
“In Croazia ogni anno ci sono sempre meno studenti, è un dato di fatto. Questo significa che nei corsi di laurea delle Facoltà ci sono sempre più posti disponibili. Dobbiamo pertanto impegnarci, sia noi come Ministero, che gli atenei e le singole Facoltà, per attirare un maggior numero di studenti, anche stranieri. Questo non avviene per la semplice necessità di riempire delle aule vuote, bensì perché gli studenti stranieri permettono di aumentare il riconoscimento internazionale di una Facoltà e fanno crescere tutto il sistema”, è questo il parere del ministro della Scienza, dell’Istruzione e dei Giovani, Radovan Fuchs, intervenuto ieri a una giornata organizzata dalla Facoltà di Medicina di Fiume sul tema degli studenti stranieri negli atenei croati.

Foto: ŽELJKO JERNEIĆ
Goran Hauser, preside della Facoltà ospitante, ha spiegato come loro siano un po’ i precursori di tutto il movimento, un fenomeno in crescita che merita una giornata a esso dedicata. “Abbiamo un corso di laurea dove tutto avviene in lingua inglese. Questa non è solo un’ottima offerta formativa per gli studenti, ma anche una sfida per i professori, nonché un motivo di crescita personale e professionale. La situazione demografica in Croazia non è delle migliori, per tanto l’internazionalizzazione è l’unica soluzione. L’obiettivo è far sì che qualcuno di questi studenti rimanga poi a lavorare qui, in questo modo avremo a disposizione un maggior numero di lavoratori altamente qualificati”, ha affermato Hauser.
Un modo di lavorare diverso nella forma, ma molto simile nella sostanza è quello adottato dalla Facoltà di Medicina di Osijek, il cui preside, Ivica Mihaljević, ha spiegato come il loro programma punti in modo particolare al territorio germanofono. “Abbiamo un corso di laurea dedicato esclusivamente a studenti provenienti dai territori della Germani, dell’Austria e della Svizzera, in quanto tutte le lezioni si svolgono in tedesco. Inoltre, i primi cinque semestri si svolgono a Osijek, i successivi sei all’Università di Halberstadt, in Germania, mentre l’ultimo semestre e il periodo riservato alle tesi di laurea vede nuovamente come sede Osijek. Al momento abbiamo preparato in questo modo quattro generazioni di studenti, quindi è troppo presto per dire se il sistema riesce a produrre dei medici che rimarranno poi a lavorare in Croazia. L’idea è che gli studenti scoprano come sia bello vivere qui, che si innamorino, o che rimangano per qualche altro motivo”, ha concluso Mihaljević.

Foto: ŽELJKO JERNEIĆ
All’appuntamento hanno preso parte anche tutta una serie di rappresentanti della diaspora, i quali hanno parlato dei benefici di questo programma, che permette spesso a figli o ai nipoti di espatriati di ritornare in Croazia, facendo così un’esperienza nel loro Paese d’origine.
Durante la conferenza si è parlato anche di una serie di problemi che sono presenti nel portare avanti questi programmi, con il disagio più grande che è stato individuato forse nelle procedure burocratiche necessarie per la richiesta del codice fiscale. Il ministro Fuchs ha detto di essere conscio di queste problematica, per la soluzione delle quali si sta lavorando. Sembra, però, che chi sta cercando di risolvere questo problema sia incappato a sua volta in altri rallentamenti dovuti alla burocrazia, con un conseguente ritardo generale.
Un aspetto positivo riguarda invece le possibilità di studiare in Croazia, con gli stessi diritti degli studenti croati, per i cittadini di tutta una serie di Paesi terzi, ossia non appartenenti all’Unione europea. “Abbiamo recentemente firmato un accordo bilaterale con la Macedonia per permettere ai loro studenti di iscriversi e studiare senza pagare le tasse universitarie, mentre dovranno sostenere da soli le spese di vitto e alloggio. Contratti di questo tipo permettono gli studi a un gran numero di studenti provenienti da vari Paesi di tutto il mondo, in questi giorni ad esempio abbiamo avuto contatti con il Kazakistan per trovare un accordo simile”, ha concluso Fuchs.

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