Schengen. Da Lubiana sostegno alla Croazia

Tanja Fajon: sono fondamentali i rapporti di buon vicinato

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Schengen. Da Lubiana sostegno alla Croazia
Tanja Fajon. Foto: Amir Hamzagic/ATAImages/PIXSELL

La Slovenia supporta l’ingresso della Croazia nell’area Schengen. È quanto aveva affermato a metà gennaio il ministro degli Affari interni sloveno, Aleš Hojs, che si appresta a lasciare l’incarico ed è quanto ribadito ieri da Tanja Fajon, ormai prossima ad assumere le redini della diplomazia di Lubiana nel nuovo governo che sarà guidato da Robert Golob.
Tanja Fajon ha spiegato che la Slovenia è favorevole sia all’entrata nello spazio di Schengen della Croazia sia a quella di Romania e Bulgaria, aggiungendo però come non tutti gli Stati condividano questa posizione. Il futuro ministro degli Esteri ha citato concretamente l’Austria, spiegando come questa sia rimasta colpita dalla crisi migratoria del 2015-2016 e come ancor oggi stia facendo dei controlli alle frontiere, anche se confina solamente con altri Paesi dell’area Schengen.
”Credo che la prima cosa da fare sia rafforzare la fiducia fra gli Stati che fanno parte dell’area senza frontiere. Altrimenti, fintanto che non ci sarà una riforma concreta di Schengen sarà molto difficile ampliare la zona con l’adesione alla stessa di tre nuovi Stati”, ha affermato Tanja Fajon.
“Con la Croazia abbiamo molti più punti in comune di quante non siano le divergenze; se c’è la volontà politica tutti i problemi possono venire risolti. Per noi i rapporti di buon vicinato sono fondamentali e in questo senso sono convinta che l’ingresso della Croazia nell’area Schengen e l’introduzione dell’euro nel Paese non possano che giovare alla Croazia come alla Slovenia”, ha affermato il futuro ministro degli Affari esteri.
Tanja Fajon ha poi parlato anche dell’allargamento dell’Unione europea ai Paesi del Balcani occidentali, come pure della necessità di lavorare per tenere aperto un canale di dialogo fra Belgrado e Priština. Dalle sue affermazioni appare chiara la volontà di riavvicinare la Slovenia all’Europa occidentale, invertendo la rotta rispetto a quanto fatto da Janez Janša negli ultimi due anni del suo governo, quando a detta di Tanja Fajon, si stava andando dritti verso l’autoritarismo tipico di Ungheria e Polonia.

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