Slovenia. Dal 23 agosto nuovo regime ai confini

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Slovenia. Dal 23 agosto nuovo regime ai confini

Il governo di Lubiana ha deciso che dal 23 agosto anche le persone in transito attraverso la Slovenia dovranno adempiere ad una delle condizioni GVT, ossia dovranno essere guarite dal coronavirus, vaccinate oppure possedere un test negativo al Covid-19. Coloro che non saranno in grado di esibire un certificato adeguato dovranno mettersi in quarantena. Ci sono delle eccezioni e riguardano i ragazzi fino ai 15 anni, i proprietari di terreni e immobili ubicati in zona confinaria, i lavoratori transfrontalieri e i lavoratori per trasporti internazionali. Fino al 22 agosto tutti i passeggeri, compresi quelli in transito, potranno attraversare il Paese senza dover sottostare alla quarantena e rispettare una delle tre condizioni GVT.
Inoltre l’Esecutivo statale ha deciso di reintrodurre l’uso obbligatorio della mascherina per coloro che parteciperanno ad eventi pubblici e culturali. I protagonisti comunque non dovranno utilizzarla. Mascherina obbligatoria anche per i raduni all’aperto se vi partecipano più di 100 persone.
In Slovenia nelle ultime 24 ore sono stati registrati 264 nuovi casi di contagio da Covid-19, ossia 65 più di ieri. Gli esperti sono preoccupati per quanto potrebbe avvenire in autunno quando i ricoveri potrebbero aumentare arrivando a raggiungere i numeri avutisi l’anno scorso. Lo ha dichiarato Janez Žibert della Facoltà di medicina di Lubiana. Attualmente nel Paese i malati Covid ricoverati negli ospedali sono 42, quasi il doppio nei confronti di un anno fa.
“La situazione attuale è diversa da quella del 2020 in quanto abbiamo a disposizione il vaccino antiCovid ma nonostante ciò la preoccupazione non manca perché se la campagna vaccinale andrà avanti di questo passo, appena ad ottobre il 60 per cento della popolazione avrà ricevuto almeno la prima dose del siero, una percentuale troppo bassa e quindi sarà inevitabile una nuova ondata epidemica. Secondo Žibert in autunno si potrebbe avere un migliaio di ospedalizzazioni di cui un quinto riguarderebbe le terapie intensive. Ci potrebbero essere invece meno decessi rispetto alla seconda ondata pandemica, visto che gli anziani si sono vaccinati.

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