Schengen. Porte aperte soltanto per la Croazia

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Schengen. Porte aperte soltanto per la Croazia
Il valico di confine tra Slovenia e Croazia di Castelvenere, in Istria

“Eravamo riluttanti in merito all’adesione a Schengen di Croazia, Romania e Bulgaria. Sulla Croazia e sulla Romania siamo riusciti ad arrivare ad un sì. Quanto alla Bulgaria non è un ‘no’, ma un ‘non ancora’. Abbiamo bisogno di più tempo, in particolare nell’attuazione del meccanismo di cooperazione e verifica e nell’attuazione del meccanismo di valutazione e monitoraggio Schengen”. Così il premier olandese, Mark Rutte, a margine del vertice UE-Balcani Occidentali. Il primo ministro dell’Aja si è detto “ottimista” su eventuali”passi in avanti” il prossimo anno in merito all’adesione della Bulgaria a Schengen. I ministri dell’Unione dovrebbero pronunciarsi sull’adesione dei tre Stati membri all’Area di libera circolazione al prossimo Consiglio Giustizia e Affari Interni, in programma giovedì. La decisione richiede l’unanimità.
Pure Vienna ha ribadito un secco no all’ingresso nell’area Schengen non soltanto della Bulgaria, ma anche della Romania. “Non vi è alcuna approvazione da parte dell’Austria. È necessario più tempo. Abbiamo 75mila migranti clandestini non registrati in Austria, dobbiamo prima rispondere a queste domande di sicurezza”, ha detto il cancelliere austriaco Karl Nehammer a Tirana. Le parole di Nehammer sono arrivate mentre il Presidente romeno, Klaus Iohannis, indicava ai giornalisti a Tirana l’intenzione di Bucarest di negoziare fino all’ultimo momento con l’UE. Fatto sta che difficilmente la Romania può fare il suo ingresso nell’Area di libera circolazione senza la Bulgaria, in quanto per il confine tra i due Paesi non è mai stato previsto e quindi nemmeno organizzato il necessario per l’adozione del regime di Schengen.
In ogni caso le dichiarazioni sia dell’esponente olandese che di quello austriaco confermano che esiste un accordo di massima sull’adesione della Croazia allo Spazio Schengen, per cui se tutto andrà bene a Capodanno verrà meno il confine che divide l’Istria, ovvero non ci saranno più i controlli ai valichi e si potrà circolare liberamente. La penisola, dunque, segue la vicenda col fiato sospeso.

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