Regione istriana. Insufficiente l’uso dell’italiano

Il Consiglio CNI riunito a Torre

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Regione istriana. Insufficiente l’uso dell’italiano

L’uso della lingua italiana è in fase di regressione e a rischio d’estinzione. Questa è una delle conclusioni a cui è giunto il gruppo di lavoro costituito da Loredana Bogliun, Andrea Debeljuh e Aleksandro Burra, a cui il Consiglio della minoranza italiana autoctona della Regione istriana ha affidato la realizzazione dello studio “Proposta per la delineazione di linee d’intervento per il mantenimento e miglioramento dell’utilizzo della lingua italiana nelle località a statuto bilingue della Regione Istria’’. L’opera è stata realizzata indagando nei territori di Buie, Rovigno, Sissano e Torre. Emergono, inoltre, la mancata pariteticità a livello sociale della lingua italiana e la riduzione del suo uso negli ambienti ufficiali e pubblici. Per fermare questa tendenza si propone l’uniformazione delle norme di tutela, realizzando un insieme organico per tutto il territorio istriano, nonché l’introduzione d’un sistema di monitoraggio circa l’attuazione del bilinguismo integrale, con sanzioni per chi viene colto in flagrante. Vanno pure definiti i concetti chiave di status e uso paritetico della lingua, i settori d’intervento e le funzioni. Va delineata pure una campagna educativa e informativa.
Che la situazione non sia rosea, lo si capisce anche delle indicazioni pervenute all’indirizzo di posta elettronica [email protected], in cui vengono raccolte le denunce sul mancato rispetto del bilinguismo nella Regione. Valmer Cusma ha presentato una quindicina delle infrazioni denunciate.
In materia di uso paritetico della lingua italiana, e di consolidamento della convivenza interetnica nella penisola, il Consiglio ha approvato la proposta redatta da Gianfranca Šuran, che sarà inviata al ministro della Scienza e dell’Istruzione Blaženka Divjak, tesa al ripristino dell’insegnamento della lingua italiana nelle scuole di maggioranza, come L2, ossia lingua dell’ambiente sociale. Già due anni fa il Consiglio si era rivolto con un’analoga richiesta all’allora ministro dell’Istruzione, Pavo Barišić, che nella sua risposta aveva segnalato l’intenzione di valutare le proposte fatte. Purtroppo, le nuove disposizioni di legge, come scrive nella mozione approvata dal Consiglio, non prendono in considerazione la possibilità d’insegnamento nelle scuole della maggioranza della lingua dell’ambiente sociale nei territori a Statuto bilingue, e nemmeno l’insegnamento della Lingua italiana/Lingua e letteratura italiana come madrelingua della minoranza nazionale secondo il modello d’istruzione A vigente negli istituti scolastici della Comunità Nazionale Italiana. Il Consiglio ha perciò inteso rimettere in discussione la questione.
Viste le disposizioni, è stata approvata pure la proposta di etichettatura bilingue dei prodotti agricoli istriani facenti capo ai produttori connazionali. Si propone l’introduzione di etichette bilingui, oppure esclusivamente in italiano, o in croato, su richiesta. I consiglieri hanno preso posizione pure in merito alla tutela della denominazione d’origine controllata del Terrano, ricordando che esso appartiene all’identità storica, geografica e culturale di queste terre. In questo contesto i produttori connazionali in Slovenia sono stati invitati a intervenire affinché si giunga a una conclusione della vicenda che tenga conto di ciò. Accolte pure le proposte d’intitolare l’Ospedale di Pola in costruzione al dottor Geppino Micheletti, nonché d’intercedere presso la Regione istriana per la definizione di una ricorrenza annuale in ricordo dell’esodo.
Hanno presenziato alla riunione, i presidenti dell’Unione italiana e dell’Assemblea UI, rispettivamente Maurizio Tremul e Paolo Demarin, nonché il sindaco e la vicesindaco connazionale di Buie, rispettivamente Fabrizio Vižintin e Jessica Acquavita. Impossibilitati a intervenire, hanno inviato i loro messaggi di saluto il vicesindaco connazionale di Torre, Gaetano Benčić, nonché i deputati CNI al Sabor, Furio Radin, e al Parlamento sloveno, Felice Žiža.

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