
Continuano i preparativi per la possibile stipulazione dei trattati bilaterali Slovenia-Croazia per la tutela della CNI e Slovenia-Italia per la protezione delle rispettive minoranze. Si tratta, come è già stato scritto in precedenza, di due dei tre accordi bilaterali previsti in base al Memorandum d’intesa tra la Croazia, l’Italia e la Slovenia del 15 febbraio 1992. Solo uno dei Trattati, quello tra Italia e Croazia, è stato firmato nel 1996. Le prospettive ora sembrano più promettenti per la firma dei rimanenti due.
Dopo il primo tavolo tecnico realizzato poco meno di un mese fa a Capodistria, dedicato al potenziale trattato tra Slovenia e Croazia, è giunto ora il momento di avere una consultazione con la parte italiana. Per questo motivo il deputato della minoranza italiana al Parlamento di Lubiana, Felice Ziza, ha convocato un secondo tavolo di lavoro, nuovamente a Capodistria, dedicato alla discussione del possibile trattato bilaterale tra Slovenia e Italia. I lavori per la preparazione dei due trattati procedono dunque in parallelo.
Come ci ha spiegato Felice Ziza, siamo in presenza ancora di un iter di carattere consultivo. Mentre al primo tavolo di lavoro hanno partecipato tutti gli esponenti della Comunità Nazionale Italiana in Croazia e Slovenia, ora saranno i rappresentanti della minoranza slovena in Italia (Slovenska Skupnost, Svet slovenskih organizacij, Slovenska kulturno-gospodarska sveza), l’Università popolare di Trieste (UPT) e la Federesuli a presentare il proprio punto di vista assieme all’Unione Italiana e alla CAN Costiera.
I diretti interessati al tavolo di lavoro sono la CNI e la Comunità Nazionale Slovena in Italia mentre le associazioni degli esuli hanno dimostrato pure l’interesse a partecipare ai colloqui, ha spiegato il deputato. In questo quadro consultivo generale anche l’UPT ovviamente prenderà parte al tavolo di lavoro.
Ricordando i temi del primo incontro, Felice Ziza ha lasciato intendere che si potrebbe parlare anche di RTV Capodistria: “Penso di sì, perché comunque il nostro target è l’Istria. Però, anche l’Italia entra sicuramente in gioco, soprattutto perché c’è la televisione transfrontaliera che va avanti da più di 20 anni, con la collaborazione tra la TV slovena in Italia e RTV Capodistria”.
Ma l’argomento chiave è l’equipollenza, il riconoscimento dei diplomi transfrontalieri, “argomento importantissimo”. “Si parlerà sicuramente del riconoscimento della rappresentanza politica della Comunità slovena nel Friuli Venezia Giulia e nel Parlamento italiano”, ha ricordato il deputato. Probabilmente ci sarà anche una discussione sulla creazione del Fondo italo-sloveno per lo sviluppo della base economica.
Felice Ziza ha confermato che il suo è un ruolo di mediatore in questo processo: “Io sono un deputato, non sono al Governo e non ho un mandato a nome del Governo”. Ha confermato però di aver avuto finora risposte positive da parte delle autorità slovene e italiane per procedere con quest’iniziativa. Importante, ha ricordato inoltre Felice Ziza, è la costante comunicazione con il deputato della CNI e vicepresidente del Sabor, Furio Radin.
Se questa fase iniziale di colloqui avrà un esito positivo, bisognerà costruire uno o due tavoli tecnici di lavoro o commissioni miste tra i due Stati. “Sicuramente non sarà un procedimento breve. Maurizio Tremul ha detto che il trattato italo-croato Dini-Granić è stato messo sul tavolo già nel 1992 ed è stato firmato nel 1996”. Felice Ziza spera che questa volta non ci vorrà così tanto tempo, specialmente perché nel frattempo la cooperazione tra Italia, Slovenia e Croazia è aumentata.
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