Slovenia. Preoccupa l’avanzata di Omicron

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Slovenia. Preoccupa l’avanzata di Omicron

Quasi la metà dei 5.233 test effettuati nelle passate 24 ore in Slovenia ha confermato l’infezione da coronavirus. Per l’esattezza i nuovi casi di contagio sono stati 2.515 con il tasso di positività ammontante al 48,1 per cento. Un numero così elevato di infezioni la domenica non s’era mai visto. Ricordiamo che di domenica vengono presi in esame soltanto i casi urgenti e quindi viene effettuato un minor numero di tamponi rispetto agli altri giorni della settimana.
Desta forte preoccupazione il consistente aumento del numero di infezione da Covid-19 che nelle ultime 24 ore ha stroncato la vita a cinque persone. Nell’arco di 7 giorni si è avuto un aumento dei contagi del 150 per cento. Da qui la necessità di introdurre nuove misure più stringenti per contenere la circolazione virale. Così ad esempio, da oggi è stato limitato il numero di passeggeri sui mezzi di trasporto pubblico ed è stata ridotta la validità del test PCR negativo per poter entrare in Slovenia che ora non può essere più vecchio di 48 ore mentre quello rapido antigenico di 24 ore. Sempre da oggi inoltre la quarantena è stata ridotta da 10 a 7 giorni che prossimamente potrebbe scendere a 5 a causa di Omicron, la variante che sta dominando in Slovenia. Lo ha annunciato il direttore dell’Istituto nazionale per la salute pubblica (NIJZ) Milan Krek.
Per quale motivo si procederà ad un ulteriore taglio della quarantena? Le persone venute a contatto con un contagiato da Omicron dovranno rimanere meno giorni in isolamento perché il tempo d’incubazione dell’infezione è di circa 3 giorni ma anche perché c’è il timore che all’apice della quinta ondata (a causa di un elevato numero di persone in isolamento domiciliare) si possano verificare disagi soprattutto nel settore sanitario e nel mondo scuola.
Da aggiungere ancora che attualmente negli ospedali del Paese si trovano in cura 537 malati affetti dal Covid-19 di cui 161 necessitano della respirazione assistita. Il governo sarebbe intenzionato ad un ulteriore inasprimento delle misure anticoronavirus qualora il numero dei malati nelle terapie intensive dovesse superare quota 200.

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