Scandali. La tensione politica sta salendo alle stelle al Sabor

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Scandali. La tensione politica sta salendo alle stelle al Sabor
Il procuratore di Stato Zlata Hrvoj-Šipek

Non bastava la mozione di sfiducia nei confronti del premier Andrej Plenković che ha avuto come molla scatenante lo scandalo dei messaggini, ovvero il caso SMS. Le forze dell’opposizione ora hanno avviato anche una raccolta di firme al Sabor a sostegno di una mozione tesa a strappare le dimissioni del procuratore di Stato, Zlata Hrvoj-Šipek. Secondo la sinistra durante il dibattito parlamentare sul rapporto della Pubblica accusa, Zlata Hrvoj-Šipek avrebbe due volte mentito ai deputati quando è stata chiamata a rispondere alla domanda sui suoi presunti contatti con l’ex segretario di Stato Josipa Rimac, nell’ambito dello scandalo sulle centrali eoliche.
Ad avviare la sottoscrizione per la mozione da inviare al governo, è stato il parlamentare socialdemocratico Domagoj Hajduković. Si sono subito aggregati però gli altri schieramenti della sinistra e non è affatto escluso che finisca per accodarsi pure la destra. I leader dell’SDP e di Možemo, Peđa Grbin e Sandra Benčić, hanno dichiarato ieri che inviteranno anche i gruppi parlamentari della maggioranza a sottoscrivere la mozione per l’esonero di Zlata Hrvoj-Šipek. Il procuratore di Stato ha reagito immediatamente alla sortita della sinistra, rilevando di non aver mentito affatto ai deputati. Ha ribadito in questo contesto, di non aver avuto alcun contatto con l’ex segretario di Stato Josipa Rimac, nell’ambito dello scandalo sulle centrali eoliche. Per tale motivo Zlata Hrvoj-Šipek ha sottolineato a chiare lettere di non avere alcuna intenzione di rassegnare le dimissioni e ha ripetuto di non aver fatto nulla in contrasto con la sua posizione e i suoi obblighi di lavoro. In quest’ambito Zlata Hrvoj-Šipek ha puntualizzato che i messaggini incriminati, dati in pasto al pubblico, non hanno nulla a che vedere con lo scandalo delle centrali eoliche, bensì si riferiscono al periodo in cui lei era primo sostituto procuratore e Josipa Rimac faceva parte della compagine governativa come segretario di Stato nel Ministero dell’Amministrazione. “Era logico che all’epoca ci fossero dei contatti tra di noi”, ha sentenziato Zlata Hrvoj-Šipek, precisando che i messaggini si riferivano a una richiesta d’incontro per risolvere il nodo dei coefficienti per il pagamento dei periti finanziari e informatici che la Procura non poteva assumere in pianta stabile. Infine il procuratore di Stato ha evidenziato di sentirsi in questo momento come una persona sul banco degli imputati, alla quale è negato il diritto alla difesa.
Nei prossimi giorni, dunque, le tensioni politiche sono destinate a inasprirsi ulteriormente nei palazzi del potere a Zagabria. Il Sabor sarà chiamato anche a votare sul rapporto sull’operato del procuratore di Stato e i gruppi parlamentari dell’SDP e di Možemo hanno già preannunciato che voteranno contro. Il caso SMS pertanto continuerà ad avere un impatto tutt’altro che irrilevante sulla dialettica politica. Anche se alla lunga è possibile che non succeda nulla di eclatante, in quanto la coalizione di governo appare molto solida, nonostante tutte le sfide che si trova ad affrontare, per cui è probabile, se non addirittura scontato che faccia quadrato anche quando si tratterà di votare al Sabor sulla mozione di sfiducia al premier presentata dall’opposizione di destra e di sinistra, stavolta compatta.
Tornando ai leader dell’SDP e di Možemo, Peđa Grbin e Sandra Benčić, essi hanno chiesto nel corso di una conferenza stampa tenuta ieri a Zagabria che i crediti al consumo delle banche non possano essere venduti alle agenzie per la riscossione dei crediti, bensì solamente ad altri istituti di credito. In tal modo, secondo i due esponenti della sinistra si risolverebbe il problema del “commercio dei debiti” che ha un giro d’affari “pesante 5 miliardi di euro”. Peđa Grbin e Sandra Benčić hanno puntualizzato infine che il loro non vuole essere un invito ai cittadini a non pagare i loro conti: “Semplicemente si vuole tenere conto di quelle persone che per motivi oggettivi non sono in grado di restituire i prestiti ottenuti”.

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