
Krešimir Pahoki, ex poliziotto militare in pensione originario di Daruvar, 130km a est di Zagabria, è stato condannato oggi, giovedì 3 luglio, alla pena massima di 50 anni di carcere dal Tribunale della Contea di Bjelovar.
La corte, presieduta dalla giudice Maja Sikora, ha dichiarato Pahoki colpevole di 13 reati, tra cui cinque omicidi aggravati, un omicidio semplice e diversi tentati omicidi. Il tempo già trascorso in custodia cautelare sarà conteggiato nella pena, che diventerà esecutiva solo con la conferma della sentenza. Il giudice ha inoltre ordinato la proroga della detenzione fino al termine del processo giudiziario.
La condanna si riferisce al massacro avvenuto il 22 luglio 2024 presso la casa di riposo “Vianey” di Daruvar, dove Pahoki ha sparato con un revolver uccidendo sei persone, tra cui sua madre.
Durante l’udienza odierna, Pahoki ha ribadito di non sentirsi colpevole per i reati contestatigli dalla Procura di Stato e si è rifiutato di rispondere a qualsiasi domanda.
L’udienza è iniziata con la lettura dell’atto d’accusa, seguita dalle arringhe finali della difesa e dell’accusa. Dopo la sospensione per la camera di consiglio, la corte ha emesso la sentenza. Il pubblico ministero ha sottolineato che nel corso del procedimento è stato dimostrato in modo inequivocabile che l’imputato ha commesso i reati contestati. Il 22 luglio 2024, ha sparato 14 colpi di arma da fuoco, ricaricando l’arma due volte.
L’avvocata difensore Marina Lacković ha tentato di contestare l’ipotesi di omicidio con movente di genere, il tentato omicidio di un’infermiera della struttura e l’aggressione a un conoscente. Tuttavia, Pahoki non ha fornito alcuna dichiarazione né commento in merito, limitandosi a fissare la giudice Sikora per tutta la durata dell’udienza.
Durante il processo sono stati ascoltati numerosi testimoni: la proprietaria e i dipendenti della Casa di riposo, i soccorritori intervenuti il giorno della strage, amici e conoscenti dell’imputato, oltre a vari periti. Sulla base delle testimonianze e delle perizie forensi, il tribunale ha stabilito che Pahoki era pienamente capace di intendere e volere al momento dei fatti.
Ricordiamo che la mattina del 22 luglio 2024, intorno alle ore 10, Pahoki si era recato alla Casa di riposo “Vianey” per saldare una fattura per il soggiorno della madre. Dopo un breve scambio di parole con la direttrice della struttura, ha estratto un’arma da fuoco e ha cominciato a sparare contro chiunque incontrasse.
Sul posto ha ucciso l’operatore Damir Fijala, sua madre e tre ospiti della Casa di riposo. Un’altra donna è morta in ospedale a Virovitica a causa delle gravi ferite riportate.
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