Regionalizzazione il governo sloveno dice «no»

L’Esecutivo Golob boccia il disegno di legge del Consiglio di Stato sulle future Province

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Regionalizzazione il governo sloveno dice «no»
Il Parlamento sloveno. Foto: ARCHIVIO VOCE DEL POPOLO

Il governo sloveno è contrario alle proposte del Consiglio di Stato in merito alla regionalizzazione in Slovenia, in quanto il processo porterebbe a dei forti cambiamenti all’interno dell’attuale sistema amministrativo. Favorire lo sviluppo accelerato di tutte le regioni resta uno degli impegni chiave, ma i ministri sono del parere che i tempi non siano opportuni per intraprendere questo percorso. Sono molteplici le sfide che attendono la Slovenia nel prossimo anno: dalla crisi energetica a quella climatica, dalla situazione epidemiologica alle incertezze legate alla sicurezza globale. Nonostante si parli da anni delle necessità di mettere in atto questa riforma e costituire le Province, questa non sembra affatto essere una delle priorità del governo Golob in questa prima fase di mandato. Secondo i rappresentanti dell’Esecutivo è fondamentale, innanzitutto, rafforzare lo sviluppo regionale con le strutture già esistenti. In termini di compiti e competenze, la proposta di legge sulla regionalizzazione prevede una complessa riforma politico-amministrativa, che in tal senso richiederebbe l’istituzione di nuovi uffici, oltre che una sostanziale trasformazione della pubblica amministrazione. Come si legge nella motivazione a sfavore dell’avvio del processo, il legislatore deve anche delineare chiaramente quali saranno le competenze dei Comuni, delle Province e dello Stato, altrimenti non sarà possibile determinare gli obblighi e le responsabilità delle autorità centrali e decentrate. Le Province dovrebbero soprattutto contribuire a uno sviluppo più coerente della Slovenia e a ridurre le disparità tra le diverse parti del Paese. A tal fine, le Province dovrebbero disporre delle risorse economiche, umane e infrastrutturali necessarie per sfruttare il proprio potenziale, in caso contrario, viene precisato nella motivazione, soltanto le Province finanziariamente indipendenti e stimolate dall’autonomia fiscale, sarebbero in grado di ottenere gli effetti desiderati di catalizzatore dello sviluppo della società. Il governo ha, infine, osservato che già nei tentativi precedenti non si è riusciti a raggiungere un consenso politico su quelli che dovrebbero essere i doveri delle Province, né tanto meno sul loro numero.

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