
Per il vicepresidente del Sabor e deputato della Comunità Nazionale Italiana al Parlamento di Zagabria, Furio Radin non ci sono dubbi sul fatto che la proposta di legge sul Registro (elettronico) della popolazione sia il risultato di un lavoro svolto con le migliori intenzioni. “D’altro canto – ha aggiunto – se chiedete alle minoranze nazionali se hanno il timore che i dati possano essere soggetti a manipolazioni ammetto che le nostre certezze iniziano a tentennare a causa dell’interpretabilità della norma”.
Per il deputato della CNI la legge sul Registro (elettronico) della popolazione può risultare problematica per le minoranze. “Non mi riferisco esclusivamente alle Comunità nazionali”, ha puntualizzato parlando in seduta plenaria e riferendosi in particolare agli articoli 13 e 17 della bozza di legge. “Questi due articoli rispecchiano alla perfezione le perplessità che solleva in noi questa legge. I dati sensibili come quelli che riguardano l’etnia, la lingua materna, l’appartenenza nazionale o la confessione religiosa rappresentano qualcosa di intimo. E a chi mi sostiene che al giorno d’oggi possiamo garantire al 100 p.c. la segretezza di queste informazioni io dico di non credergli”, ha affermato Radin, sollecitando a risolvere la questione adottando appositi regolamenti. “Decreti che se non altro dovrebbero essere sottoposti al vaglio delle Commissioni parlamentari competenti”, ha puntualizzato. “Nessuno ci può garantire che un giorno non salirà al potere qualcuno che interpreterà questa legge in modo da sostenere che la medesima può essere impiegata anche per la definizione del Registro degli elettori. Sappiamo benissimo che il Registro degli elettori è stratificato, anche a causa dell’appartenenza nazionale. I dati sulla nazionalità, in questo contesto, definiscono delle cose molto concrete, ad esempio il numero dei consiglieri negli organi deliberativi delle unità di autogoverno locali”, ha avvertito Radin. “Se il Censimento della popolazione sarà sostituito ai sensi della Legge che disciplina il Registro degli elettori, rischiamo di fare i conti con conseguenze a lungo termine”.
Radin non ha esitato a notare che la proposta di legge è stata presentata in tempi stretti. “Anche il dibattito pubblico è stato breve, al punto che in seno alla Commissione parlamentare per i diritti umani e i diritti delle minoranze nazionali non avevamo gli elementi per poter dibattere sulla questione quando è stata messa all’ordine del giorno e di conseguenza non abbiamo potuto fare altro che dichiararci astenuti in merito a questa iniziativa”, ha notato il decano dei parlamentari in Croazia.
“La bozza di legge – ha proseguito Radin –, come ho già detto è complessa e non del tutto chiara. Non è in discussione l’intenzione d’abolire i censimenti della popolazione, come già fatto in altri Paese, né la volontà di digitalizzare le banche dati sempre di più. Esistono però dei dilemmi sull’accessibilità delle informazioni, ci si pone la domanda su chi, in definitiva, avrà il diritto a consultarle e a incrociare i dati”. “Datemi accesso ai dati relativi a un numero sufficientemente vasto di persone – ancora Radin – e vi rivelerò cose che non potevate nemmeno sognare. Questo ve lo dico nella veste di persona che per vent’anni ha lavorato nel campo della ricerca. E considerate che al giorno d’oggi, gli algoritmi che fanno affidamento sull’intelligenza artificiale, spalancano le porte a scenari rispetto ai quale persino la fantasia di George Orwell risulta puerile. Ormai bastano pochi dati per scoprire sul conto delle persone cose che loro stesse a volte non sono consapevoli”, ha detto Radin, confidando che prima che il disegno di legge approdi al Sabor in seconda lettura sarà fissato un incontro tra il ministro (delle Finanze, Marko Primorac) e la Commissione parlamentare per i diritti umani e le minoranze nazionali per definire meglio tutti gli elementi e armonizzare la legge sul Registro (elettronico) della popolazione con le norme che sanciscono i diritti delle Comunità nazionali, le pari opportunità, le relazioni coniugali informali…
Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.
L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.