
Oggi, mercoledì 19 marzo è iniziato uno sciopero di un giorno nelle scuole croate, organizzato dal Sindacato scolastico Preporod, dal Sindacato indipendente dei dipendenti delle scuole superiori della Croazia (NSZSŠH) e dal Sindacato indipendente della scienza e dell’istruzione superiore. I sindacati hanno avanzato cinque richieste: tre legate al miglioramento della retribuzione e due relative a questioni normative.
Il governo ha risposto con una decisione che prevede la riduzione degli stipendi e degli eventuali bonus per i dipendenti del settore dell’istruzione di base e secondaria, oltre che per quelli della scienza e dell’istruzione superiore, per tutta la durata della partecipazione allo sciopero. L’esecutivo ha inoltre dichiarato che lo sciopero non è giustificato.
Il presidente del sindacato Preporod, Željko Stipić, ha commentato la situazione affermando che allo sciopero partecipano coloro che sono consapevoli del loro status e insoddisfatti delle condizioni di lavoro.

“Non ci sono demagoghi capaci di ingannarli e convincerli del contrario. Soprattutto in un momento in cui abbiamo un premier populista e spregiudicato, che proprio alla vigilia dello sciopero minaccia annunciando che non sarà retribuito. Il governo prende decisioni come se ci fosse uno stato di emergenza nel Paese”, ha dichiarato Stipić alla tv nazionale Hrt.
I sindacati chiedono aumenti salariali, che possono essere realizzati attraverso la base stipendiale, i coefficienti o un’indennità temporanea, fino a quando non si troverà una soluzione duratura. Inoltre, esigono un rinvio di un anno dell’introduzione della didattica modulare nelle scuole professionali, sostenendo che non sia ancora adeguatamente preparata, e modifiche alla Legge sugli stipendi, in particolare per quanto riguarda la valutazione dei dipendenti nel settore dell’istruzione e della scienza.
Lo sciopero di oggi è stato concepito come un segnale di avvertimento al governo, ma i sindacati sono pronti a continuare la loro lotta se non si raggiungerà un accordo.
“C’è ancora spazio per una trattativa, ma man mano che andremo avanti con le nostre azioni, questo spazio si restringerà e la situazione si radicalizzerà”, ha concluso Stipić.
Il ministro dell’Istruzione, Radovan Fuchs, ha contestato le dichiarazioni dei sindacati secondo cui i salari del personale scolastico sono aumentati meno rispetto ad altri settori della pubblica amministrazione.
“Abbiamo mostrato dati precisi sull’aumento degli stipendi, spiegando chiaramente il loro andamento. I sindacati sanno bene come sono stati calcolati i coefficienti e quando alcuni supplementi salariali specifici per determinati settori sono stati trasferiti nei coefficienti di base.
Spesso il confronto viene fatto con i bonus delle strutture di assistenza sociale, dove i dipendenti lavorano esclusivamente in condizioni difficili, fornendo servizi a persone in situazioni di disagio. Quei supplementi sono stati mantenuti anche per gli insegnanti che lavorano con alunni con bisogni educativi speciali”, ha dichiarato Fuchs.
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