Una spedizione speleologica di due settimane nel Parco Nazionale del Velebit (Alpi Bebie) Settentrionale, conclusasi domenica, ha rilevato una significativa riduzione del livello del ghiaccio, probabilmente a causa degli eventi climatici estremi degli ultimi dieci anni, lo ha riportato il Dipartimento di Speleologia Velebit.
Durante la spedizione, guidata dalla speleologa Valentina Plemenčić, alla quale hanno partecipato 53 speleologi, sono stati esplorati 36 siti speleologici, principalmente grotte, sette delle quali contenevano ghiaccio permanente.
Come ha dichiarato il responsabile delle ricerche scientifiche Dalibor Paar, nella parte superiore della grotta più profonda della Croazia – il sistema di grotte “Lukina jama (Grotta di Luka) – Trojama”, profondo 1.431 metri – il livello del ghiaccio nella sala situata a 70 metri di profondità si è abbassato di circa due metri tra il 2022 e il 2024.
Nella grotta Xantipi la situazione è ancora più estrema. La superficie di ghiaccio, con dimensioni di 75 x 35 metri e uno spessore di 7,4 metri, che nel 2021 si trovava a una profondità di circa 100 metri, è completamente scomparsa. Il ghiaccio in quella grotta si è mantenuto solo a una maggiore profondità, ha affermato Paar.
Nella grotta Varnjača è stato registrato il livello di ghiaccio più basso mai osservato a una profondità di 100 metri. Gli speleologi hanno trovato uno strato di ghiaccio spesso 6,6 metri, che, se il trend di scioglimento dovesse continuare, potrebbe scomparire nei prossimi anni.
Nella grotta Ledena, profonda 523 metri, situata a Lomska duliba – che prende il nome proprio per la presenza del ghiaccio – il ghiaccio è quasi completamente scomparso.
L’età del ghiaccio nelle grotte del Velebit Settentrionale è stimata intorno ai 400-500 anni, con la possibilità che in alcune località sia molto più antico e risalisca a migliaia di anni fa.
Oltre alla ricerca sullo stato del ghiaccio, durante la spedizione sono stati scoperti 20 nuovi siti speleologici, il che testimonia l’inesploratezza del Velebit. In una delle grotte più promettenti, “PT6”, gli speleologi sono scesi fino a una profondità di 300 metri, ma l’esplorazione di questa grotta non è terminata.
Lo scioglimento del ghiaccio e altri eventi climatici estremi rappresentano nuove sfide nelle esplorazioni speleologiche delle grotte profonde, si legge nella nota del Dipartimento di Speleologia Velebit.
Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.
L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.