Sacco: «Favorire la comprensione reciproca»

A colloquio con l’Ambasciatore italiano in Croazia sui temi di attualità, sui rapporti bilaterali e sul ruolo della Comunità Nazionale Italiana. «Le minoranze autoctone hanno una rilevanza straordinaria»

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Sacco: «Favorire la comprensione reciproca»

Entusiasmo, è questa la parola scelta dall’Ambasciatore italiano in Croazia, Pierfrancesco Sacco, come parola chiave del suo mandato a Zagabria. “Inizio questa missione in Croazia con entusiasmo perché trovo una realtà bilaterale ricca e vivace e al tempo stesso piena di opportunità per poter proseguire, consolidare, intensificare e magari anche immaginare qualcosa di nuovo che sia però all’altezza della storia dell’importanza dei rapporti tra i nostri due Paesi e del vincolo umano che li unisce con la presenza di una Comunità italiana in Croazia così importante e così significativa e la presenza di una Comunità croata in Italia”, ci dice accogliendoci nella sede della rappresentanza diplomatica a pochissimi giorni dal suo arrivo. E proprio nel segno di quest’entusiasmo sembrano procedere anche le attività. Nell’elegante palazzo che ospita la sede ristrutturata pochi anni fa e inaugurata, in occasione della visita in Croazia, dal Presidente Sergio Mattarella, le attività volte a “portare le relazioni fra il ‘sistema Italia’ e il ‘sistema Croazia’ a gradi sempre più elevati d’interazione e d’integrazione” sono tante; si pianificano incontri e visite, si impostano strategie e sinergie, si lavora a progetti culturali, economici, di scambio e di arricchimento dei rapporti. Attorno, la città vive il “suo” momento, dal 1º gennaio la Croazia detiene la Presidenza di turno del Consiglio UE e Zagabria si propone come “capitale UE”. “Ho partecipato alla cerimonia d’inaugurazione del semestre di Presidenza, sono stato invitato nonostante non avessi ancora presentato le credenziali, che ho avuto modo di consegnare al Capo dello Stato molto presto, a soli quattro giorni dal mio arrivo. Il concerto è stato un magnifico evento culturale nel segno della pluralità di espressioni culturali europee, grande musica croata e di autori compositori di altri Paesi. Anche in occasione degli auguri del sindaco di Zagabria al corpo diplomatico c’è stata una forte sottolineatura del ruolo della città capitale internazionale, capitale snodo per l’area centro-europea”.
In questi primi sei mesi dell’anno a Zagabria il tema centrale sarà l’Europa. Sulla definizione del ruolo dell’UE. anche alla luce della Brexit, Italia e Croazia sono legate da un’evidente vicinanza di prospettive…
“Sicuramente sì. Trovo molto positivo e importante che un ampio spettro di forze politiche in Italia e in Croazia abbia la stessa visione di un’Europa più e meglio capace di fare sia gli interessi dei propri cittadini sia quelli di quei principi e di quei valori che sono fondativi dell’UE. Sia l’Italia sia la Croazia ritengono che l’UE debba servire alla vita quotidiana dei suoi cittadini, nel senso di contribuire al suo miglioramento anche attraverso l’accrescimento delle possibilità di trovare un lavoro dignitoso che permetta di mantenere le famiglie o il rafforzamento del valore della parità uomini-donne, che è un altro tema sul quale i nostri Paesi sono in perfetta sintonia. Al tempo stesso l’UE deve essere un soggetto capace di tutelare i suoi cittadini e di affermare, ma anche far avanzare, su scala globale l’agenda democratica di diritti contemplati dal principio dello stato di diritto. Anche qui Italia e Croazia collimano ed è molto bello che collimino uno dei sei Paesi fondatori dell’UE e il più recente membro della comune casa europea. C’è una concomitanza molto bella, molto interessante. Per l’Italia fondare quello che allora era la CEE è stato un passo fondamentale nella democratizzazione post-bellica, per la Croazia entrare nell’UE è stato un passo fondamentale nella sua rinascita come Stato sovrano e democratico”.
Ora la sfida pare essere quella di riuscire a superare lo scoglio della sfiducia trovando il modo di riavvicinare le istituzioni ai cittadini…
“In questo senso penso che sia molto importante la Conferenza sul futuro dell’Europa i cui termini di riferimento dovranno essere stabiliti nel corso della Presidenza croata quando si spera inizi il suo percorso biennale. Rispetto a questo importante appuntamento mi piace immaginare qualche iniziativa congiunta tra Italia-Croazia”.
Altro tema di calda attualità nell’agenda europea è quello della crisi migratoria, un dossier che interessa da vicino sia l’Italia sia la Croazia…
“Un grande tema che accomuna nuovamente Italia e Croazia dal punto di vista dell’essere frontiera esterna per l’UE. L’Italia lo è per tutto quello che è l’arco marittimo mediterraneo, la Croazia per quanto riguarda il lunghissimo confine terrestre con la Bosnia ed Erzegovina. Si tratta di un dossier cruciale e a riguardo ci auguriamo che si facciano passi avanti nel segno di un approccio onnicomprensivo al tema delle migrazioni. A riguardo l’Italia promuove un approccio globale, complessivo, olistico, che sia nel segno della sicurezza per gli europei, della protezione più efficace delle frontiere – come già la Croazia sta dimostrando di fare con grosso impegno – e delle riforme. Ad esempio il sistema di asilo di Dublino richiede di essere modificato in un’impostazione poggiante sulla comune responsabilità e sulla solidarietà. A noi fa piacere trovare anche su questo una sostanziale sintonia di posizioni. C’è anche da augurarsi che la Croazia, e questo tema è stato affrontato in modo molto franco, possa considerare con maggiore flessibilità la sua partecipazione al quadro creato dall’Accordo di Malta per quanto riguarda l’accoglienza di migranti che arrivano nei Paesi di sbarco”.
Migranti, confini… impossibile non pensare all’area Schengen. La Croazia aspetta di aderire. Qual è la posizione italiana a riguardo?
“L’Italia è favorevole all’ingresso della Croazia in Schengen. La Commissione UE ha certificato che la Croazia ha i requisiti tecnici richiesti, certo questi devono essere sempre aggiornati e tenuti in funzione, ma si tratta di una richiesta che viene fatta a tutti i Paesi coinvolti. Molto probabilmente sia questo sostegno sia quello inerente alla prospettiva di adesione della Croazia all’euro saranno di nuovo toccati agli incontri che ci saranno a Zagabria a febbraio tra il ministro italiano degli Affari europei e i suoi omologhi croati come seguito dell’incontro svoltosi a Roma nel novembre scorso tra il ministro degli Esteri croato e il ministro Amendola”.
Parlando di incontri tra ministri, possiamo aspettarci un’accelerazione dei tempi riguardo alla convocazione del Comitato di coordinamento tra i due governi? L’ultima riunione si è svolta nel 2018 a Roma dopo una pausa di otto anni, la prossima dovrebbe svolgersi in Croazia…
“Intendo fare il possibile per quanto è nelle facoltà di un Ambasciatore per propiziare una serie di incontri che abbia una cadenza annuale. Mi fa molto piacere la sintonia che ho stabilito già da alcuni mesi con il mio collega a Roma, l’Ambasciatore Jasen Mesić e trovo che ci sia disponibilità e buona volontà da entrambe le parti per questa cadenza annuale. Nella conferenza stampa a Palazzo Chigi al termine dell’incontro, a dicembre, con il premier Plenković, il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha evocato l’importanza del Comitato di coordinamento tra i due governi e non potremmo sottolinearla mai abbastanza perché è uno strumento operativo di raccordo di iniziative congiunte. Auguriamoci, subito dopo il semestre di Presidenza UE quando l’agenda delle amministrazioni croate sarà meno fitta, di poterlo organizzare in Croazia.”
Nell’attesa le relazioni bilaterali sono già adesso eccellenti. La componente economica è il fiore all’occhiello dei rapporti. L’Italia è nella top tre dei partner economico-commerciali, al secondo posto per l’interscambio complessivo, al primo come mercato di destinazione dell’export croato, al terzo posto per entità degli investimenti complessivi dal 1993. Intensi sono anche i rapporti nel settore finanziario. Ci sono degli aggiornamenti?
“I dati vanno in questa direzione. Aspettiamo di vedere quelli finali per il 2019, ma penso che ci saranno conferme se non un ulteriore progresso del volume complessivo dell’interscambio. L’economia, come ogni dimensione della vita globalizzata che noi viviamo, richiede come una bicicletta di continuare sempre a pedalare perché se la pedalata rallenta o si ferma la bicicletta non si tiene da sola. Quindi, noi dobbiamo continuare a immaginare occasioni d’incontro, di conoscenza reciproca tra operatori italiani e operatori croati. La conoscenza esiste già e le dimensioni dell’interscambio lo dimostrano, ma questo non significa che non si possa fare sempre di più e sempre meglio. Penso agli investimenti, alle opportunità anche in settori innovativi che sono importanti per la Croazia, come quello delle nuove tecnologie, dell’economia digitale, penso alla dimensione del turismo che offre opportunità di collaborazione non solo sul piano dell’afflusso di turisti italiani in Croazia, e speriamo sempre di più anche croati in Italia, ma anche di vari settori economici coinvolti dal turismo che è un settore molto vasto e articolato. Su questo ho già iniziato a ragionare con l’Ufficio ICE di Zagabria su come si può consolidare questo trend positivo e puntare ad ampliarlo ulteriormente rendendolo anche più visibile e meglio percepito dai decision makers”.
Gli Uffici ICE da quest’anno passano sotto la competenza del MAECI. Quali cambiamenti possiamo attenderci sul piano operativo?
“L’intera Agenzia ICE viene spostata sotto la Farnesina come Ministero supervisore. Le strutture del Ministero dello Sviluppo economico sono state trasferite al MAECI, l’ICE mantiene la sua identità e la sua autonomia però la possibilità di lavorare insieme è sicuramente accresciuta”.
La collaborazione è già ottima, le sinergie non mancano e spesso coinvolgono anche altre realtà in primo luogo l’Istituto italiano di cultura. Le novità possiamo dunque aspettarcele sul piano della pianificazione, delle strategie comunicative?
“L’obiettivo che vogliamo perseguire è un’azione più sistemica partendo dalla base ottima di sinergie e collaborazione già esistenti. È sempre possibile fare uno sforzo di immaginazione, di innovazione. Ne abbiamo parlato anche di recente a uno staff meeting allargato a tutte le istituzioni italiane presenti a Zagabria e ai rappresentanti di diverse amministrazioni che lavorano in Ambasciata. Tutti sono coinvolti nella cooperazione bilaterale che si estende dal settore della sicurezza e della lotta alla corruzione e al crimine organizzato a quello linguistico e culturale. Abbiamo citato l’Ufficio ICE che, con le sue attività svolte in Italia dove fornisce assistenza agli operatori croati, contribuisce a far sì che l’Italia sia il primo mercato per l’export dalla Croazia. Ma la realtà è anche più ricca, attraverso il Consolato generale a Fiume abbiamo una rete di quattro consolati onorari che sono impersonati da eccellenti fautori di collaborazione bilaterale, c’è una Camera di commercio italo-croata che sta attendendo il riconoscimento ufficiale da parte del governo italiano ed è già capace di aggregare un centinaio di operatori, che incontrerò a breve e mi auguro voglia entrare in questo sistema”.
Si pensa dunque a una dimensione nuova di una collaborazione già in atto…
“Tutti questi soggetti collaborano, noi proviamo a rendere il tutto più strutturato sempre in maniera flessibile e operativa. La nostra riunione ha toccato una ventina di questioni in circa un’ora e mezza. Questo avverrà a cadenza mensile.”
Non va dimenticata la dimensione culturale. A febbraio al Teatro nazionale di Zagabria torna nel ruolo di registra Pier Luigi Pizzi…
“La Lucia di Lammermoore con la regia del Maestro Pizzi al TNC è un ulteriore esempio di una bella collaborazione tra istituzioni culturali di due Paesi, ma avremo anche un’anteprima all’Istituto italiano di cultura.”
Il legame per eccellenza sono però le persone. Italia e Croazia sono unite anche dalle rispettive comunità nazionali…
“La Comunità italiana in Croazia è una realtà importante e direi unica che per me è già motivo, oltre che di orgoglio, di lavoro e di attenzione anche dal punto di vista di collegamento sempre più sistemico della presenza italiana in Croazia, e qui una presenza importante è proprio quella delle istituzioni rappresentative di questa comunità. Ho già stabilito alcuni contatti, altri ne stabilirò a cominciare dalla figura così prestigiosa del vicepresidente italiano del Sabor, On. Furio Radin. Il 21 e il 22 febbraio a Fiume avrò una serie di incontri, ma saranno soltanto l’inizio. Nel contesto dello sforzo di rendere più strategica la relazione bilaterale tra Italia e Croazia voglio sottolineare che questa dimensione delle minoranze autoctone è una dimensione di straordinaria rilevanza e di straordinario interesse perché dà un tessuto umano a questa amicizia tra i due popoli. Si tratta di un ponte non in senso puramente descrittivo, infrastrutturale. Il ponte è una bellissima immagine, ma qui parliamo di un dato strutturale, di una storia antica, dell’Adriatico inteso come mare e come sponde che vi si affacciano. È veramente molto bello avere questa componente. Poi certamente, ci sono punti aperti, questioni che devono essere sempre seguite con attenzione, aspetti che possono essere migliorati, però noi cercheremo di favorire la coesione delle varie rappresentanze della Comunità italiana in Croazia. Importante è anche il collegamento che già esiste e che può diventare sempre più stretto con la realtà degli esuli perché questa è un’altra grandissima ricchezza. Ho incontrato esponenti della Federesuli a Roma e ho trovato una visione dinamica e aperta”.
Il rapporto degli appartenenti alla Comunità italiana con le istituzioni è contraddistinto anche dal legame emotivo con la Nazione Madre. La richiesta di dialogo è forte…
“Intendo operare in linea di continuità, come praticamente su tutte le attività che l’Ambasciata svolge e svolgerà, con la gestione del mio predecessore e qui mi si consenta di spendere una parola di apprezzamento e di stima nei confronti del collega Adriano Chiodi Cianfarani con cui ho avuto svariati contatti e colloqui. L’Ambasciata è un’istituzione che per l’ordinamento italiano è chiamata a coordinare l’insieme delle istituzioni pubbliche presenti nel Paese di accreditamento, nel nostro caso in Croazia. È un luogo di facilitazione, d’incontro. Ove opportuno anche di stimolo di una crescente interazione tra esuli e Comunità italiana autoctona oltre che di comprensione reciproca. Perché questa dimensione di collegamento tra i due Paesi non potrà che essere favorita da questo dialogo crescente, da questa possibilità d’immaginare ulteriori attività congiunte”.
Il sostegno formale, quello che passa anche per le voci di bilancio è importante, ma a sentire i connazionali altrettanto importante è il sostegno morale dell’Italia alle attività, alle iniziative, ai progetti che vengono portati avanti sul territorio d’insediamento storico. Possiamo attenderci anche qui una linea di continuità?
“Intendo fare del mio meglio per essere anche a livello personale e umano vicino come ascolto e come partecipazione alle attività e alle problematiche delle nostre Comunità italiane in Croazia. Mi consenta un riferimento personale. Penso che aver fatto, come prima missione all’estero, il Console in una dimensione ovviamente molto diversa come quella del Brasile, di San Paolo mi fa sentire moltissimo quella dimensione immateriale della prossimità e della vicinanza. Il succo del lavoro di un Console sta proprio in questo”.
I primi incontri con la Comunità italiana
“Nella fitta serie di visite che stiamo predisponendo inserirò sicuramente la CI di Zagabria. Molto probabilmente la prima missione che farò fuori Zagabria sarà a Fiume. È stata già stabilita per i prossimi 21 e 22 febbraio quando incontrerò i rappresentanti delle istituzioni locali croate e quelli della Comunità italiana. Ci sarà poi, anche una presenza italiana sicuramente significativa, di tipo culturale popolare, al Carnevale che vedrà diversi gruppi italiani partecipare alla sfilata internazionale. Non riuscirò purtroppo a essere a Fiume all’inaugurazione di Capitale europea della Cultura, ma ci sarà il Console generale Davide Bradanini che rappresenterà anche l’Ambasciata.
I punti di convergenza italo-croati e l’incontro Conte-Plenković
“I punti di convergenza tra Italia e Croazia sono tanti, importanti e politicamente qualificanti nel senso che l’Italia ha posizioni che sono di grande vicinanza e spesso generalmente di concomitanza con le posizioni croate su alcuni dossier chiave, penso in particolare a quello dell’allargamento e dell’apertura dei negoziati con la Macedonia del Nord e l’Albania. L’evento clou del Semestre europeo sarà probabilmente il Vertice UE-Balcani occidentali a maggio a Zagabria. Il Presidente del Consiglio Conte ci sarà. È chiara la posizione italiana a favore dell’apertura dei negoziati. Questo credo sia un obiettivo importante della Presidenza croata. È stato anche significativo che la prima capitale che il premier Plenković ha visitato per l’inizio della Presidenza è stata Roma, questo anche in concomitanza con il vertice finale dell’Iniziativa centro europea, che non è tanto una cornice quanto un’organizzazione operativa macroregionale in cui i nostri due Paesi sono già attivi insieme, ma forse possono trovare ulteriori spazi per valorizzare questa dimensione.”

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