Slovenia, confini blindati. Appello dell’UI: «Servono misure alternative»

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Slovenia, confini blindati. Appello dell’UI: «Servono misure alternative»

L’Unione Italiana si è rivolta quest’oggi, venerdì 5 marzo, al premier sloveno, Janez Janša, in merito alle nuove misure per l’attraversamento dei confini di Stato con l’Italia e con la Croazia.
La Comunità Nazionale Italiana – si legge nella nota a firma del presidente Maurizio Tremul – segue con grande partecipazione l’azione del governo per contenere la diffusione della pandemia da Covid-19. Le nuove misure per l’attraversamento dei confini di Stato con l’Italia e con la Croazia che entreranno in vigore lunedì l’8, rispettivamente il 15 marzo, ripristineranno i punti di controllo ai valichi con l’Italia. Con le nuove misure annunciate dal ministro degli Interni Aleš Hojs, il libero attraversamento dei confini di Stato sarà possibile solamente a fronte della presentazione del test di negatività al Covid-19, alle persone che certificheranno di aver effettuato la vaccinazione o di essere guariti dal virus. Infine i pendolari, i lavoratori transfrontalieri, gli alunni e gli studenti con un’età superiore ai 13 anni dovranno esibire un test di negatività non più vecchio di sette giorni. Tale obbligo non varrà per le persone di età inferiore ai 13 anni, ma riguarderà comunque coloro che accompagneranno i minori”.
“Pur comprendendo le motivazioni che hanno indotto il governo sloveno ad assumere, nei prossimi giorni, queste nuove e più stringenti misure per l’attraversamento dei confini con e dalla Slovenia verso la Croazia e l’Italia – prosegue la nota -, l’Unione Italiana sottolinea come queste creeranno notevoli difficoltà alle popolazioni che vivono a ridosso dei vari confini di Stato. L’area confinaria italo-slovena e quella dell’Istria sono regioni con profondi legami di cooperazione; le popolazioni qui residenti vivono, lavorano, studiano, sviluppano attività culturali, relazioni sociali, famigliari e amicali quotidiane su ambedue i territori a cavallo dei confini. I nuovi provvedimenti rischiano di produrre pesanti conseguenze sulla collaborazione transfrontaliera e su queste consolidate e proficue relazioni, si legge nella nota dell’Unione Italiana”.
Per questi motivi l’Unione Italiana si è rivolta al governo sloveno affinché adotti “misure alternative”, ovvero “introduca le necessarie e opportune eccezioni” per le popolazioni che vivono lungo i succitati confini di Stato che permettano la libera circolazione dei residenti lungo le aree transfrontaliere, senza alcuna restrizione:
1) per gli alunni e gli studenti che frequentano le scuole e le Università in Slovenia;
2) per i lavoratori transfrontalieri;
3) per i pendolari;
4) per chi deve uscire o entrare in Slovenia per urgenti necessità professionali o di lavoro;
5) per motivati e urgenti casi famigliari;
6) per i dipendenti, collaboratori e rappresentanti ufficiali delle Istituzioni della Comunità Slovena in Italia e della Comunità Nazionale Italiana in Slovenia e Croazia che nello svolgimento dei loro compiti istituzionali devono frequentemente attraversare i confini da e verso la Slovenia.
L’Unione Italiana, infine, si appella al governo sloveno affinché queste proposte siano accolte e siano quindi inserite nel prossimo decreto relativamente agli attraversamenti dei confini da e per la Slovenia dalle regioni transfrontaliere con la Croazia e con l’Italia.

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