Seduta del PPE al Sabor. Fioccano le polemiche

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Seduta del PPE al Sabor. Fioccano le polemiche

Il 20 e 21 novembre Zagabria ospiterà il Congresso statutario del Partito popolare europeo (PPE). Il convegno del principale schieramento in seno al Parlamento europeo sarà co-ospitato dal primo ministro croato, leader dell’HDZ, Andrej Plenković, dal presidente e dal segretario generale uscenti del PPE, rispettivamente Joseph Daul (Francia) e Antonio López-Istúriz (Spagna). L’appuntamento si concentrerà principalmente su tre temi: i cambiamenti climatici, i giovani e i Balcani occidentali. Nel corso del summit saranno eletti i nuovi vertici del PPE (presidente, vicepresidenti, tesoriere e il segretario generale).
Sabor in affitto
Il quartier generale del Congresso statutario del PPE sarà stabilito all’Arena di Zagabria, il più grande palasport del Paese. Tuttavia, il cerimoniale dell’evento prevede anche l’impiego del Sabor. Il 19 novembre, alla vigilia dell’inaugurazione ufficiale della Convention, al Parlamento croato, più correttamente nell’Emiciclo e nella Sala Ivan Mažuranić, dovrebbero riunirsi rispettivamente l’Assemblea e la Presidenza del PPE. Per il noleggio dell’Emiciclo il PPE dovrà sborsare 35mila kune e per l’affitto della Sala Mažuranić ulteriori 7.500 kune. Inoltre, dovrà accolarsi anche i costi dell’assistenza tecnica e del catering. A stabilire queste tariffe, ossia condizioni è stata la Presidenza del Sabor. Il via libera concesso al noleggio dell’Emiciclo al PPE ha fatto gridare allo scandalo i partiti dell’opposizione, in particolare quelli di centrosinistra. La deputata Vesna Pusić (GLAS), ha dichiarato che in questo modo si manca di rispetto al ruolo che il Sabor esercita nell’ordinamento del Paese. Vesna Pusić ha parlato di una scelta inaudita, che riflette il provincialismo di chi l’ha fatta. Gordan Maras (SDP) ha accusato l’HDZ di aver voluto privatizzare persino il Parlamento. Criticando la decisione, il suo collega di partito, Peđa Grbin, ha ironizzato che l’HDZ ha previsto per il Sabor un’etichetta con tanto di codice a barre e adesivo con il prezzo. A protestare contro la decisione è stato pure Hrvoje Zekanović. A infastidire il deputato dell’HRAST non è stata tanto la decisione di noleggiare il Parlamento croato al PPE, quanto la prospettiva che il presidente serbo, Aleksandar Vučić, possa sedersi sul suo scranno.
Strumentalizzazioni
I rappresentanti dell’HDZ hanno accusato gli avversari politici di voler strumentalizzare una situazione che non ha nulla di eccezionale. Sunčana Glavak, ha osservato che in Passato anche altri Paesi hanno “affittato” i rispettivi parlamenti. A tale proposito ha citato gli esempio della Danimarca, della Finlandia, della Lituania e dello stesso Parlamento europeo (sedi di Strasburgo, Bruxelles e Lussemburgo). A rassicurare Zekanović, invece, è stato personalmente Andrej Plenković. Il presidente dell’HDZ ha assicurato che la presenza di Vučić non è prevista a nessuno degli incontri programmati al Sabor. Ha anche annunciato che se necessario è pronto a chiedere un permesso speciale affinché Zekanović possa partecipare all’incontro e rendersi conto della levatura della famiglia politica che gli ha consentito di essere eletto al Sabor (alle ultime elezioni politiche Zekanović è stato eletto nelle liste dell’HDZ, quale candidato dell’HRAST, nda). Per quanto concerne le lamentele manifestate dall’SDP, l’HDZ ha segnalato sul suo profilo Facebook che nel 2011 nessun esponente del centrosinistra protestò quando al politico tedesco Martin Schulz (ex presidente del Parlamento europeo), all’epoca un esponente di spicco dell’Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici al Parlamento Europeo (S&D), fu concesso di indire conferenze stampa all’interno del Sabor.
Sfide e opportunità
Per la capitale croata il Congresso del PPE rappresenta una grande sfida sia dal punto di vista organizzativo sia della sicurezza. Ovviamente si tratterà pure di una ghiotta opportunità d’affari per gli albergatori, ristoratori e più in generale per l’industria dell’ospitalità e i settori connessi. All’incontro è prevista la partecipazione di circa 2.000 tra delegati, ospiti e giornalisti, provenienti da una quarantina di Paesi. L’elenco degli invitati comprende i Capi di Stato e di governo dell’UE affiliati al PPE: Nicos Anastasiades (Cipro), Boyko Borissov (Bulgaria), Klaus Iohannis (Romania), Krišjānis Kariņš (Lettonia), Angela Merkel (Germania), Kyriakos Mitsotakis (Grecia) e Leo Varadkar (Irlanda). L’elenco potrebbe, però, allargarsi ulteriormente. All’incontro sono stati invitati anche il Presidente serbo, Aleksandar Vučić (l’SNS è associato all’PPE, ma senza avere il diritto di voto), e il primo ministro ungherese, Viktor Orbán, benché il suo partito (Fidesz), sia stato sospeso dall’PPE. Al vertice dovrebbero partecipare pure il presidente uscente della Commissione europea Jean-Claude Juncker (Lussemburgo), il suo successore, Ursula Von Der Leyen (Germania), il presidente uscente del Consiglio europeo Donald Tusk (Polonia), nonché Manfred Weber (Germania), presidente del gruppo PPE al Parlamento europeo. È attesa pure la partecipazione dei vicepremier Hugo De Jonge (Paesi Bassi) e Koen Geens (Belgio).
Leader politici
Non dovrebbero mancare all’appuntamento neppure i leader dei partiti politici affiliati al PPE, tra i quali: Silvio Berlusconi (Forza Italia), Janez Janša (SDS), Béla Bugár (Most–Híd, Slovacchia), Sebastian Kurz (ÖVP, Austria), Helir-Valdor Seeder (Isamaa, Estonia), Markus Söder (CSU, Germania), Pablo Casado (PP, Spagna), Adrian Delia (PN, Malta), Frank Engel (CSV-PCS, Lussemburgo), Ulf Kristersson (M, Svezia), Gabrielius Landsbergis (TS-LKD, Lituania), Jean Leonetti (PRRRS, Francia), Petteri Orpo (NCP, Finlandia), Søren Pape Poulsen (DKF, Danimarca), Rui Rio (PSD, Portogallo), Grzegorz Schetyna (PO, Polonia) e Marek Výborný (KDU-ČSL, Repubblica Ceca).

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