Slovenia. Scuole CNI, si può fare di più

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Slovenia. Scuole CNI, si può fare di più
La riunione della Commissione per le nazionalità. Foto: Kris Dassena

È stata caratterizzata da un dibattito vivace la terza seduta ordinaria della Commissione parlamentare per le nazionalità riunitasi ieri a Lubiana per disquisire della messa in atto del Piano d’azione adottato dal governo sloveno rispetto alla tutela dei diritti particolari di cui godono le due Comunità nazionali autoctone presenti sul territorio nazionale, ossia quella italiana e quella ungherese, con un focus particolare sulla relazione attinente alle misure applicate nel 2021. A partecipare alla riunione, guidata dal presidente della Commissione nonché parlamentare ungherese Ferenc Horváth, sono stati numerosi rappresentanti ministeriali ed esponenti delle istituzioni minoritarie, tra cui anche il presidente della Giunta esecutiva dell’UI, Marin Corva, e il presidente della CAN costiera, Alberto Scheriani. “Il divario tra quella che è la parte giuridico formale e l’implementazione è palpabile”, ha osservato subito in apertura Stanko Baluh, direttore dell’Ufficio per le nazionalità del governo sloveno. Tale problematica è stata evidenziata nei loro interventi anche da Ferenc Horváth e dal suo omologo italiano Felice Žiža. I rappresentanti delle due Comunità hanno osservato che nel corso degli anni sono stati già fatti enormi passi avanti grazie alle sinergie messe in campo, ma che nonostante tutto esiste sempre un margine di miglioramento, in diversi ambiti. Quello più scottante, affrontato nel corso di quest’ultima seduta, è stato decisamente il segmento dell’istruzione e dell’educazione. “Potrei elencare una trentina o persino una quarantina di problemi e questioni aperte per quanto concerne i nostri istituti scolastici”, ha affermato Felice Žiža. Tra questi la Legge sui diritti particolari delle due Comunità nazionali nel campo dell’istruzione, la cui modifica, che prevedeva l’elevazione delle competenze linguistiche del personale docente e tecnico-amministrativo, è stata affossata lo scorso anno. “Più che problemi direi che sono sfide. Generalmente credo che le cose stiano andando bene”, ha controbattuto Elvira Šušmelj del Ministero per l’Istruzione, la quale ha affermato che sono in corso dibattiti per le modifiche normative. “Non è troppo saggio tendere l’arco in merito ai requisiti di conoscenza e competenza del personale; ciò potrebbe dimostrarsi un boomerang”, ha aggiunto ancora Elvira Šušmelj, riferendosi probabilmente alle difficoltà in cui s’imbattono certi istituti minoritari nel trovare docenti di madrelingua soprattutto per le materie tecnico-scientifiche. Alberto Scheriani ha sollevato pure la questione relativa ai finanziamenti devoluti dal dicastero della Cultura, da oltre un decennio pressoché invariati, ribadendo anche la necessità di tutelare i posti di lavoro all’interno dei programmi italiani di Radio e TV Capodistria.

Ferenc Horváth e Felice Žiža. Foto: Kris Dassena

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