Srebrenica e Aleksandra Zec: tutti contro Milanović

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Srebrenica e Aleksandra Zec: tutti contro Milanović

Hanno suscitato una marea di reazioni le dichiarazioni su Srebrenica rilasciate all’inizio della settimana dal Presidente della Repubblica, Zoran Milanović. In particolare a Sarajevo non hanno gradito per niente la frase secondo la quale “a Srebrenica c’è stato sì un genocidio, ma allora per crimini anche più gravi, come l’Olocausto, bisogna inventare un nuovo termine”. Milanović, lo ricordiamo, ha anche affermato di non sopportare che a un popolo venga appiccicata l’etichetta di “popolo genocida”, rilevando che tale epiteto “veniva affibbiato a suo tempo ai croati per Jasenovac e ora parte dei bosgnacchi fa la stessa cosa ai serbi”. Il componente bosgnacco della Presidenza bosniaca Šefik Džaferović ha definito Milanović “un caso perso”, sostenendo che le sue “dichiarazioni vergognose e inaccettabili” non s’addicono a un Capo di Stato. A reagire è stata pure le associazioni dei familiari delle vittime di Srebrenica, le quali hanno ricordato al Presidente che gli organi di Stato croati hanno appoggiato la decisione con la quale il Tribunale dell’Aja ha definito un genocidio quanto accaduto a Srebrenica.

Ma a suscitare sconcerto sono state anche le dichiarazioni di Milanović sull’uccisione a Zagabria nel 1991 della famiglia Zec. A questo proposito il Capo dello Stato ha ricordato che i familiari degli uccisi sono stati ricevuti nella sede del governo, hanno ottenuto un indennizzo, per cui si è chiesto “che cosa sia ancora necessario fare”. Dura la reazione degli esponenti della minoranza serba. Così il vicepremier Boris Milošević ha definito orribili i commenti del Presidente sottolineando che quando si parla di genocidio o della famiglia Zec è necessario dimostrare empatia e inviare messaggi d’incoraggiamento. Il deputato dell’SDSS Milorad Pupovac, infine, ha condannato le dichiarazioni di Zoran Milanović, affermando che dal suo punto di vista l’incarico di Presidente della Repubblica è vacante.

Infine, è arrivata anche la nota firmata da 18 organizzazioni non governative croate, che hanno stigmatizzato le parole del Presidente. “Il Capo dello Stato si è schierato dalla parte del male”, hanno sentenziato le ong.

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