Ron incontra la Cni a Umago (foto)

Concerto del cantautore italiano al Teatro cittadino «Antonio Coslovich»

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Ron incontra la Cni a Umago (foto)
Foto: Ivor Hreljanović

“Quello che voglio/ è stare insieme a te/ senza catene/ stare insieme a te”. Questi pochi versi di “Non abbiam bisogno di parole” potrebbero essere la sintesi perfetta di ciò che i moltissimi connazionali presenti al concerto di Ron, andato in scena al Teatro cittadino “Antonio Coslovich” di Umago, hanno provato nel corso di una serata magica e indimenticabile. Note, parole, melodie e poesia hanno avvolto il pubblico trascinandolo in un viaggio tra alcune delle più belle canzoni della musica italiana. Tra i numerosi spettatori erano presenti pure molte autorità: il deputato per la Cni al Parlamento sloveno Felice Ziza, la console generale d’Italia a Fiume, Iva Palmieri, la vicepresidente della Regione istriana per la minoranza italiana, Jessica Acquavita, il vicesindaco di Umago, Mauro Jurman, la viceconsole onoraria d’Italia a Buie, Giuseppina Rajko, nonché gli organizzatori Paolo Rovis, vicepresidente dell’UpT e delegato della Regione autonoma FVG e Fabrizio Somma, segretario generale dell’UpT.

Foto: Nicole Mišon

Una proficua collaborazione

Rosalino Cellamare, in arte Ron, è attualmente in tournée con “Al centro esatto della musica”, tra le varie tappe il cantautore ha raggiunto anche l’Istria, grazie alla proficua collaborazione tra l’Università popolare di Trieste, la Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, la Città di Umago, l’ente Festum e la Comunità degli italiani “Fulvio Tomizza”. La sinergia tra queste realtà permette di portare qui artisti di grande calibro per mantenere vivo, attraverso la cultura, il legame tra gli italiani di queste terre e la madrepatria, come ha ricordato Paolo Rovis alla conferenza stampa svoltasi poco prima dell’inizio del concerto. “Siamo a Umago con Ron, uno dei maggiori interpreti italiani, per quello che sarà un altro degli straordinari concerti (consentitemi l’aggettivo) che fanno parte di una serie di grandi eventi che l’Upt, grazie anche al contributo finanziario della Regione FVG porta in Istria, Slovenia, Croazia e Montenegro per diffondere, mantenere viva e coltivare la connessione tra i connazionali e l’Italia – ha sottolineato il vicepresidente dell’UpT -. Lo scopo è quello di fortificare i legami, la lingua e la cultura italiana e lo si fa attraverso la musica, ma anche con le mostre di arti figurative, senza tralasciare il teatro e la letteratura; cioè tutte le arti che contraddistinguono il nostro Paese e che intendiamo valorizzare e far apprezzare sempre di più. Le nostre attività coinvolgono anche coloro che italiani non sono, ricordo il concerto estivo qui in piazza a Umago di Cristina D’Avena, che ha riunito tantissime persone di diverse nazionalità accorse per sentire la sua musica”.

Foto Ivor Hreljanovic

Entusiasmo e partecipazione

Serate come quella di Umago, riservate ai connazionali, portano con sé entusiasmo e partecipazione da parte di spettatori riconoscenti nel trovarsi di fronte ad artisti di fama internazionale. “Grazie Ron per regalarci questa straordinaria serata, ricordo che il pubblico è stato invitato a partecipare, non è pagante, ma sono persone che dimostrano in ogni occasione grande calore e affetto ai nostri amici artisti. Ci tengo inoltre a ringraziare la console Iva Palmieri, la quale offre sempre il suo sostegno a iniziative di questo genere”, ha concluso Rovis.

Foto: Ivor Hreljanović

La conferenza stampa, introdotta e mediata da Larisa Gasperini, direttrice dell’ente Festum, è stata soprattutto un’occasione per una piacevole chiacchierata tra il cantautore e i giornalisti, durante la quale si sono toccati diversi argomenti legati alla carriera e alle esperienze vissute in prima persona da Ron.

“La canzone che mi ha salvato non l’ho scritta io, ma è una canzone che in assoluto mi rappresenta, pur non essendo mia ed è ‘Una città per cantare’. All’età di 14-15 anni ho iniziato ad andare in giro insieme alla mia band e non ho più smesso e questo è un brano che non ho mai abbandonato e, nonostante il tempo, continua ad andare avanti e avere un seguito di pubblico”. A proposito di brani in grado di porgere un’ancora di salvezza l’artista ha avviato un’iniziativa di solidarietà assieme ad altri colleghi per trovare fondi per aiutare la ricerca medica: “Ho avuto l’occasione di fare un bellissimo disco con 24 artisti che ho chiamato perché la Sla è una malattia orrenda, da questa collaborazione è nato un album: è stata un cosa bella e ne sono orgoglioso”.

Il cantautore è stato diverse volte nella nostra terra e le parole spese a riguardo sono quelle di chi ne ammira la natura e i paesaggi, con uno sguardo che va al di là della semplice apparenza. “Ho avuto la possibilità di fare una bella passeggiata e sono rimasto molto colpito, sembra di stare in Irlanda, in un luogo che non c’è. La cosa mi ha emozionato, credo che siate al mondo per il bello, per l’importanza di essere persone; vedere un gruppo intento a giocare o a stare con gli altri è bellissimo… ci verrei una settimana”!

La collaborazione con Lucio Dalla

Una buona fetta della vita artistica di Ron è stata segnata dalla stretta collaborazione con Lucio Dalla, dalla quale è nata un’amicizia profonda e sincera. “Avevo 16 anni quando andai la prima volta a Sanremo e conobbi Lucio, mi viene da sorridere. Il nostro mestiere è meraviglioso, a volte ironico e pieno di risate. Lucio è stato sicuramente la persona che ha notato Ron. Ci sono molti aneddoti e a me piace raccontare alla gente com’è nata una canzone, la sua storia”.

Ed è proprio da questo racconto che si è snodato tutto il concerto di Umago. Un racconto toccante, autentico, ironico per ripercorrere 50 anni di carriera, attraverso successi capaci di travalicare il tempo, di una sublime bellezza poetica che arriva dritta al cuore e lo scuote. Una narrazione semplice ma profonda, pensata nei minimi dettagli per accompagnare il pubblico passo dopo basso nel panorama musicale dell’artista fatto di incontri, ispirazioni, personaggi unici, ma anche di emozioni e ricordi intimi e familiari, consapevole che l’estro artistico può nascere semplicemente da un unico sguardo, da una persona cara, dal tepore familiare.

Foto: Ivor Hreljanović

In due ore di spettacolo Ron si è destreggiato tra canto, chitarra e pianoforte, dimostrando, se mai fosse necessario, tutta la sua versatilità e la sua maestria. Non sarebbe possibile costruire una carriera come la sua senza avere alle spalle del duro lavoro misto a impegno, tanta passione per ciò che si fa e la voglia costante di migliorarsi e parlare alle persone attraverso versi che si trasformano in immagini universali. Tra un’emozione e l’altra, tra un brano e quello successivo, ciò che a Umago continuava a trasparire è stata la grande umiltà e la gentilezza del cantautore, tipiche di chi è consapevole del proprio valore ma anche di chi è grato alla musica e al pubblico per il grande affetto che lo circonda. Solo le anime pure hanno la capacità di elevarsi così in alto rimanendo con i piedi saldi per terra. Ed è difficile farlo, soprattutto se alle spalle si hanno incredibili riconoscimenti e teatri stracolmi di ammiratori pronti ad applaudirti. Nonostante ciò uno dei fili conduttori della serata è stata la profonda riconoscenza per la famiglia, per le amicizie e per le grandi collaborazioni che si sono susseguite nel tempo: Carmen Consoli, Renato Zero, Lucio Dalla, solo per citarne alcune.

Foto: Ivor Hreljanović

Incontri che cambiano la vita

Tra gli incontri che hanno cambiato la vita a Ron, non si può non ricordare quello con Lucio Dalla, descritto quasi fosse una barzelletta per quanto assurdo e incredibile. Durante il suo primo viaggio a Roma con il papà per provare una canzone, prima ancora di iniziare la sua carriera artistica, Rosalino fece un incontro surreale con uno sconosciuto Renato Zero, vestito in un’aderentissima tutina leopardata, ma questa non fu l’unica sorpresa della giornata. “A un certo punto entrò (nella casa discografica nda) un altro tizio stranissimo: era su una sedia a rotelle, immobile e non capivamo cosa poteva fare lì questa persona che praticamente non parlava, però riuscì a dirmi poche cose – racconta sorridendo l’artista -. Ricordo che aveva gli occhiali con delle lenti piccolissime, mi fece provare la canzone per cui ero venuto lì. Andai in una sala di registrazione e la feci tante volte, mi sembrava di averla cantata bene, tornai di là e si misero ad ascoltare quello che avevo fatto. A un certo punto questo tizio disse: ‘Devi andare a Sanremo’, io guardai mio papà e pensai che ce la dovevamo giocare bene. Quel tizio sulla sedia a rotelle era Lucio Dalla. Chi avrebbe mai pensato che in un solo giorno avrei incontrato tutte quelle persone?! A loro devo dire grazie perché mi hanno aiutato, ma penso che anch’io ho aiutato loro. Volevo dirlo perché è una casa che mi fa tenerezza, io ero veramente giovanissimo, avevo 15 anni”.

Foto: Ivor Hreljanović

La narrazione ha fatto da cornice ideale a quelle che sono canzoni intrise di un significato profondo, mai banali, né scontate. Ad accompagnare l’artista la sua fedelissima band formata da Roberto Di Virgilio, Stefania Tasca, Pierpaolo Giandomenico e Giuseppe Tassoni. In questo alternarsi di storie e brani non sono mancate hit immortali quali “Piazza grande”, “Il gigante e la bambina”, “Un porto nel vento”, la già citata “Non abbiam bisogno di parole”, per concludere con l’intramontabile “Vorrei incontrarti tra cent’anni”, con la quale nel 1996 Ron vinse il Festival di Sanremo assieme a Tosca. Chi sabato sera era presente a Umago ha preso parte a un viaggio indimenticabile tra musica, melodie, versi e racconti, ripercorrendo non solo alcune delle più belle canzoni mai scritte, ma incontrando anche persone, emozioni e sentimenti difficili da scordare.

Foto: Ivor Hreljanović
Foto: Ivor Hreljanović
Foto: Ivor Hreljanović
Foto: Ivor Hreljanović
Foto: Ivor Hreljanović

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