, che arrivano a superare il 3%. Il problema è che in Croazia il settore della ricerca, che dovrebbe essere il motore che dà slancio al Paese, viene puntualmente snobbato e dimenticato dalla politica, nonché il più delle volte inteso come una spesa che grava sui conti pubblici e non piuttosto come una necessità sulla quale puntare e investire. Per fortuna ci sono delle eccezioni. Una di queste è Fiume. E in particolare la sua Università, la cui luce è tutt’altro che fioca e che nonostante il difficile contesto in cui è inserita, riesce a illuminare come un faro in una notte di tempesta il settore della scienza e della ricerca croata. Il salto di qualità è stato compiuto alla fine del 2015 con l’installazione del supercomputer Bura. Se credete che questo sia un acronimo vi sbagliate di grosso: è un semplice omaggio al vento che ogni tanto sferza la nostra città, e particolarmente impetuoso nel Campus universitario di Tersatto. Questo gioiello high-tech trova spazio in una stanza di circa 100 metri quadrati nelle “viscere” del Centro di calcolo avanzato. La prima cosa che balza all’occhio, anzi, all’orecchio, mentre vi facciamo un giro, è il rumore assordante che produce. Sembra quasi di stare sulla pista di un aeroporto mentre un Boeing 747 sta per decollare.

Lado Kranjčević (secondo da sinistra) con il suo team

233mila mld di operazioni al secondo
“Vuol dire che è in forma – scherza Lado Kranjčević, responsabile del Centro di calcolo avanzato dell’Ateneo fiumano –. Il Bura rientra nel progetto europeo ‘Sviluppo dell’infrastruttura di ricerca dell’Università di Fiume – RISK’, del valore complessivo di 24 milioni di euro, di cui 7 sono stati utilizzati per il suo acquisto. L’idea di fondo era quella di diventare il principale centro di calcolo ad alte prestazioni del Paese. Siamo stati i primi a essere entrati nel RISK, ancor prima dell’ingresso della Croazia nell’Unione europea”.
Qui il prof. Kranjčević ci svela un dato che più di ogni altro illustra di quanto sia fulmineo lo sviluppo dei questi supereleboratori. “Nel momento in cui era entrato in funzione, il Bura si trovava in 440ª posizione nella TOP500, la lista dei 500 supercomputer più potenti al mondo. Oggi, a distanza di quattro anni, il computer che occupa la 440ª posizione è circa tre volte più potente del Bura. La sua potenza di calcolo? 233mila miliardi di operazioni al secondo”. Mica male, non è vero? Eppure… “Molti credono – aggiunge Vanja Travaš, docente presso la Facoltà di Edilizia –, che oggi i supercomputer siano talmente potenti da non poter sfruttare tutte le loro potenzialità. Nulla di più falso. Noi li possiamo sovraccaricare al massimo, ma anche così ci manca ancora potenza di calcolo. In pratica, le nostre ambizioni superano le possibilità offerte. Fino a qualche tempo fa, i ricercatori ricorrevano a esperimenti per confermare una teoria. Oggi invece, in seguito allo sviluppo dei supercomputer, è possibile replicare la realtà per poi simularne gli eventi reali nel mondo virtuale”.
“Il Bura è stato pensato per essere a disposizione dei ricercatori che lavorano all’Università di Fiume – prosegue invece Kranjčević –. Così le Facoltà di Ingegneria e quella di Edilizia lo utilizzano nella fluidodinamica computazionale, il Dipartimento di Biotecnologia in dinamica molecolare e chimica computazionale, il Dipartimento di Fisica in ricerche nel campo dell’astrofisica… Qui mi piace sottolineare il fatto di essere l’unico Ateneo del Paese che permette agli studenti degli ultimi anni di lavorare con questa tecnologia, spesso utilizzato per le loro tesi di laurea”.
Intelligenza artificiale
Non sono tuttavia soltanto i vari dipartimenti a richiedere i suoi servizi.
“Tra i nostri partner troviamo l’Istituto di ricerca Ruđer Bošković di Zagabria, le Facoltà di Ingegneria e Navalmeccanica, nonché di Elettrotecnica e Informatica sempre di Zagabria, nonché l’Università di Spalato. In pratica, tutti i principali istituti STEM del Paese utilizzano il Bura. Inoltre, siamo anche aperti alla collaborazione tra industria e ricerca integrata, tant’è che collaboriamo con l’azienda farmaceutica Xelia di Zagabria, Rimac Automobili, la norvegese Kongsberg Maritime…”, ha concluso Lado Kranjčević, annunciando che le future sfide del Bura saranno strettamente legate al settore dell’intelligenza artificiale. Ma, questa, è già un’altra storia.
Il supercomputer protagonista sulla RAI
Data la forte vocazione internazionale dell’Ateneo fiumano, anche da Trieste hanno iniziato a “strizzare l’occhio” al Bura. “Ultimamente abbiamo instaurato una stretta collaborazione con l’Università degli Studi di Trieste. Lo scorso luglio avevamo ospitato alcuni colleghi triestini, nell’ambito di una conferenza congiunta sul tema dell’applicazione del calcolo ad alte prestazioni nella ricerca scientifica, ai quali abbiamo naturalmente offerto la possibilità di utilizzare il nostro supercomputer – spiega Lado Kranjčević –. La collaborazione è inoltre rafforzata dai progetti Fiume Capitale europea della Cultura e Trieste Città della Scienza 2020. E proprio a questo proposito, all’inizio di novembre una troupe della RAI aveva realizzato un servizio sul Bura e più in generale sulla collaborazione tre le nostre due Università”

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