Schengen: «Lubiana non potrà bloccarci all’infinito»

Il premier croato ottimista dopo gli incontri a Bruxelles. Il via libera tecnico della Commissione all’entrata della Croazia nell’area Schengen dovrebbe arrivare entro ottobre

0
Schengen: «Lubiana non potrà bloccarci all’infinito»

Il presidente uscente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, ha assicurato in maniera inequivocabile che prima della fine del suo mandato, ossia entro ottobre, l’Esecutivo comunitario renderà noto che la Croazia ha ottemperato ai criteri richiesti per l’entrata nello spazio senza confini di Schengen. Lo ha sottolineato il premier croato Andrej Plenković dopo aver incontrato a Bruxelles i principali leader delle istituzioni europee. Zagabria pertanto si attende che entro un mese la Commissione invii al Consiglio europeo il responso tecnico positivo sul rispetto da parte della Croazia delle condizioni richieste per l’adesione a Schengen. In seguito il Consiglio dovrebbe dare l’autorizzazione politica all’adesione di Zagabria. A quel punto la decisione ultima spetterebbe agli Stati membri che dovrebbero ratificare la proposta.
Andrej Plenković, pur essendo ottimista sul via libera da parte delle istituzioni europee, non si attende che la decisione politica sull’ingresso nello spazio di Schengen possa essere presa nel corso del Semestre di presidenza croato dell’Unione. “Quando un Paese presiede il Consiglio non è realistico attendersi che una questione politica di primo piano che lo riguarda, venga messa all’ordine del giorno”, ha rilevato il premier, ricordando che la Bulgaria e la Romania sono ancora in sala d’attesa pur avendo ottenuto già anni fa il via libera tecnico della Commissione. “Certo il dibattito politico ci sarà, ma non prevedo alcuna decisione durante il Semestre croato”, ha puntualizzato il primo ministro.
In merito al possibile veto sloveno all’adesione della Croazia al regime di Schengen a causa dei nodi bilaterali, Andrej Plenković ha dichiarato che Lubiana non potrà bloccare Zagabria all’infinito. “Siamo un Paese membro dell’Unione, abbiamo a disposizione meccanismi sufficienti”, ha aggiunto il premier.
Reagendo alle tesi del primo ministro sloveno, Marjan Šarec, secondo le quali le valutazioni della Commissione sarebbero di carattere politico, Andrej Plenković ha rilevato che la realtà è ben diversa, in quanto i servizi tecnici dell’Esecutivo comunitario non hanno nulla a che vedere con la politica. “Il loro compito è semplicemente quello di appurare se un Paese che aspira ad aderire al regime di Schengen abbia ottemperato o meno i criteri richiesti. Io gli esperti non li conosco, non vado con loro a prendere il caffè o a mangiare al ristorante Baltazar. Essi fanno il loro lavoro, punto e basta”, ha ribadito Andrej Plenković.
E se ci saranno problemi politici, ha aggiunto il premier, “li risolveremo in sede di Consiglio. Abbiamo già avuto un episodio brutto, antieuropeo che ha causato problemi nei rapporti bilaterali. Non è bene mescolare le questioni bilaterali e internazionali con i temi europei. Noi non lo facciamo per cui ci attendiamo che non lo faccia neppure la Slovenia. Vedremo cosa accadrà a Lussemburgo al cospetto della Corte europea e poi ne riparleremo. Il contenzioso confinario non è collegato al regime di Schengen”, è stata la valutazione di Andrej Plenković.
Non innalziamo muri
Alla domanda se la Croazia possa incontrare ostacoli anche da parte di altri Paesi membri, come succeduto alla Romania e alla Bulgaria, il premier a risposto: “Non credo che si tratti di ragioni di carattere sostanziale. A differenza della Slovenia la Croazia non ha posto barriere di filo spinato alla frontiera, non ha innalzato muri. Sono i nostri poliziotti, di cui apprezzo moltissimo il lavoro, che tutelano il confine per prevenire le migrazioni illegali. In futuro dovrebbero essere rafforzati i controlli del confine esterno dell’Unione e a tal fine dovrebbero essere stanziati non più 10, ma 30 miliardi”.
Ricordiamo che giovedì, all’inizio della sua missione a Bruxelles, il premier croato ha avuto colloqui con la neoeletta presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, con il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli e con il presidente uscente dell’Esecutivo comunitario, Jean-Claude Juncker. ieri invece hanno avuto luogo tra l’altro gli incontri con il vicepresidente della Commissione con delega all’Euro e al Dialogo sociale, Valdis Dombrovskis, e con il primo ministro finlandese Antti Rinne il cui Paese è alla guida del Consiglio in questo momento. Oggi invece è in programma il colloquio con il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk.
A spron battuto verso l’euro
Va rilevato che Schengen non è stato l’unico piatto forte ai colloqui di Andrej Plenković a Bruxelles: l’altro argomento di fondo è stato il percorso che dovrebbe portare all’adozione dell’euro, ovvero all’adesione al Meccanismo di cambio europeo quale anticamera per l’ingresso in Eurolandia.. Zagabria, ha sottolineato a questo proposito il premier, sta attuando il piano d’azione varato a luglio. Vi sono già state inoltre riunioni con i fattori chiave dell’Eurozona. Il processo procede bene, è stato il messaggio di Plenković a questo proposito. Il colloquio con Valdis Dombrovskis è stato molto costruttivo, gli sforzi riformisti del governo sono stati accolti favorevolmente, ha sottolineato il premier. La Commissione, ha concluso, sta seguendo attentamente tutto ciò che facciamo e le valutazioni sono positive.

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display