Scuole CNI. Si auspicano maggiori risorse

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Scuole CNI. Si auspicano maggiori risorse
Patrizia Pitacco e Sabrina Bachich Foto Kris Dassena

Essere coesi nella presentazione delle istanze comuni, individuare le prospettive future e fare squadra nel perseguire quella che è la missione più importante delle istituzioni scolastiche CNI, ossia tutelare e valorizzare la lingua, la cultura e l’identità italiana sul territorio. Sono queste le considerazioni principali che sono emerse alla seconda seduta dell’Attivo consultivo del settore Istituzioni prescolari, scolastiche ed universitarie della Giunta esecutiva dell’Unione Italiana in questo mandato, svoltasi presso la Scuola media “Pietro Coppo” di Isola.
Un settore sensibile
A fare gli onori di casa è stato il preside dell’Istituto ospitante, Alberto Scheriani, che ha presentato brevemente l’attività di quella che è l’unica scuola secondaria con lingua d’insegnamento italiana in Slovenia. A rivolgere un cenno di saluto è stato anche il presidente dell’Unione Italiana, Maurizio Tremul, che ha evidenziato l’importanza di appuntamenti di questo genere, in quanto “il mondo della scuola è un settore sensibile e in forte cambiamento, che risente in maniera più marcata delle novità sia positive sia negative”. A guidare l’incontro è stata Patrizia Pitacco, titolare del settore competente presso la Giunta esecutiva, coadiuvata da Sabrina Bachich, referente per il settore scuola, che in apertura ha sollevato la scottante questione relativa ai mezzi destinati al miglioramento dell’attività formativa che il governo italiano elargisce alle scuole della CNI di ogni ordine e grado per tramite dell’Unione Italiana.

Maurizio Tremul

Provocati notevoli disagi
Negli ultimi due anni le risorse messe a disposizione hanno subito un taglio significativo, comunicato peraltro soltanto in un secondo momento, che ha provocato non pochi disagi ai rappresentanti degli istituti. Alcuni presenti hanno colto l’occasione per esprimere il proprio malcontento, soffermandosi sulle conseguenze dovute al ridimensionamento delle risorse. C’è chi ha lamentato l’impossibilità di realizzare alcune attività precedentemente programmate e chi non è riuscito a coprire le spese dei libri di testo. Si tratta, infatti, di fondi che vanno a finanziare ciò che le scuole considerano prioritario e che possono essere beneficiati a propria discrezione, per organizzare ad esempio uscite, promuovere progetti, ma anche per acquistare materiale didattico e altri mezzi materiali.
Fondi di vitale importanza
“Il malcontento è del tutto lecito. I mezzi da 300mila euro sono stati ridotti a 150mila”, ha affermato Pitacco, amareggiata non soltanto per la riduzione, imposta dal Comitato di coordinamento che decide sui finanziamenti, ma anche per le lungaggini burocratiche. “Una situazione spiacevole e imbarazzante. Contavamo su questi mezzi”, ha chiosato Ines Venier, preside della SMSI di Rovigno. “Vorrei sapere il motivo per cui il Comitato continua a non considerare le nostre necessità. Si tende sempre a sottolineare il ruolo fondamentale delle scuole poi vengono tagliati questi mezzi che sono di vitale importanza per noi. Uno dei problemi principali delle nostre scuole è che i criteri di finanziamento, soprattutto in Croazia, dipendono dal numero degli alunni. I rappresentanti del Comitato vanno informati sulle attività che portiamo avanti, vanno invitati a visitarci per toccare con mano quello che facciamo. Siamo pronti a dare tutte le informazioni sulle attività che stiamo svolgendo”, ha ancora aggiunto Venier, sollecitando a presentare una lettera congiunta alle autorità per esprimere il proprio disappunto.
Una richiesta assurda
Nel corso della seduta si è parlato anche delle criticità che coinvolgono trasversalmente le istituzioni scolastiche minoritarie, dalla mancanza di personale docente, in particolare modo per quel che concerne le materie tecnico-scientifiche, ai motivi che spingono i genitori di nazionalità italiana a scrivere i propri figli in scuole e asili della maggioranza. Infine, i presidi degli istituti in Croazia hanno portato all’attenzione l’esigenza da parte delle istituzioni croate di presentare tutta la documentazione scolastica, dai vari verbali sino alle note sui registri di classe, integralmente bilingue. Una richiesta assurda secondo i dirigenti scolastici, ma che potrebbe costare loro una multa. “Purtroppo questa questione è prevista dalla Legge costituzionale sull’educazione ed istruzione nella lingua e nella scrittura delle minoranze nazionali, che finora non è mai stata sostanzialmente attuata né ci sono mai state rimostranze da parte dei controllori del Ministero per l’educazione, adesso, invece, vengono fatte. Noi come Unione Italiana ne abbiamo parlato con il premier Andrej Plenković e se ne sta occupando pure la Regione istriana assieme a noi. Dobbiamo approfondire la questione perché la riteniamo scorretta e non in linea con il trattato italo-croato sulle minoranze, che è superiore alla Legge costituzionale sulle scuole delle minoranze”, ha rilevato Maurizio Tremul.

La seduta a Isola

 

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